Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912

166 CRITICA SOCIALE aere qualcosa ma di diventare qualcuno. Il fine sla ~el mezzo: è 'io stesso mezzo. E questo mezzo è il proletariato . .Una nuova concezione del socialismo - più agile, più moderna, pur sotto le complicate sottigliezze della veste filosofica - qui dunque s'è schiusa: il socialismo inteso, non più come « mèta », ma come « sviluppo ». Il riformismo, che non teorizza, la conosced da un pezzo - per altre vie, in altra forma. TULLIO C0Lucc1. I PROBLEMI PIÙVITALI EDURGENTI dell'edilizia popolare in. Italia Il movimento italiano a favore delle abitazioni popo– lari, che, in breve volgere d'1mni, sotto la spinta del rincaro degli affitti e per la pressione delle classi lavo– ratrici, salite a.più alta consapevolezza e dignità civile, si era mirabilmente sviluppato, è colpito da crisi e va rallentando la sua corsa. Le ragioni del fatto si possono raggruppare in dne ordini: da un lato è venuta mancando l'evoluzione in senso più liberale della legislazione specifica vigente; dall'altro, nella azione pratica e q·uotidiana, si sono af– facciate difficoltà non lievi d'indole economica e d'in– dole morale. Non mi pare, perciò, inutile· dare un'occhiata alle condizioni dell'ora che volge, analizzare le cause del disagio, ricercare i rimedi non teorici e lontani, ma pratici e vicini, perchè da una parte il legislatore, af– frettando le sue provvidenze fin qui inutilmente invo– cate, dall'altro l'uomo d'azione, cooperando a eliminare i maggiori ostacoli, rendano più facile e intensa l'opera iniziata df trasformazione dell'abitazione popolare. Nè mi pare inutile invocare, oggi, mentre è alcun . poco attenuata, nei maggiori centri, la fame di case, una gagliarda sollecitudi~e per l'abitazione del popolo, perchè il problema non deve essere unicamente riguar– dato dal punto di vista economico, ma devono essere tenuti presenti i suoi grandi aspetti di ordine igienico e di ordine morale, che dovrebbero primeggiare nel– l'animo di tutti, se la mentalità nostra non fosse an– cora ossessionata dalla visione più bestialmente mate– rialistica della vita. I. Il p1•oblema legislativo. a) La catalessi di una riforma. Dal punto di vista legislativo, qual'è la situazione presente? 1l testo unico vigente, in materia di a9itazioni popo– lari ed economiche, si è chiarito, in più di un'occasione, insufficiente. Esso non serve sempre di sprone alle ini– ziative private e pubbliche, anzi alcune volte le osta– cola, le infrena, tanto che - benchè la legislazione di cui parlo sia di data prossima - si"è chiesta più volte, da ogni parte, la sua riforma. Un Congresso - quello di Milano del gennaio 1910 - ha preso in esame tutta questa materia, colla si– gnificativa presenza di numerosi rappresentanti di enti cooperativi e pubblici e col larghissimo consenso della pubblica opinione, e tracciò le linee generali della ri- forma, ritenuta indispensabile, urgente e matura. · Parve che le discussioni appassionate e i voti con- elusivi non fossero caduti su terreno arido. Difatti il Ministro del tempo, l'on. Luzzatti, iniziatore di questa particolare legislazione in Italia, sj affrettò a presen– tare alla Camera, il 28 aprile 1910, un vasto progetto di Provvedimenti p~r le Casepopolari o economiche e per agevolm·e la cost1·uzione· e it trasferimento di pro– pl'ietà di alti·i edifizi ad uso di abitazione. Il progetto teneva conto, con innegabile larghezza, delle aspirazioni delle clàHsi interessate e degli stu– diosi. La. Commissione parlamentare, chiamata a rife– rire, introdusse più tardi - coll'assentimento del Mi– nistero proponente - alcuni miglioramenti alle dispo– sizioni precedenti, dimodochè può affermarsi che il Congresso di Milano non fu senza pratico risultato. Questa mia affermazione appare fondata, mettendo a raffronto i voti formulati con le disposizioni del disegno di legge, quale uscì dalla Commissione: VOTI DEL CONGRESSO. Regime fiscale 1. Esenzione chiara ed esplicita, per intero, dalle minori tasse (ipotecarie e di registro, di assicurazio– ne, ecc.); 2. Esenzione, per un ven– tennio, dall'imposta eraria– le e dalle sovrimposte co– munali e provinciali sui fabbricati; 3. Esenzione delle Case popolari dal dazio sui ma– teriali di costruzione; 4·. Esenzione dei Mutui dalla R. M., sia per quelli fatti da enti pubblici, sia per quelli stipulati presso privati; 5. Esenzione da imposta dei locali per servizi gene– rali e sociali ; Credito 6. Autorizzazione alle isti– tuzioni pubbliche di bene– ficenza per l'impiego in mu– tui per Case popolari di un quinto del patrimonio in·– vestito in rendita; 7. Autorizzazione alla Cas– sa di previdenza per l'im– piego di un quarto dei fondi in detto scopo; · 8. Diminuzione del mas– simo del tasso d'interesse consentito per 'i mutui; Riforme diverse 9, Maggiore larghezza al– l'azione dei Comuni; 10. Minori impacci ai pic– coli Comuni per l'esproprio delle aree; 11. Riforma della Com– missione centrale e dei Co– mitati locali; 12. Facilitazioni fiscali alle Case popolari costrutte dai privati e alle ordinarie Società edilizie. PROGETTO DI LEGGE. Regime fiscale 1. Riduzione al quarto · di tutte le minori tasse; 2. Esenzione per 14-16 anni; 3. Conservata la situa– zione vigente; 4. Accolta; 5. Accolta; Credito 6. Autorizzazione all'im• piego di un quarto del pa– trimonio fruttifero; 7. Accolta; 8. Riduzione del massi– mo dal 4,50 al 4,25 'lo; Riforme divei·se 9. Accolta; 10. Accolta; 11. Accolta; 12. Accolta; Il guaio è che, mentre il disegno di legge si trova allo stato di Relazione fin dal 16 marzo 1911,esso non ha fatto un passo innanzi verso l'approvazione, nono– stante i desideri espressi da ogni parte, i bisogni evi– denti dell'edilizia popolare, le promesse più volte ripe– tute da parte del Ministro di Agricoltura e Commercio, che ha ricevuto in eredità il progettCI Luzzatti-Raineri.

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