Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912

CRITICA SOCIALE 157 Or come è lecito dire che tutto questo non è pos– sibile, dal momento che esi,ste? Come è· lecito affer– marne a priori la impossibilità? Non c'è bisogno di'es-. sere dei tecnici, a me basta la. mia vecchia e modesta lieenza liceale per non -poterne dubitare. - •E per ora, per risolvere la questione che ora ,agi– tiamo, mi basta la certezza di questa possibilità; poi discuteremo, se mai, del tipo da adottarsi, che è cosa arnatto secondaria. S-e tre persone di buoB senso e competenti garanti-scano che la cosa è possibile, io ritengo che sia possibile certamente. E con ciò le obiezioni, a cui ho acc,ennato a volo nella discussione generale, sono cadute! Una volta che la cosa è possibile, non ci sono più obiezioni. Obiezioni generiche. - Misoneismo; idiosincra- sie; l'esempio degli altri Stati. C'è la incredulità g-enerica, c'è la prevenzione se~– timentale dell'on. Sakmdra, c'è la pregiudiziale catto– lica del << non vo,gli-amovedere », c'è il fatto che qual– cuno ha soltanto vedute delle macchine cattive,. per– chè gli jnv,entori, che sono la peste del mondo, ne hanno dato anche delle cattive, e queste screditano !e buone; c'è quel misoneismo, p-er cui la macchin~ a vapore in principio era scomunicata, non è vero, on. Ancona? ... ANCONA. Un secolo fa. TURATI. Mi raccontava l'on. ChimierÌti che, quan– do Fulton, se non isbaglio, mise il primo vapore in mare, Ferdinando I di Borbone si mise a ridere a crerapelle, perchè gli pareva una cosa ridicola e in– concepibile che si tentasse di mettere il fuoco e l'ac– qua insieme! . NITTI. I Borboni misero il primo vapore nel Me– diterraneo. TURATI. Il mio informatore avrà sbagliato! Fida– tevi dunque dei professori! Perchè io nori ho proprio nessuna ostilità personale contro F,erdinando I, e non milito all'opposizione contro il Governo bo•rbo– nico. (Ilarità). ANCONA. Era Napoleone che non ci credeva! TURATI. Sì, ap.che Napoleone! Quest0 ricordo por– ta acqua al mio mulino. Ci sono pure delle i-diosincrasie. Conosco degli ami– ci, anche qui alla Camera, che non nomino per non dar loro dispiacere, ma ciascuno mentalmente ne ri– corda qualcuno, i .quali hanno una ·specie di terrore per la meccanioa. Quando hanno da telefonare ed io dico loro: « dillo a me, che telefono io », io so per– fettamente di far loro· un grande piace•re! (Ilarità). Sono idiosinçrasie, che si diradano sempre più, perchè in generale i giovani non le hanno. Poi, contro la mia tesi, ·milita forse, inconsapevol– mente, n·on soltanto l'inerzia, ma il naturale amor proprio. Capisco perfettamente che, se l'on. Berto'lini, l'on. Giolitti, dopo avere studiato dei mesi su questa materia, vedessero le loro pr-oposte respinte e sosti: tuite da un, sistema affatto diverso, non pensato da loro, non potrebbero, è umano, non sentirne un certo rammarico. BERTOLINI. Questo -no! TURATI. Siamo tutti uomini! Quando uno, per esempio, ha studiato per cinque o sei anni· il greco ~iventando un eccellente grecista, è ben difficile· in– durlo ad ammettere che il greco ·sia inutile nella vita, !}erchè con ciò dovrebbe confessare di aver sprecato le sue fatic)')e di cinque o sei anni e si sentirebbe come diminuito. (Si ride). Io poi, sinceramente, non mi sento di ripetere qui seriamente l'obi,ezione che mi si fa da molti nei cor– ridoi: « non vincerai, appunto perchè la macchina è sincera e non permette i pasticci». Nessun Minisiro · dell'Interno - mi diceva anche testè uno dei nostri più illustri parlamentari - per– metterà mai che gli_elettori possano, •davvero e sem– pre, votare come vogliono. Io non so s-e,· parlando cosi, si scherzi o si dica sul serio. Ma lo ripetono con tale asseveranza e se– rietà, che è impossibile non ridere. Io credo che, piuttosto, si tratti di prevenzione, di · inerzia, di abitudine. Quando non si vuole una c9sa, · che -cosa si fa? Lo stesso come quando si vuole ucci– d,-e-reil proprio cane e lo si prociama idrofobo. ·si gonfiano gli inconvenienti, che quella data cosa può presentare. Tutt~ le cose hanno degli inconvenienti. Persino il Gov•erno dell'on. Giolitti ·ne può pr,esentare qualcheduno! In compenso, si chiudono gli occhi. di– nanzi agli enormi inconvenienti del· sistema che si predilige. Questi. non si vedono più. La macchina può guastarsi, si dice. Orrore! Invece 200, 300 schede, buttate dolosamente nell'urna; 200 schede, scritte dalla stessa mano; centinaia di sche– de, con dei. segni di riconoscimento, che· attestano la intimidazione e la corruzione; ),a possibilità della scheda girante; e così di seguito; tutto questo non è niente, tutto que-sto non ,esiste più. Ma io mi preoccupo di alcune obiezioni ·più con– crete, sulJ.e quali anticipo una risposta. Ho avuto il piacere di conf.erir,e col Presidente del 'Consiglio e, poichè non potrò rispondergli dopo, è meglio che risponda prima a quello che egli dirà. (Ilarità). · Egli crede e pensa, per esempio, che sia argomento contro la mia tesi il. fatto che gli altri Stati non hanno ancora adottato sistemi meccanici. Una voce. La Grecia. BERTOLINI. Alcuni Stati d'America. TURATI. Sì, alcuni Stati in America, lo Stato di New Yo,rk, il Visconsin, l'Indiana, il Colorado, la Ca– lifornia, e forse altri. Ma credo che saremmo i primi in Europa. Un po' di primato è poi cosa tanto mal– vagia? D-el resto, altrove c'è meno stimolo a questo, poichè non ci ,sono quasi punto analfabeti. E, infine, l'Italia ha, nelle scienze fisiche e meccaniche, qualche titolo non spregevole, anche per darsi il _lusso qualche vol.ta di· essere originale. Non vedrei ragione di rin– negare Gali1eo Ferr.aris o Marconi. perchè nati in Ita– .lia e non in un altro paese. I prodigi della meccanica. Diffidenze che si vincono. Oggi che la. meccanica fa dei progressi così enormi e si può dire che va rivoluzionando tutta la vita; o perchè soltanto dovrà avere l'ostracismo dagli orga– nismi d,ello Stato? ·Ieri leggevamo nei giornali del– l'ultima invenzione di Edison, il geniale americano J.e cui benemerenze sono tanto maggiori in qminto tutte le sue scoperte servono agli interessi generali ,e non ai soli privilegiati, e si dirigono alla vita e non alJ.e oper,e di morte: alludo al cinefonografo, pel quale, non solo p{lr lo svago, ma anche per la. cµltura popolar.e, avremo il cinematografo non solo a colori, ma parlante e cantante; le persone, il movimento, la

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