Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912
158 CRITICA SOCIALE parola e la voce. Una seduta della Camer.a, per esem– pio, trasportata in tutti i villaggi più divisi dal mon– do. Chi sa mai se ci accrescerà il credito? BERTOLINI. Arriver-emo anche alla votazione sen– za fili. TURATI. Arriveremo anche a questo. Solo ieri il collega Giacomo Ferri mi comunicava appunto !'in· venzione di un suo conterraneo, dimorante a Milano, i I signor Armando Ferrar.i: il uotogra/ono. BERTOLINI. È quello del corno acustico. TURATI. L'elettore accosta l'orecchio al mi,crofono, come se fosse al telefono: gli passano nell'orecchio i nomi dei vari candidati. Quando arriva quel dato nome, tocca un bottone, e il voto ·al suo candidato è segnato meccanicamente e indelebilmente. Il siste– ma è interessante e ,sembra che dia tutte le garanzie. Ma apparati di questo genere credo anch'io chr, per ora, abbiano il difetto dei loro stessi pregi: quello d'essere troppo fini e complicati. E, .di fronte ad essi, avrebbe ragione !'on. Giolitti quando dice: « e chi ci crederà?» Se egli stesso sembra avere qualche diffi– coltà a crederci, immaginate i contadini di certi Col– legi; ad essi bisogna portare dinanzi delle cose molto sempli-ci. Ma, anche qui, non conviene esagerare, supponendo che sempre gli elettori sospetteranno unn magìa. . Tutti, anche in campagna, oramai conoscono certe macchine: macchine da scrivere, macchine da cucire, le macchinette per il cioccolatto Talmone, i distribu– tori di biglietti nelle stazioni, ecc. L'idea che, pre– mendo un bottone, possa venir fuori qualche cosa d; sincero e di onesto è già abbastanza diffusa. BERTOLINI. Credo che c'imbroglino. O viene fuori un cioccolntto cattivo o non viene niente. (Ilarità). TURATI. Ma crede lei, on. relatore, che quei con– tadini di scarpe grosse e cervello sottile, che ella teme si spav-entino della magìa di fronte a una mac– china che possono esaminare dentro e di fuori, nelL1 quale magari vedono coi loro occhi il voto che essi dànno cad-ere sotto forma di gettone nell'urna del loro candidato, o apparire sul suo quadrante, dove c'è il suo nome, il suo ritratto, ci sono i suoi simboli e i suoi colori, e se vogliono se lo possono baciar,~ in effigie (ilarità), siano poi completamente tranquilli di fronte a quell'altra meccanica, ben altrimenti com– plicata ed insidiosa, dei sistemi di votazione e di scrutinio in uso e di quelli che orn proponete? Quan– do vedranno la busta col filo... BERTOLINI. Non c'è più il filo. TURATI. È sparito anche chiddu filu!? (Viua ila– rità). Crede ad ogni modo che non vi vedranno qualche cosa di satanico? Io non so. E crede che i contadini sappiano tutte le malizie, che bisogna avere per es– sere in regola di fronte alla Giunta delle Elezioni? Perchè noi riesciamo spesso a lasciar passare la frode e a punire la sincerità. Un contadino di Dronero che, per affermar meglio le sue simpatie, scrive sulla scheda: « Io voglio Giovanni Giolitti» ... ebbene, il voto è sincerissimo, eppure noi lo annulliamo! BERTOLINI. È per quello che si impedisce di scri– vere. TURATI. Va bene; ma insomma ci sono tanti altri modi occulti, per i quali i voli possono o diventare o essere creduti riconoscibili. BERTOLINI. Questo è vendere fumo. (Jnterru– ::ioni). TURATI. Ed ella crede che non sia una industria lucrosa quella di vendere fumo? BERTOLINI. Ma si resta senza arrosto. (Ilarità). TURATI. Ah! on. Bertolini: in un'assemblea di uomini politici, ella ha il coraggio di parlare con disprezzo della vendita di fumo?! Ma poi f.aremo la necessaria propaganda; faremo venire gli elettori, mostreremo loro il congegno, glie lo faremo toccare con mano e insegneremo loro a vo– tare. Tutti· i partiti saranno interessati a far vedere come si vota. Il massimo pregio del sistema meccanico. La questione della spesa. Ma si dice che il sistema meccanico ha il torto di non lasciar sussistere traccia di ciò che fece ogni elet– tore, ond'è che, in caso di irregolarità, è impossibile ricostruire il procedimento. Or questo è appunto il massimo pregio del sistema. Perchè la traccia è ap– punto la chiave che permette di scoprire che voto ha dato l'elettore. Il sistema meccanico non lascia traccia e, appunto· per questo, è l'ottimo dei sistemi. Nè occorre poter fare il processo alle eventuali ir– regolarità, poichè la caratteristica di un sistema mec- · canico, purchè sia come dev'essere, è appunto di escludere per ,definizione ogni irregolarità. Si è fatta anche l'obiezione della spesa. Potrei sor– volarvi, poichè, quando si tratta di assicurare la li– bertà e ,sincerità delle elezioni, nessuna spesa do– vrebbe apparire soverchia. Sarà sempre ripagata ad usura. · Ma, se non temessi di annoiare la Camera, vi ri– peterei il conto, che io ho fatto sulle dita, ma che all'ingrosso è fatto bene. E dal quale risulta che un sistema meccanico, adottando un tipo medio di mac– chine abbastanza perfette, verrebbe a costare forse un quarto delle spese che occorrono p-er il vostro si– stema. Dato il sistema vostro, on. Bertolini, per tutto quello che occorrerà predisporre in ogni Sezione, per il tavolo a ferro di cavallo, le cabine, le urne, ecc., non occorreranno meno di 500 lire. BERTOLINI. Ma molto meno! TURATI. Non è possibile che costi molto meno. BERTOLINI. Centocinquan1a lire, on. Turati. TURATI. Ella suppone di trovare chi la serva a prezzi di fallimento! . BERTOLINI., Veda che il conto suo non va bene. PRE•SIDEN1'E. Ma non interrompano continua– mente così!... Non facciano dialoghi! BERTOLINI. On. Presidente, ma non vede come si divertono? PRESIDÉNTE. Sarà. Ma io prego gli stenografi di tener precisa nota di tutti questi particolari; perchè serviranno alla compilazione di un manuale di tutte le malizie possibili e immaginabili, ad uso del futuro elettore. (Vivissima ilarità). TURATI. Concludendo, come ho detto, 500 lire per Sezione, e, aumentando le Sezioni a circa 22 mila, si avrebbero, per il solo impianto, circa Il milioni di spesa. Le macchine, per la loro rapidità, permet– tendovi di tenere le Sezioni nel numero attuale di circa 12 mila, a 300 lire l'una, costerebbero tre mi– lioni e 600 mila lire; meno di un terzo. E poi dovete tenere anche conto di tutte le spese che· chiamerò di esercizio. Vi sono le trasferte e le diarie ai presidenti, ai segretari, agli scrutatori. BERTOLINI. Quelle si.
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