Critica Sociale - Anno XXII - n. 8 - 16 aprile 1912

120 CRITICA SOCIALE quella che egli ne traeva: e cioè ad. una ~aggi ore facilità di allargare - J:?Urchè.lo s1. voglia -:-- le attribuzioni e la sfera di attività dei delegati. . Quanto poi alla preocc~pazione. che_ l'oper!l dei Comitati possa sovrapporsi alle allr1buz10n_1dei rap– presentanti e menomarne l'impor\anza, c1 permet– teremo all'autorità del nostro DJrellore generale, di contrapporne ·un'altra_ - quella cli_Alessand_ro Millerand - di cui egli, m q_1;1esta spec1'.1lemateria, che è, in certo modo, di creaz10ne del 1'4m_1stro fran– cese vorrà certo riconoscere la super1ontà (1). E' ad ogni modo v'è un'altra autorità, Sl!periore a tutte queste, e ali~ quale, in un tema d( questa. n~– tura, è sempre possibile e doveroso nvolgers1 .m ultimo appello - poichè si tratta del magg10re in– teressato - intendiamo il Paese. .Frattanto, per dare _alla discussione un sostrat~ ' almeno iniziale di fatti e una base concreta su cm svolgersi, la costituzione dei qomitati esecutivi del~e Delegazioni dovrebb'essere ripresa con a~dore_ 11: tutti i Compartimenti, nel mentre le Orgamzzaz1om del personale ~ quelle alm~no che si i spiran o al metodo della crraduale. conqmsta -- dovre ~be.ro se~:,, tire subito la ~ecessità di iniziare l'agitazio ne p er la trasformazione· delle rappresentanze in un vero e proprio istituto di natura arbitrale. Una simile lotta, che offrirebbe una palestra .ma– gnifica cli educazione e di prepàrazi~ne sindacale? di cui c'è tanto bisogno, dovrebbe sorridere a quanti vocrliono sinceramente l'elevazione della nostra clas– se."'e cli tutto il proletariato, chè .la conquista n~n potrebbe a lungo rimaner cQnfinata nella cerchia dei ferrov.ieri. • Tale riforma è, crediamo, meno ardua di quello che a prima giunta non sembri. · Vero che l'on. Sacchi - nel discorso che coronò la laboriosa discussione ferroviaria del febbraio 1911 alla Camera dei deputati - a Filippo Turati, che appunto aveva svolto ·e propugnato il concetto di un congegno arbitrale, opportunamente_- ·adattato alla natura dell'azienda, ·per prevenire e risolvere i con– flitti fra ·personale e Amministrazione nelle Ferro– vie dello Stato, opponeva che·« l'arbitrato obbliga– torio, in materia di interesse collettivo ed in servizio dello Stato, .è un assurdo incompatibile con la sovra– nità del Parlamento e deve essere recisamente re– spinto »; ma lo stesso on. Sacchi si affrettava ad a·mmettere e ad augurare che, « in un tempo non lontano, una più pacata preparazione, il raccogli– mento degli animi, la buona prova della rappre– sentanza, che è il primo passo, avrebbero assi– curato l'avvento cli quegli istituti d'arbitrato che, compatibilmente con le esigenze del regime demo– cratico, potranno sorgere a regolare i rapporti fra1 lo Stato e i .suoi .lavoratori». Ebbene, le Organizzazioni del personale dovreb– bero ·appuRto ·richiedere « un istituto arbitrale com– pa.tibile ,con le esigenz·e d·el regime democratico ». Negli. eventuali .dissensi •fra la Direzione generale delle .Ferrovie e .la rappresentanza del personale, la definizione, attualmente• rimessa al Direttore, fatto cosl giudice ·e parte, dovrebbe spettare al Ministro, su ·parere di un apposito Collegio arbitrale da crearsi presso il Ministero dei Lavori Pubblici - come, ad .esempio, la Commissione per l'equo trat– tamento· dei ferrovieri, delle Secondarie - oppure in seno al Gonsiglio superiore del Lavoro. Già l'Ufficio deJ,Lavoro ·- illustrando le organiz- • ! I, 0 (1) Le Jo1<nial Offlclel del 1-, 0 febbraio 1910 recava Il Decreto mtnl– stèrtate 18 gennàto 19°10 cori out· Il Millerand modlOcava ·l'organizza– zione· del ·éi,11slgll at' discip'i111à•'.•'1l~11àlt • delle Poste e Telegrao, e l'àrtra,"eiess~ · <lata,: sut:.t,,l>islglli> 'it1 ';/4.,,1111t111stràz1011e. In questo, come •tteQ'll altri, vè11il>a)jo -ainoiessè te rappresentanze del personale zaiioni degli impiegati in Italia (1) -:--. ebbe un ti.: micio accenno a voler entrare nel domuuo del lavoro burocratico. E sarebbe, ci sembra, veramente op– p.ortuno, che le attribuzioni, .le. ricerc~~. gli studi dell'Ufficio stesso e del Cons1gho super10re - de– terminati dagli art. 1 e 4 della legge 29 giugno 1902, n:. 246 e 1 e 10 del relativo regolamento - dalle questi~ni, che riguardano i lavoratori delle indu~trie libere, si estendessero a quelle che CQ!lcern~mo1 JaL voratori dello Stato, che crescono ogm dì più, e d~– gli allri servizi pubblici affidati a Compagnie pri– vate o ad Enti locali. IX. Concludend Da questo punto di vista, non a tort.o giudichiamo l'istituto delle rappresentanze « il possibile embrione di una grarrde conquista». E la importanza della sua trasformazione ci sem– bra valga bene gli sforzi, che - non ce lo dissimu– liamo - i ferrovieri dovranno compiere, non solo per vincere le, resistenze del mez-zo esterno,. ma per\ rimorchiare il peso morto degli indifferenti e sfatare· i presuntuosi sarcasmi di quei certi cotali, che ci sembrano invidiare la dabbenaggine di Paolo di Tarso, il quale, mentre sdegnò di raccogliere, sulla via riarsa, il ferro di cavallo indicatogli dal Cristo., si chinava poi faticosamente a raccattare lè ciliege, che il maestro aveva comprate colla vendita del ferro, e che gli lasciava cadere ad una ad una a severo suo ammaestramento; essi infatti sdegnano occuparsi di migliorare -l'istituto .delle rappresen– tanze, che aprono la via .alla « vile collaborazione,» - s'ingegnano anzi di screditarle e di attribuir loro non sappiamo che diabolici fini - salvo poi rasse– gnarsi a fare le umilianti. anticamere e a stilare i telegrammi querimoniosi, che, come lri nebbia, la– sciano il tempo che trovano; gioco volgare, in so– stanza, con cui s'industriano di mascherare la loro incapacità ·e la loro fìaccona. Pensino ,i ferrovieri alla responsabilità, che grava su di essi, per la riuscita di questo primo esperi– mento di collaborazione, che non interessa loro sol– tanto. E evidente infatti che, quando avesse buon esilq, non potrebbe non estendersi ai postelegrafici,• ai più che trentamila ferrovieri dell'industria priva-. la, a lutti insomma gli addetti ai servizi pubblici nazionali, provinciali e comunali. .Consapevoli di ciò, fino dal luglio scorso, lan– ciando ai compagni del Compartimento di Milano· il manifesto per l'elezione dei delegati, scrivevamo: « Vi sono fatti storici che - maturatisi .lentamente, . come il seme nel solco, altrave'rso travairliati eventi, I \1 1 'I' I'\ r;> I i ~. ,• 1 fatiche e dolori - erompono poi, dall'indistintò, nella 'realtà operante .•eirraggiano Q,uove. luci rivolte a illu- minare sempre più larghi orizzonti. · « Nell'ambiente ferroviario noi oggi ci troviamo di– nanzi .ad uno òi tali avvenimenti. Questo inizio della colla,l)orazione del personale ha l'importanza· di una emancipazione compiuta ed indica la marcia inelut– tabile degli umili verso le ideali cime». . Lo_ ripetiamo _oggi nella lusinga d'esser meglio. mtes1 e compresi. Ci ascoltino gli amici di buona volontà, nell'in– teresse e per l'onore della nos"tra numerosa falange, li!,91;1ale :-- P?Sta dalle circostanz_e att1;1alii:ella-_pos– s1b1htà d1 ap.r1re una nuova breccia nei fort1lizt _dello (I) MINISTERO DI A. I. e c.; UFl'ICIO DEL LAVORO: Lè OrganlzUJ• · zfonl d'Impiegai.: notizie 1u le origini e I:>sviluppo• delle Orgaol.z.. za,lonl cli miglioramento clegll Impiegati· pubblici e privati In Italia, ....: Roma, 1910. · ·

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