Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912
• CRlTICA SOClALE 161 dati Collegi; nulla· di più facile e di più scusabile che creare tre, quattro, candidature fittizie; per imporre una proroga. Gli inventori assicurano che c'è il_modo di ovviare anche a questo : che si può fare_anche una votazioI)e libera acca'llto alla votaiione peri bandidati dichiar·ati.' Mi riservo tuttavia di esaminare la questione. Per la dignità degli elettori ! E, con questo, ho finito nei, limiti <li tempo che mi -ero assegnato; perchè degli emendamenti è inutile che io parli, essendo essi consequenziali del concetto del– l'ordine del giorno che ho svolto ed illustrato. Ho cominciato con !'on. Salandra e chiudo con 1'0n.· Salandra. Egli ha, senza volerlo, plagiato un .concetto, che io pure volgevo nella mente. Oltre tutto il .resto, nel sistema di questo disegno di legge, vi è qualcosa di manif-estamente antiestetic.o e di profondamente inci– vile. E una legge di sospetto continuo,· quasi di viltà. Io mi sono persino assoggettato alla enorme fatica, non dico di leggere da capo a fondo, ma di scorrere tutti gli allegati della prima Relazione d-el Gov·erno, dove sono riferite le varie legi-slazioni -estere Sull'elet– torato, e non ho trovato- uno Stato in cui -esista una legg-e che, come questa, somigli a un codice penai-e, a un regolamento di polizia, anzi carcer.ario. In sostanza si dice al corpo elettorale: voi siete il popolo sovrano, ma .al tempo stesso noi vi crediamo una massa d'imbroglioni, di furf,anti matricolati; con una praes_irmptio juris e quasi anche de jure, noi vi proclamiamo tali; e, nel momento st-esso -in cui eser– citate la vostra sovranità, vi sottoponiamo ad un vero regime di vigilanza speciale. Giorni sono, chiacchierando amichevolmente col Presidente della Cnmera, egli mi diceva che il suo ideale, l'ideai-e per un popolo veramente civile, sa– rebbe che si potesse arrivare al voto palese. Tutti l'abbiamo questo desiderio, pur riconoscendo che, nelle presenti condizioni di servitù economica delle masse, la sua attuazione è ancora e sarà per molto tempo un'utopia. Ma c'è un bel tratto dal voto palese a tutta questa congerie di sospetti, di precau– z,ioni, di cabine, di, sgabuzzini, di luoghi bui; questo è troppo il contrario del voto palese! L'elettore deve avere almeno l'apparenza, se non può avere ancora tutta la sostanza, che .acquisterà a poco a poco, della libertà e dignità del suo a'tto. Se ci sforziamo a star · ritti fisicamente, finir-emo per essere un po' più ritti anche .nell'interno della nostra cos-cienza morale. Quindi, anche da questo punto di vista, credo che il vostro sistema non regga. Quèsto codice del so– spetto, della diffidenza, in. materia el-ettorale, è avvi– liente, antipedagogico, indegno di un popolo civile. Quindi, anche da questo punto di ~ista, credo che la macchina sarebbe benefica. Io potrei modificare il mio ordine del giorno, e, purchè l'idea passi, poco m'importa che passi oggi piuttosto che domani. Ma non ,capisco che la Camera italiana voglia imitare i luddisti, che odi-avano e. distruggevano le macchine. Quelli avevano una scusa; lo facevano per la paura della disoceupazione. · . A meno che; anche qua, non sia per la stessa ra– gione; che cioè vi siano tanti deputati che, se le vo– tazioni si ~facessero a macchina, temano, anche loro, di rimanere disoccupati. .. ! (Viva ilarità - Approva– zioni - Vivi applausi all'Estrema Sinistra - Molte congratulazioni). Socialismo positivista e socialismo indeterminista I. Dopo Marx, il socialismo è di Marx. Anche quando l'appare:1-za faccia supp~rre il contrari?, anche quando d1 Marx non c1 sia alcuna traccia esteriore. Può so'ttrarglisi solo quel socialismo tra– scendente e mistico, che vede nella storia l'opera di un inafferrabile demiurgo o il progressivo dive– nire di un'astratta idea: la Libertà, la Giustizia, l'Eguaglianza, e simili. Ma - per il socialismo, che pretenda di porsi come la risultante di un pro– blema di forze storiche ed economiche, risolubile . praticamente ed interamente dal proletariato, o per quell'altro socialismo, che voglia consistere in un fatto psicologico della classe sfruttata, e precisa– mente, oggi, con pi'ù vivi colori dell'usato, nel sen– timento etico della classe lavoratrice, il quale, senza racchiudere un ideale raggiungibile praticamente, sia necessario alla migliore e più grande lotta e sollevazione cli classe - Marx è come Darwin per la biologia : non può più farsene a meno: e anche distruggerlo è supporlo, pr:emetterlo, riconoscerlo, e dunque ammetterlo. I più, anzi, hanno scambiato il marxismo col socialismo, come s'è scambiato darwinismo con biologia. Ciò dimostra che il so– cialismo parla, anche dopo di Marx, la parola di Marx. · Una parola che varia, senza dubbio, che si tras– forma imprevedibilmente, che diventa pure, talvol– ta, irriconoscibile e in contrasto stridente con quella che fu nella genuina voce del Maestro. Ma tant'è. Se Marx e il socialismo faceano una sola cosa, ogni nuo.vo atteggiamento del socialismo non equi– valeva esso mai a successive mascherature di Marx? Così fu. Rivestire il socialismo di una nuova fi– losofia fu lo stesso che rivestirne il marxismo.. E c·ome questo era già .per se stesso una filosofia, e grande e geniale, ne nacque un amalgama, un ibridismo, un artificiO' di pensiero, nel quale Marx apparve il più delle volte trasfigurato stranamente e costretto a far da colonna a dottrine e sistemi, che egli avea combattuti o non avea giammai cono– sciuti. Così il socialismo di Marx fu successivamente determinista e indeterminista, positivista e idealista, meccanicista e volontarista: a seconda della filoso– fia dominante e della sua capacità ad imbeversene. Ed esso reagì diversamente alla critica di ciascuna di queste filosofie : al positivismo, che chiedeva «scienza» (e facilmente l'otteneva, e più facilmente , se ne contentava), offrì « scienza », co' suoi compli– cati meccanismi di precisione e di previsione; al– l'idealismo, che domandava libera volontà' creatrice, offrì la libertà della prassi. Sensibile alle esigenze · del mercato filosofico, il marxismo ebbe dunque varia vicenda. Col positivismo, esasperò dapprima la sua « scienza » : e fu suo gran vanto poter· for– nire - esatte, sintetiche, astronomiche - le leggi · di sviluppo· e di caduta del capitalismo, di nascita e formazione del socialismo. Ma, quando la nuova critica si appuntò verso la scienza in genere, e la scienza storica in ispecie, e ne discusse le basi e il procedimento, e ne moderò gli ardori, e ne li– mitò le entusiastiche illazioni; quando, per ciò, la vantata « scienza » di Marx, si vide inaspettatamP.nte e paurosamente scossa, il marxismo non tardò a subire un'abbondante iniezione di volontarismo, e il socialismo, ch'esso conteneva, da risultato del mec– canismo storico, divenne creazione del fiàt gridato dalla libera volontà umana.
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