Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912
168 CRITICA SOCIALE Se si considera che il valore del terreno, su cm 1 quattro gruppi si vanno edificando, fu valutato in L. 219.450,12, si vede che il dazio corrisponde a circa il 60 °lo del valore del terreno. . Il Comune di Torino, che all'Ente autonomo ha do– nato un milione e le aree, ha promesso di esaminare con benevolenza la domanda del rimborso del dazio; ma, se ciò non avvenisse, e nei luoghi e per gli enti o le Cooperative per i quali non si avveri una tale liberalità, appare non dubbia la gravezza e la scarsa saviezza della tassazione di cui si è detto. c) Il denaro a buon meroato. Anche maggiore importanza ha il tasso dell'interesse a cui il denaro è mutuato. La legge del 1903-1908 stabili va un tasso massimo per i mutui: il 4,50 °lo- Il disegno di legge attualmente dinanzi alla Camera riduce il massimo al 4,25 °lo, Pra– ticamente si è verificata la tendenza ad avvicinarsi al massimo. Sono stati certamente molti gli Istituti di credito che hanno fornito e forniscono tuttora il denaro agli enti e alle Cooperative a un tasso di favore. Cito, ad onore, quelli di Bologna, di Modena, di Venezia, di Milano. Ma, in troppi casi, si arriva al 4,50, al 4,25 o poco meno. Ora, con tassi di ·questo genere, non si risolve il pro– blema della Casa popolare a buon mercato. L'importanza del rilievo risulterà da un raffronto fra ,le condizioni del Belgio e le nostre. La Caisse générale d'épargne de la Belgique dà, in media, il denaro alle Case popolari, gravandolo del 3 1:>ercento. Le Case possono costare fino a un massimo di 6000 lire. Il _risultato è questo: il servizio degli in– teressi è, per una Casa di detto valore, di lire 180 al– l'anno. Facciamo il medesimo caso a Milano. La Cassa di risparmio - ed essa fa le condizioni migliori - grava sui mutui in questo modo: interessi . . . . diritti di commissione abbono diritti erariali 3,50 °lo 0,24 0,02 3,76 Nel caso di una costruzione del valore di L. 6000, si avrebbe questo risultato: Servizio degli interessi L. 225,60, cioè L. 45,60 in più. E, come si è detto, il caso di Milano è il più mite. A Torino, invece, l'Ente autonomo, che è gravato del 4,25 per cento d'interesse, dovrebbe pagare, per il ser– vizio degli interessi, per pari somma, L. 255, cioè 75 lire in più. È impossibile, in tal modo, che le Case popolari diventin•o anche economiche. Ma ci si fa un'obbiezione: Voi, si dice, domandate denaro a buon mercato. In questo modo, fate pagare dallo Stato, cioè da tutti, quanto giova, forzatamente, ad un ristretto numero di cittadini. È bene che si risponda chiaramente a questo rim– provero. Innanzi tutto, il problema dell'abitazione non deve essere considerato come un problema di gruppo, bensì come un problema sociale. Se le abitazioni malsane sono sostituite da case sa– lubri, se sono distrutti i centri temibili delle infezioni, se ·le classi lavoratrici possono vivere e riprodursi in ambiente sano, dal lato fisico e dal lato morale, ne traggono forza tutte le classi, il paese intero. Uscendo da questo campo e rimanendo, terra terra, sul terreno econc,mico, possiamo egualmente ·affermare che la costruzione di abitazioni popolari, in ~l numero da formare un calmiere, giova indistintamente a tutta la classe lavoratrice, anzi a tutte le classi sociali. Da queste considerazioni si può trarre la conseguenza che, se anche lo Stato e i Comuni sopportassero un certo sacrificio per costruire o far costruire case a buon mercato, il denaro non sarebbe male speso, ma ottima– mente ìmpiegato. Però non è questo il nostro punto di vista. Noi siamo convinti che lo Stato e i Comuni debbano dare denaro, al disotto del prezzo di coi;to, solo in casi eccezionali, in caso di risanamento, ad esempio, e per gli strati sociali veramente miserabili. Non invochiamo dunque nessun privilegio. Doman– tliamo solo - e ci pare di non chiedere molto - che non si eserciti sulle Ca11epopolari alcuna speculazione, che si dia alle Case popolari il denaro al prezzo di costo. Le Casse di ·r·isparmio, le Oasse postali raccolgono il risparmio dei meno abbienti. Ora, è assai grave che, mentre si è larghi di credito ai privati speculatori per il loro esclusivo e, alle volte, fantastico arricchimento, una troppa piccola parte di questo denaro ritorni a beneficare le classi disagiate, e, quando ritorna, ritorni a caro prezzo. È bensì vero che tanto gli uni quanto gli 11,ltriorga• nismi del risparmio nazionale provvedono a interessi nazionali, degni della massima considerazione; ma ci pare - ripeto - grave che i no~tri operai ricevanQ come depositanti il 3 °lo o anche meno, e debbano pa– ·gare il 4 '/., il 4,25, quando ne hauno bisogno per mi- gliorare la propria abitazione. ChEI noi abbiamo ragio·ne ce lo conferma l'azione degli altri paesi, che alle Case popolari hanno concesso e concedono denaro a buon mercato, perchè, con tal mezzo, il problema della casa può avere una soluzione adeguata. E bastino alcune citazioni: I fondi, messi a disposizione dall'Impero tedesco e dai Governi degli Stati tedeschi, sono concessi al S "/o, Generalmente è unita una percentuale dell'l ¼ per l'ammortamento. In Italia, colla quota di ammorta– mento, si arriva sovente al 6 o al 6 ½ %- Gli Istituti territoriali tedeschi per la invalidità e la vecchiaia degli operai avevano investito, a tutto il 1906, 239.916.611 marchi a questo tasso: senza interesse 500 marchi da - 1 / 9 a 2 '/ 5 1.573.000 ,, da 3 - a 3 '/, 81.182.000 ,, da, 3 1 /9 a 3 3 /• 93.363.000 " E si tratta, in fondo, di Istituti di assicurazione, che hanno bisogno del più alto rendimento. La Cassa generale di risparmio del Belgio aveva, nel 1908, impegnate 71.962.155 lire per mutui di abita– zioni popolari. Di questa ragguardevole somma L. 25.63'1.593 erano date al 2 1/ 9 °lo ,, 42.986.591 ,, " ,, 3 - °lo " 2.344.343 " " ff 3 1 1. ¼ E non meraviglia allora più il proverbiale buon mer• cato delle quote di acqui11to delle Case popolari del Belgio. La Francia, colla legge del 1909, ha messo a dispo– sizione della piccola proprietà della casa, del giardino e del campo 100 milioni al 2 °lo• · In Austria, l'interesse dei prestiti acconsentiti alle
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