Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912
154 Cf\lTICA SOCIALE al testo governativo del disegno cli legge, egli con– dannava quella busta, che più lardi si decise ad ac– cettare. E perfellamenle leoito cambiare parere ... BERTOLINI. E l'unica cosa seria che si possa fare!. .. TURATI. E una forma di coerenza anche quella! Coerenza colla verità, anche se tardi riconosciuta. BERTOLINI. E io ho avuto il coraggio di averla ... TURATI. A patto, s'intende, di non mutare troppo spesso!. .. (Si ride). BERTOLINI. Certamente, sino ad un certo punto. TURA TI. I difetti della scheda Giolitti, vennero dunque, già lo dissi, luminosamente dimostrati dal Relatore. Anzitutto la necessità delle candidature uf– ficiali, prestabilite di lunga mano, colla conseguenz1 di inceppar-e ogni libertà del corpo elettorale, di prestarsi a ricatti ed a frodi, e, sopratutto, di im– porre la limitazione del numero dei candidati. Que– sta difficoltà parve lieve all'on. Pantano e all'on. Sa– landra, il quale disse: « non esageriamo; più di quat– tro o cinque candidali non si hanno mai, e non è de– sider-abile si abbiano ». Ma qui i nostri egregi col– leghi credo che s'ingannino, e fra breve glie ne darò la dimostrazione. Perchè, se la loro tesi è giustissima finchè la limitazione non è resa necessaria dalla legge, è appunto questa imposizione che potrà far nascere, in molli casi, la molteplicità dei candidali. Il secondo difetto capitale della scheda ufficiale, secondo il Relatore, sta nelle difficoltà tecniche della preparazione, e nella possibilità di equivoci a cui espone l'elellore analfabeta. E vero che !'on. Pantano diceva testè che non bisogna esagerare l'incapacità degli analfabeti, che d'altronde l'istruzione li va di– radando, ecc. Bellissime cose come augurio; ma non dimentichiamo che, oggi come oggi, gli analfabeti esistono ancora; che in Italia sono quasi il 50 per cento della popolazione; che in alcune provincie rag– giungono il 70 e 1'80 per cento; e che, in conclusione, noi facciamo q I.lesta legge appunto per gli analfa- 1.Jeti ... (fole1·1·uzioni). Difficoltà tecniche della prepal'azionedelle schede. La complicazione dei simboli. È tlunque pacifico che i difetti della scheda ufficiale sono enormi. A proposito del lungo tempo, che esige la sua preparazione, !'on. Bertolini ci ha dichiarato che lo stesso on. Giolitti ebbe a fargli presenti le conseguenze politiche gravissime che potrebbero de– rivarne ... BERTOLlNI. È giusto. TU HATI. ...dacchè un Ministero, che preved,esse la crisi, potrebbe a disegno ritardarne la prepara– zione per creare imbarazzi al proprio succes– sore. (Si ride). GIOLITTI. È per questo che si è cambiala! (Ilarità). TUHATI. Ma, siccome si cambia ogni giorno, e la c;usa rimane sempre la stessa, come dichiarò l'on. Ber– lfllini, non è facile sentirsi del tutto rassicurati. (;lULlTTI. Si cambia sempre in meglio. TURATI. Sia pure. Sempre più bello e sempre )Jiù difficile! (Si rirle). Ora si vorrebbe introdurre la pos– sibilità di stamparvi dei simboli, dei contrassegni, per distinguere i varii candidati. Da noi non è come nel Nord-America, che i simboli si riferiscono ai va– rii partiti, e quindi non sono che cinque o sei. Qui si tratterebbe cli contrassegni personali per ogni can– didato. Tant'è che alcuni propongono la fotografia. Naturalmente, nella mia qualità di uomo brutto, io protesto con tutte le mie forze! (Vivissima ilarità). BERTOLINI. Non è vero! TURATI. Avreste dunque, per ogni Collegio, cin– que o sei contrassegni da stampare, e tutti diversi da quelli dei Collegi vicini. GIOLITTI. Se li prepareranno i candidati. TURATI. Se li prepareranno i candidati? Lei sup– pone che si mettano d'accordo fra di, loro e facciano una specie di Cooperativa... (Si ride). GIOLITTI. Faranno quel che vorranno. TURATI. Ella ha già notato il sacro terrore che io ho dei blocchi, l'ascetica repugnanza dai contatti, specialmente da qualche tempo in qua. (Si ride). Eb– bene, io non credo affatto che i varii candidati si metteranno d'accordo! N-0n potranno che liligare. (Commenti). Mi si osserva che i contrassegni non riguardano la scheda ufficiale, bensi la scheda libera da introdursi nella busta Bertolini. Ma oggi !'on. Pantano ci ha pure portato qui una scheda con contrassegni, model– lata sulla scheda Giolitti. GIOLITTI. No, era un'altra. TURATI. Era un perfezionamento, o voleva essere, della scheda Giolitti. Era insomma la scheda ufficiale. · E per questa la stampa dei contrassegni la dovrebbe far-e il Governo! Voci. Quella è la scheda Pantano. TURATI. E allora, dato un simbolo per ogni can– didato, dovrebbe stampare almeno duemila simboli diversi! Vedete che enormità di spesa e di tempo; cose addirittura fantastiche! Questo però - per es– sere esatti - non era il concetto dell'on. Pantano. Secondo la sua proposta i simboli sarebbero sempre gli stessi per tutti i Collegi; ogni candidato sceglie– rebbe il suo. La cosa è certamente meno irrazionale. Difficoltà per l'elettore. Violenza e corruzione possibili. - A proposito di vendita di fumo. Poi si dice che la scheda va in mano di chi non è capace di segnare, o almeno di segnar giusto, per– chè la man·o del contadino è rozza, inesperta, spesso anchilosata. E poi con che si segnerà? Se con l'in– chiostro, lo sgorbio è inevitabile, l'impronta, col pie• gare della scheda, si riprodurrà in corrispondenza al nome di un altro candidato, ed eccovi contestazioni, dubbii, nullità; se con una matita, il segno potrà \'enir cancellato con grande facilità; se sarà un buco, lo si vedrà troppo facilmente; un timbro a scccu nuu è agevole a maneggiarsi dai non pratici, senza pro– durre lacerazioni; se sarà un francobollo, si distac– cherà facilmente e lo si potrà facilmente trasferire a favore di altro candidato, ecc., ecc., per cui pare che nemmeno quest'idea dell'on. Baslini sia molto quo– tata. (Si ride). Ma poi non avete pensato ad un'altra cosa, dato che facciamo questa legge di diffidenza, e cioè alla possibilità di portar fuori la prova del voto dato. Questa possibilità permane con la scheda ufficiale. Quawnquc chiJ.J1icovi dirà che si possono preparare delle soluzioni, con cui, spalmando la carta, si po– trà ritrarre l'impronta dell'inchiostro o della matita, con cui è fatto il segno, e del nome e del simbolo stampato che vi sta accanto. Ma basta una carta velina. Siccome la scheda (ed anche la busta) hanno l'appendicite... (Viua ilarità) non mi viene il nome... il talloncino (Viva ilarità),
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy