Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912

160 CRITICA SOCIALE I Comuni dovranno preparare i tavoli speciali, marca Bertolini, l,e cabine, le urne di vetro a tenor,e del modello, fragilissime malgrado il reticolato me– tallico, e i bolli a cifre mobili, che anch'essi si pos– soffo assai facilmente contraffare. Col sistema meccanico, scelto il tipo e collaudate le macchine, non avreste che da farle distribuire ai Comuni. Dovrete preparare molteplici quadri e moduli di ver– bali ,e buste speciali per tutte le operazioni di vota– zione e di scrutinio e per i vari pieghi che la legge vi impone. Tutto questo la macchina ridurrebbe a un solo modulo di verbale. Prima della votazione, supposto che abbiate vinta la difficoltà di trovare il numero sufficiente di aule, disposte e condizionate come vuole la legge, per un numero di Sezioni raddoppiate, e il numero suffi– ciente di magistrati o loro succedanei, di segretari e scrutatori; riconosciuti ed ammessi i rappresentanti dei candidati, che acquistano importanza unicamente in ragione delle insidie del sistema, e che la mac– china renderebbe superflui; l'Ufficio elettorale dovrà procedere a questa allegra litania di operazioni suc– cessive: Estrarre a sorte le cinque cifre del timbro; formare il bollo; conteggiare le bustè; numerarne i tallon– cini; vidimarle; imprimervi il bollo; registrare J.e serie di buste secondo la firma che portano; porre le buste nell'urna (nel frattempo nulla di più facile che asportare una busta, falsificarla, e .architettare, con numerazione analoga, qualche nuova e geniale varietà di busta girante). Colla macchina, una volta sperimentato che funziona regolarmente, non ci sa– rebbe che da_ applicarvi i nomi, i ritratti, i colori e distintivi dei candidati. Incomincia la votazione. E si deve: estrarre la. bu- , sta dall'urna; leggerne il numero; registrarlo sulla lista d'identificazione; consegnar,e le buste, a mano a mano, agli elettori. L'-elettor-e, poi, riceve la busta; si ritira nella cabina; introduce nella busta una sche– da portata da fuori o consegnatagli in luogo, sep– pure l'ha potuta portare e se in luogo la trova; in– gomma la busta; la riconsegna al seggio. Ho già detto dei trucchi, degli equivoci, delle nullità, a cui tutto questo· può dare origine. L'amico Rampoldi po– trebbe illuminal'vi sugli effetti del daltonismo e di altre anomalie visive, se le schede saranno colorate, sopratutto se, i candidati essendo numerosi, si sarà dovuto ricorrere a molte gradazioni di colore! Ma sarà curioso di sapere ohe cosa avverrà se i partiti cercheranno di imbrogliarsi reciprocamente, distri– buendo. schede del colore da me prescelto su cui avranno impresso il nome dell'on. Cornaggia, oppure stampando la Corona sabauda sulla scheda di Barzi– lai e il berretto frigio su quella dell'on. Sonnino. Il presidente riceve la busta, constata la suggel– latura, verifica l'identità del bollo, della firma, del numero, stacca il talloncino, depone la busta nella seconda urna. Colla macchina, pr-esentatosi l'elettore, il presidente mette la macchina in funzione, l'elet– tore passa e, con un gesto, ha votato. Nessun perdi– tempo, nessun equivoco possibile, nessuna disper– sione di voti, nessuna nullità. Finita la votazione, il seggio deve accertare il nu– mero dei votanti; estrarre le buste rimaste nella pri– ma urna; contarle; controllare le non regolari; farne un plico; vidimarlo, bollarlo, ecc.; prender nota a verbale; spogliare le buste valide; aprire il finestrino; legge·rne il nome; notare e proclamare il loro numero; contarle tutte; riscontrare il numero dei votanti; ri– scontrare il numero dei voti complessivi; sommare anche i voti · nulli; i contestati; litigare come si è fatto testè ad AleJsandria; fare altrettanti plichi per le buste nulle; per le contestate; per le valide; per le rimaste; suggellare, vidimare, verbalizzare ... tutto ciò coll'effetto di essere ben certi che la sincerità •e l'onestà sono state messe sotto i piedi! Colla macchina, basta leggere il numero dei vo– tanti, automaticamente constatato a mano a mano, aprire i finestrini che dànno il numero dei voti ri– portati da ogni candidato e delle astensioni, e vedere se la somma torna, e non può non tornare. E il de- putato è bell'è fatto! · Ma !'on. Salandra obietta che « non gl-i piace ». Dio mio, non tutte le cose piacciono nella vita, ep– pure, se s_ono utili, bisogna pure acconciarvisi! A me non è mai piaciuto il diritto amministrativo, eppure all'Università me lo sono ficcato nella t,esta e ho preso trenta con lode. (Si ride). Insomma, non lasciamo che si dica sul serio che noi non vogliamo la macchina perchè non vogli·amo la sincerità elettorale. Questa insinuazione assurd':l finir,ebbe per assumere parvenza di verità, se ci osti– nassimo a ricusare perfino di approfondire l'argo– mento. Due obiezioni più serie. Piuttosto io faccio alla macchina· due obiezioni ultime, che altri non ha, credo, affacciate, ma che mi sembrano le sole degne di esame: mi chiedo se il sistema meccanico si presterebbe egualmente bene per un vasto scrutinio di lista, con rappresentanza proporzionale, con voti di preferenza personale, in– .somma, con un numero grande di candidati. Gli in- ventori assicurano di sì, e si offrono di provarlo, ma io questo non lo giurerei; mentre credo che, per il collegio uninominale, una macchina solida non può dar luogo a dubbio di sorta, perchè ad affermar que– sto mi basta quel pochissimo di meccanica che ap– presi quarant'anni fa al liceo di Cremona dal profes– sor Calderoni, che !'on. Sacchi deve ricordare. Altra cagione di dubbio: la limitazione dei can– didati. Non è esatto, già lo accennai, quello che hanno detto gli on. Pantano e Salandra: « non creia– moci delle ·difficoltà: non saranno mai più di- tre o quattro i ~hdidati, per quanto i partiti si moltip_li– chino ». Osservo che già ora, oltre i càndidati mode– rati, ,clericali, di centro, progressisti o giolittiani, ra– dicali, repubblicani, abbiamo i socialisti riformisti, rivoluzionari; integralisti, e i riformisti di destra, di sinistra, di centro e gli indipendenti. ($i ride). Ma, approvata questa legge, se il sistema imponesse di limitare i candidati, questi, giust'appunto, si moltipli– cherebbero, non .solo per le ragioni addotte dall'ono– revole Berlolini, per l'allargamento del voto, nè per– chè i partiti si moltiplicano da per tutto, anche in Inghilterra... (Interruzioni). · Si moltiplicherebbero perchè la limitazione, impo– sta o dalla scheda uffieiale a numero fisso di caselle, o da un sistema meccanico, creerebbe l'interesse ta– lora di moltiplicarli artificialmente. Nè questo sa– rebbe un reato. Ponete che un partito non fosse pronto alle ele– zioni, avesse una ragione qualunque di ritardarle in

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