Critica Sociale - Anno XXII - n. 9 - 1 maggio 1912

CRITICA SOCIALE. 139 lettuale. Dopo tanti secoli, è tuttora la Grecia che ci offre il modello di tutte le forme artistiche e let– terarie, e le regole immutabili della logica. Per que– sto, la scoperta di un ·palimsesto o di un torso greco ·è sempre un avvenimento, che interessa le classi colte del mondo civile. Egli è che la forma - che alcuni hanno in dispre– gio - è riv-elazione di sostanza. Essersi raggiunta da un popolo tale perfezione estetica, significa che J,a sua psiche pervenne . integralmente alle più alte espressioni del pensiero, anche nell'etica e nel sa– pere. Da ciò l'armonia perfetta dello spirito greco, in contrasto collo sviluppo unilaterale, e quindi mo– struoso, di altre genti. Nell,a filosofia e nella scienza, irifatti, la Grecia non f.u meno goonde che nelle arti e nelle lettere. La filo– sofia, con _Socrate ed Epitteto, diede quanto di meglio e di più umano trovasi neJJ.e rivelazioni, senza le brutture mistiche proprie di queste. Da Senofane ad Ar-eteo, la .scienza greca, per quanto dovutà sopra– tutto intuire .e divinare, costituisce il.· presupp0sto di tutt-e le scoperte scientifiche posteriori. Guardate. Molti secoli avanti Cristo, Senofane insegnò che ogni rivelazione supernaturale è una illusione, in quanto ogni stirpe e ogni individuo si formano le divinità a. propria immagine; che i fenomeni naturali nascono dalla combinazioJ10 di elementi primordiali; che la terra e l'uomo so.no destinati a scomparire. Eraclito insegnò che tutto muta incessantemente; che la vita è evoluzione; che gli organi dei sensi sono i canali, per i quali la verità perviene allo spi– rito; che non può aversi -conoscenza sicura col solo aiuto delle risorse interiori. Alcmeone designò il cervello come la sede orga-· nica della vita intellettuale. Pitagora insegnò che una legge presiede a tutti i fenomeni della natura; che i pia·neti sono regolati da leggi matematiche e girano - come la terra - at– torno al sole. Anassagora insegnò che nulla nasce e nulla si distrugge 1 che tutte le forme sono iggregati di ele– menti preesistenti. Si crede ch'egli pel primo spie– gasse le eclissi e le fasi lunari. Democrito insegnò gli atomi eterni e capaci, per loro varie combinazioni, di generare tutte le forme di tutti i corpi. · ·Ippocrate creò la medicina scientifica attribuendo tutte le malattie a cause naturali. Aristotele insegnò che· il· moto è la condizione· es– senziale deJJ.a vita; che esiste una connessione fra gli astri; che i corpi semplici, vegetali e animali, formano una catena; che la nutrizione e la disgrega– zione operano costantemente nei corpi viventi. Zenone insegnò che le idee risultano di sensazioni e la ragione non fa che connettere i dati forniti dai sensi. Epicuro insegnò che gli dèi sono una illusione e le religioni un morbo. Euclide scrisse trattati di geometria, di sezioni co– niche, di divisioni dei poligoni, di ottica, di armonia. Erasistrato sostenne che esiste stretta relazione fra il numero e il rilievo delle circonvoluzioni cere– brali e lo sviluppo della intelligenza. Archimede scoprì tnolte leggi di meccanica e d-'idro– statica. Eratostene compilò un catalogo delle stelle prin– cipali; studiò le rivoluzioni geologiche e disegnò la prima carta geografica dei paesi fino allora cono– sciuti. Ipparco scoprì la precessione degli equinozi, e rapportando ad un sistema di linee longitudinali e latitudinali la posizione dei punti del globo, ebbe una nozione esatta ·della sfera terrestre. Al criterio teologico della filosofia -della storia, che trov·a la volontà di un dio in tutto e da. per tutto, fin ne.J movimento 'd'un fuscello, sistema che pre– vale ancora, e che ebbe la sua massima espressione nel Discorso sulla storia universale del Bossuet, i Greci sostituirono la forza delle cose, la spinta in– tima di un·a legge di progresso, che è inerente ad ogni organismo, che sta in fondo ad ogni evoluzione. E potremmo continuare; ma questo poco basta a dimostrare quanto siamo lontani dalle demenze mi– stiche delle rivelazioni; quanto la stirpe greca è lon– tana e com-e straniera alla semitica; dalla visione el– lenicamente se;rena e razionale della vita e dell'uni– verso, soffuso di forza e di bellezza, si passa a uria fiantasmagoria semitic,amente ,Jruce di peccato umano e di divina vendetta. · · L'e.llenismo non prevalse ,allora e mal riesce •a p,re– v.alere anche oggi, perchè non sa e non può valèvsi delle mistificazioni e delle menzogne proprie dell'er– rore, sfruttato dalle religioni; perchè l'umanità non ancora si elevò così da apprezzare tanta grandezza di .vero. Pur troppo, nella storia, l'assurdo, se ri– sponde a un sentimento proprio a un'a data costitu– zione sociale, è ,spesso più efficace· e vitale della ve– rità. È f.also che in Grecia regnassero il disprezzo degli umili e la tolleranza per le iniquità del mondo; man– e.asse, ci,oè, i-1 sentimento dell'umanità. _: Precetti morali e massime umanitarie, la Grecia ne ebbe quanto ogni altro popolo; la apparente tolferanz-a delle iniquità soci-ali non era che l'effetto di un tem– peramento equilibrato e sereno, e d-ella coscienza di non poterle allora correggere, come non le corresse tutto il fanatismo pazzesco dei semiti ebrei, cristiarii e maomettani. Interpreti per intuizione di un anti~ veduto determinismo economico, i Greci comprende– vano che non giova neHe fata dar di cozzo; che non era possibi-le scava.Jcare l'opera del tempo e degli svi– luppi economici e meccanici. È di un· greco· il motto indirizzato allo schiavo che girava la_macina: tu sa– rai libero quando la macina si potrà muovere da sè. E. R-enan smentisce questa pretesa lacuna, che pure aveva con· altri affermata: « La Grecia - egli scrive - ha fondato l'umane– simo razionale ,e progressivo. La nostra _'<Irte, la nostra letteratura, la nostra filosofia, la nostra mo– r?le, la nost~a politica, . I~ nostra .strategia, la nostra d1plomazia, 11 nostro diritto marittimo e internazio– nale sono di origine greca. Il quadro della cultura umana, creato d-alla Grecia, è suscettibile di essere infinitamente allargato, ma è completo nelle sue parti. Il progresso consisterà nello sviluppare eternamente ciò che la Grecia ha concepito, nel riempire i dise– gni ch'essa ha abbozzati ». Il fatto che i Greci mancassero di senso religioso, e che perciò non abbiano potuto concepire l'idea di una religione universale, è un titolo d'onore; an– zitutto perchè, in fondo, la religione è sempre una menzogna, necessaria o non necessaria -non occorre qui discutere; poi un~ religione ·universale non po– trebbe non cozzare contro la libertà dei v.ari popoli e dei vari individui, che fanno gli dèi a propria im– magine.

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