Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912

cnITICA SOCIALE 155 sul quale è scritto a penna un numero; con una carta velina lievemente inumidita ognuno ha modo, rile– vando insieme il numero del °talloncino e il punto dell~ sua segnatura, di prç,vare, col rapporto topogra– fico delle due cose,. per chi ha votato. Nulla impedi– rebbe anche di adoperare una pic&ola kodak. (Si ride). E poi voglio fare un'osservazione di carattere ge– nerale: questi mezzi, esistano o non esistano, rie– scano o non riescano effettivamente al fine obiettivo di rivelare il voto che si è dato; basta il poter far cre– dere che possono riescirvi, perchè. la povera gente, che ha paura, non si senta più libera. Anche se io vendo fumo - e lo diceva testè benis– simo il collega Pantano a proposito della busta - basta che io o il mio fattore persuadiamo ai contadini, che dipendono da noi, che il piccolo segn"o, da noi fatto nell'angolo della scheda che gli abbiamo conse– gnata perchè la metta nella busta, potrà essere più tardi da noi riscontrato, oppure che potremo ricono– scere quale- fu la sua scheda e sapere come ha vo- · lato con un mezzo qualunque; ba-sta che possiamo farglielo credere perchè egli non dia più un voto. di– verso da quello che vogliamo. (Commenti). E vi possono essere altre infinite combinazio_ni; Io ha detto poco fa anche !'on. Salandra, la malizia del– l'uomo, dell'itali-ano specialmente, in queste cose, non ha limiti!. .. Quel numero, quel talloncino! Quel tal– loncino, specialmente, è terribile! È il vero tallon– cino d'Achille tanto della vos_tra busta quanto della vostra scheda! (Viva ilarità). Vedete, ogni scrutatore firmerà, p·oniamo, un cen– tinaio· di schede o di buste, ciasçuna delle quali ha sul talloncino un numero progressivo. Supponete che a me, scrutatore, tocchi di firmare le schede o le bu– ste dal 300 al 399. So già che tutte appartengono al quarto centinaio. Mi basta allora, in un qualsiasi mi– nutissimo geroglifico della firma, foggi-are qualche cosa che ~r me corrisponde al 6, al 7, al 16, al 58 e così via, e cosi - confrontando colla lista d'identi– ficazione in. cui è registrato il numero di ciascun vo– tante - io potrò appurare come ciascuno dei miei cento elettori avrà votato. E d'altronde, come ho già detto, per riescire al mio scopo, basterà che l'elettore creda ch'io possa fare questo truccò. Non parliamo dei segni di riconoscimento che si - possono fare mercè piccole piegature della scheda. Le può fare l'elettore; le può fare il presidente quan– do riceve la busta o la scheda per deporla nell'urna. Ma, per rimanere alla scheda, ecco un altro guaio: essa è stampata dal Gov-erno e rimane esclusivamente in deposito presso i suoi Uffici dapprima, poi in cu– stodia del presidente dèll'Ufficio elettorale. Così i can– didati e i propagandisti, prima dell'elezione, non po– tranno neanche possederne qualche esemplar-e, per istruire il corpo elettorale sul modo di servirsene; a meno che il Governo stesso· non ne distribuisca tra i suoi fidati ... La busta ufficiale Bertolini colla scheda libera. Distribuzione impedita, - Rimedii inani. Ma l'on. Bertolini non si illuda che tutti questi guai, e gli altri innumerevoli che -si potrebbero citare, si risolvano a beneficio del suo sistema; perchè ha sentito dall'on. Pantano, ha sentito dall'on. Salandra, e sentirà sicuramente da altri che verranno dopo, che, in ogni modo, la scheda del Governo è ancora il meno peggio. È un orrore, questo è pacifico; ma non è un abbominio come la sua! Non voglio stare a ripetere quello che ha detto !'on. Salandra; egli ha parlato tanto bene, che pro– prio non son riuscito a capire come è che non sia venùto a dire quelle cose da questi banchi! (Ilarità - Interruzioni del deputato Salandra). Dunque la sched•a libera, distribuita liberamente e a profusione dai partiti, magari anche dal presidente del seggio, anche dai rappresentanti dei candidati, messa a disposizione dell'elettore nella cabina, ecc., dovrebbe, secondo i suoi fautori, eliminare i lamen– tati dif.etti della scheda ufficiale, della quale in com– penso la busta ufficiale conserverebbe i pregi e le garanzie. Ma, come è stato già detto, nelle campagne, lad– dove la vita è ancora feudale e la libertà dell'elettore. è un mito (ed è per questi casi che dobbiamo pen– sare a tante precauzioni, perchè, nei luoghi dove tutto va bene, tutto ciò è inutile), cr,edete voi che la scheda Iibei·a sarà veramente libera di arrivare e di essere distribuita e di essere conservata e portata nell'urna? Nei luoghi' dove !'-educazione politica è progredita, tante cautele non occorrono_ più. Esse sono come il codice penale, che si fa per i birbanti; se esistessero soltanto galantuomini, se ne farebbe a meno volen– tieri. Ed allora, in certi cascinali, non si lasceranno nep– pure pervenire le schede, e se -anche fossero perve– nute si faranno restituire. Se si manderanno per la posta, arriveranno soltanto-quelle che portano il no– me dei candidati dell'on. Calissano; nella migliore ipotesi, arriveranno anche quelle dei candidati della Federazione postelegrafica rappresentata dal collega Camp,anozzi... MOLINA. Farà arrivare le mie. Lasci fare! (Viva ilarità). TURATI. Dunque il contadino avrà solo la scheda che gli darà il padrone. Non potrà mai av-erne un'al– tra, perchè, se· anche gli giungesse-, glie la dovrà consegnare. Hanno detto: mettiamone molte .nelle cabine. Ora confesso che io non sono per i brogli, non potrei es– serlo, che diamine! Membro della Giunta delle ele– zioni, bisogna pure che mantenga il mio prestigio ... Ma francamente, bisogna che vi dica che, anche un po' per gaminerie, sen:,,a voler commettere un reato, se, entrato in una cabina, vi vedessi molte schede del mio avversario, ,eh!... sarebbe in me irresistibile la tentazione di mettermele in tasca! (Vivissima ilarità). Se poi, invece di mettervene in abbondanza e di tutte le qualità, facendone un enorme e costosissimo spreco, il s-eggio o i rappresentanti dei candidati do– vessero lasciarvene poche, e provvedere, occorrendo, a rifornirle ogni volta che un •elettore è uscito dallo sgabuzzino; e allora, ecco bell'e finita la segretezza del voto; perchè il rifornitore non avrebbe che da conteggiare: tre erano prima per ogni candidato; ora, del candidato Tizio ve ne sono soltanto due; quella che manca è quella che l'elettore ha adoperato per votare. Come vedete, è una operazione molto fa– cile, che si può fare da chiunque di noi, senza bi– sogno della macchina per conteggiare. (llar·ità). L'organizzazione della frode. Ed ora io rubo... cioè non rubo, perchè la stessa idea l'avevo avuta anch'io... abbiamo insomma una idea in cooperativa· io e l'onorevole B-aslini... E ri– chiamo qui l'attenzione dell'on. Buonanno, per "la

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