Critica Sociale - Anno XXII - n. 9 - 1 maggio 1912

138 CRITICA SOCIALE blèma della loro disoccupazione utilizzando la spe– cializzazione tecnica e organizzativa che li distingue in materia di lavori idraulici. Certamente il progetto è per se stesso lodevole. Esso può recare un sensibile contributo nella lotta contro la disoccupazione, e nel medesimo tempo - data l'innegabile utilità generale dei lavori in questione - può portare tale lotta sopra un terreno, in cui l'interesse della categoria coincide ·coll'inte– resse della collettività. Auguriamoci di tutto cuore che tale progetto si effettui al più presto. (Continua). ANTONIO GRAZI.A.DEI. Abbiamo pubblicato: GINO BAGLIONI Il possibile embrione di una grande conquista (Aproposito delle • rappr~sentanze dicat goria » deiferrovieri) con proemio di FILIPPO TURATI Centesimi 25 (franco di porto) Presso Libreria dell'Avanti!, via S. Damiano, 16, Milano. Commissioni coll'importo. - Per almeno 20 copie, 20 °lo di sconto. L'ELLENISMO DIFRONTE ALLA CIVILTÀ Dovunque è la credenza nel supernatura-le, nella esistenza cioè di uno o più dii, con qualunque nome e con.qualunque attributo, essa dà luogo alla super– stizione e al pretismo, cioè porta seco l'allucinazione e la mistificazione, tutto ciò che più decentemente chiamasi religione. Anche l'Ellade, che fu il paese p1u fortunato p"r copia di doni e privil-egi naturali, non si sottrasse a questa triste fatalità. Sebbene ignorasse il fana– tismo oupo e la serie. infinita degli articoli di fede . cl-ellascolastica, pur-e le larve de' suoi dii e delle sue dee ebbero ta-lvolta sete di sangue, posero molte vite i-n pericolo e ne spensero più di una; anch'esse fu– rono spesso crudeli e sanguinarie, e ciò prova che l'idea di dio,· triste eredità dell'umanità primitiva, è per se stessa profondamente malefica. Il paganesimo non ci ha tramandato alcuno dei co– sidetti « libri sacri », dove i sacrjfizì di uomini e di animali sono disciplinati dalle stagioni, dalle lu– nazioni, da-i giorni e dalle ore, e tassativamente im– posti dal volere del nume; nondimeno, dal sacrificio di Ifigenia a quello di Socrate, le deità pagane fecero anch'esse delle vittime. È per questo fatto - importantissimo per chi studì le influenze prossime e le ripercussioni lontane delle religioni sull',avvenir-e ·della società - che il politei– smo pagano si differenzia profondamente dal mono– teismo semitico. Non avendo « libri sacri», la Grecia non ebbe dom– mi, nè un vero sacerdozio organizzato per la conser– vazione dei dommi; la nozione delle varie divi'Ilità era affidata alla concezione arbitraria dell'individuo .. Da questa assenza di regole definitive di fede, dalla mancanza di Bibbie, promana quella meravigliosa libertà di pensiero, che lanciò lo spirito greco in tutte le direzioni, senza che incontrasse la muraglia dei testi rivelati, nè il veto odioso dei preti. Fu perciò che il paganesimo non fu incompatibi-le con quel fenomeno meraviglioso di bellezza e di ve– rità che è l'ellenismo, il quale ha realizzato l'ideale dell'arte, <l.ella filosofia, della scienza di tutta insom– ma la vita profana, e nel quale ogni idea feticista e re,Jigiosa si è volatizzata fino al più indifferente atei– smo, -ciò che costituisce la vera liberazione dello spi– rito umano. « La Grecia - scrive E. Renan - questa plaga pri– vilegiata del mondo, questa divina foglia fii gelso– moro gettata in mezzo ai mari, vide schiudere per la prima volta la crisalide della coscienza umana nella sua ingenua be!J.ezza. Ecco perchè la Grecia è una Terra Santa per chi ha il culto della civiltà; ecco il segreto di quell'incanto invincibile ch'essa ha sempre esercitato sugli uomini iniziati alla vita liberale. Le vere origini dello spirito umano sono là; tutte le in– telligenze nobili trovano in essa la patria dei loro padri». « L'ebraismo e il cristianesimo spariranno; la missione semitica finirà. La missione greca, cioè la scienza, la civiltà razionale, · sperimentale, senn ciarlatanismo, senza rivelazione, fondata sulla ragione e sulla libertà, al contrario continuerà all'infinito e, se cquesto globo ven.isse a mancare ai suoi còmpiti, se ne troverebbero altri per svolgere ad olt:vanza il programma della vita: luce, ragione·, verità». Nessuna meraviglia perciò, se i filosofi greci per– vennero subito alla interpretazione storica - eveme– rismo - e aHegorica - stoicismo - del fenomeno religioso; se Luciano e Aristofane in quei tempi po– terono volterrianeggiare come moderni parigini; se Celso e l'Imperatore Giuliano scrissero di cristolo– gia come i più eruditi della scuola di Tubinga. Ma quando anche concedessimo che la mitologia pagana sia concezione irrazionale e malefica, quanto le r-eligioni semitiche, certo è che, mentre la psiche semitica resta completamente deformata dal nefasto spirito religioso, questo stesso spirito non ha spie– gato affatto la medesima influenza deleteria sul-la psi– che ariana, che grandeggia sublime nell'antica Ellade, dove splende ancora come faro luminoso di bellezza e di verità a tutti i popoli della terra e ad ogni av– venire umano. Nella politica la Grecia offre ancora il tipo dello Stato futuro; alle grandi unità assolute - veri ma– stodonti antidiluviani - opponendo la repubblica fe– derale, di cui s'incomincia ad avere qualche saggio nella Svizzera e negli Stati Uniti d'America; su cui si modelleranno i futuri Stati Uniti d'Europ-a. Già Platone e Aristotele, nei loro trattati di Politica, per– vennero logicamente a concezioni · utopistiche, non superate d~gli anarc~ici ,moderr,i. La storia della' Grecia è materiat~ di lotte di caste e di classi, come da noi, e questo fu bene, perchè la dinamica psicologica della società è data dall'a– zione di tendenze contrarie. Alcuni inorridiscono al pensiero di queste lotte interne, oggi civili, incivili altra volta; ma •non c'è che fare; è il contrasto di queste tendenze che muove il mondo e suscita il progresso; dove manca, ìl mondo imputridisce in un ristagno di barbarie. Le guerre della Grecia per la difesa del suo ter– ritorio e della sua libertà sono pregne di tanto eroi– smo e civismo, da apparirci ancora mirabili, a tanta distanza di tempi, colle battaglie più gloriose, coi nomi dei più eccellenti capitani e dei più grandi le– gislatori. Nell'-arte poi - l'espressione più ideale dei senti– menti - la Grecia è ancora, forse sarà sempre, in– superata maestra. Il popolo greco fu il più ammira– bile per il senso artistico e per la produzione intel-

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