Critica Sociale - Anno XXII - n. 8 - 16 aprile 1912
CRITICA SOCIAL~: 123 gneri del Genio Civile alla Giunta Genera,Ie del Bi- lanoio. .. Rimane l'altra questione: se i lavori concessi alle Cooperative fossero e siano veramente di pubblica utilità. · Per quelli che riguardano lo Stato, non credo vi possa essere dubbio. Chiunque abbia constatato l'enorme aumento di ricchezza generale, che si è prodotto nelle zone bonificate, ne può far •fede. , L'unica obbiezi,one qhe si deve muovere a tali lavori, è che essi non hanno tesi tutti i risultati di, c.'ui sarebbero stati capaci, perchè si, è tnascurato di coord.inarli ad altri lavori, che parallelamente avreb– bero dovuto essere eseguiti a monte. E' assurdo elevare in pianura argini, .aprire nuovi canali di scolo, bonificare; se contemporaneamente non si fac: ·ciano opere di rinsaldamento e di rimboschimento sui monti. Senza queste, e per ragioni che tutti ormai sanno, le acque, scendendo dai monti, continue,ranno :,ad ~1:i:s~r!} torrentizie e a trascinare con sè troppa térra; i letti. dei fiumi c_o.ntinuerali).noquindi ad al– .zarsi; e grll,n parte dei lavori eseguiti al piano •.finiranno coll'essexeJ.nu_tilizzati o .distrutti. i' I.Poichè sol•o ..da idue,,o. tre ann1.110;,~tato ':6d ,co 'r.pi tecnici mostrano di· aver comprese queste· verità- . elementari,- i;ton pare che, per il passato, proprio i ,braccianti debbano essere accusati, a tale proposito, di responsabilità o cdrresponsabilità prevalenti. IL che non deve però dispensarci dal desiderare che, della nuo,va coscienza tecnica che si ·va facendo strada, si · rendano conto anche gli ispiratori dei bracciitnti: cosicchè, specialmente in Romagna e nel Bolognese, inv:ece. di chiedere, d'ora innanzi,- nuovi , lavori idraulici al piano, si- chiegga che prima si eseguiscano al monte quelle altre .ope,re, che sole possono assicurare la stabilità e la pien.a efficienza dei capitali già impiegati in basso. ' Quanto ai lavori concessi ai bracdanti dai Co– muni; ·u .giudizio deve .essere meno benevolo; giacchè sembra innegabile che, in alcuni casi, varie ammi– nistr~zioni locali, pur di ·contentare· i braccianti che çhhidevano lavori per l'inverno, non si siano peritate di decretare tumultuariamente spese, çihe, o erano inu,tili ·per la collettività, oppure erano· meno utili di altre, le.quali tuttavia non. si facevano solo perchè noll c'era di mezzo la pressione dei braccianti. La critica .essenziale, che in tale argomento si può :, ;nuovere.ai braccianti, è piuttosto questa: che essi sono .caduti e cadono in un grave errore, se pensano che i lavori pubblici locali siano atti a costituire ..un ,mezzo continuativo nella lotta contro la disoccu– pazione, . I ra:vori pubblici locali - la:vori prevalentemente id-r,aulici e ,di bonifica ,_ formano una quantità de- ,,,iìnitta,~i, eniwà.s<J1i);aggior..,,parte -.,-1almena;31J-pi.ano.,. è stata ormai esaudta. Il resto·lo sarà.in poèhi,anni ,, é,sv,ilupperà ,ad ogni modo - come rimedio contro . la di,socèupazione - una efficacia sempre decre– scente. · · Dal punto di vista della disoccupazione, e prescin- . dendo-. dal rimedio emigratorio, i lavori di bonifica rappresentano ·un vantaggio çhe è duraturo unica.:. mente per gli effetti ultimi. Soltanto quando - come abbiamo ·accennato a suo teni.po - si passi a colti– vare intensivamente i terreni bonificati, diventa pos– sibile occupare definitivamente una certa massa di lavoratori, passandoli però sempre, dalla occupazione straordinaria delle• imprese• pubbliche, -alla occupa– zione continuativa dell'agricoltura. · Per ammettere il contrario, bisognerebbe suppor.re· che lo Stato avesse il diritto o l'obbligo di inve~taire· sempre nuovi• lavori pubblici in una' medesima· re-· gi.one, all'unico scopo di far lavorare una determi– nata :categoria .. Ma· una simile tesi sarebbe cosl -irµ.-. l!t0rale ed antieconomica, che basta enuncia'rla per_ segnarne la.• condanna inesorabile. Molte delle cri– tiche, che, sotto questo aspetto, si sono mosse al Governo per la sua politica dei lavori pubblici in Romagna, se sono in se stesse poco fondate, hanno , però trovato un motivo ed un colorito favorevolir , per il fatto che troppe volte il movente alla c<;mces– sione di quei lavo-ri non è stato l'interesse generale - che pure coesisteva - ma l'interesse speciale di una sola categoria, " manifestante " in piazza contro una disoccupazione alla quale essa vòrrebbe ovviare senza mai allontanarsi dall'ombra del campanile nativo. Queste nostre osservazioni, sui rapporti fra lavori pu_bblici locali e disoccupazione, conservano tutto il loro.· valore, finchè appunto i lavori pubblici siano loèali. Se, inv.ece, si considerino. tutti i lavori pub– blici di rimboschimento, idraulici e di .bonifica, che, per l'interesse collettivo, rimangono da farsi, non più in una ·sola e piccola regione, ma in tutto il paese, e specialmente nel Sud; e se, inoltre·, si os-· servi che, proprio nel Sud, mancano le• braccia· e le specializzazioni op.portune, allora si comprende su– bito che, ammettendo di impi.egare in essi una parte ;9-~ .brac-ciimti ,m!llagao.Ji 1 tali.,JaV;ori 'M, per,Jn,. Jo.ro ben maggiore estensione e perchè appena all'inizio della loro effettuazione - rappresenterebberò, in rap• porto alla disoccupazione dei braccianti stessi, un riri;tedio efficace:. un rimedio, anzi, da potersi con– siderare, almeno per qu!:llche decennio, come di esito praticamente illimitato. · Senonchè queste considerazioni, anzichè contrad– dire -,- come forse, a prima vista, parrebbe - quanto abbiamo sempre sostenuto, lo conf~rmano. In vero, i' braccianti romagnoli, per poter eseguire, i lavori pubblici idraulici in altre parti d'Italia, ,dovrebbero emigrare a queste dalla propria regione. Sarebbe una emigraz_ione interna, .anzichè all'ester9; ma sa– rebbe pur sempre una emigrazione. . ANTONIO GRAZIADEI. Al prossimo numero: La disoccupazione dei brac– cianti e l'emigrazione. 'I L'ANIMA.E L'EVOLUZIONE secondo BERGSON Il presente articolo vuo'l essere un saggio dell'origi– nale filosofia bergsoniana. . Dopo la pubblicazione di quel mirabile libro, che è I' Évolution creatrice,· e dopo il trionfo dell'ultimo Con- · grasso internazionale filosofico di Bologna, il Bergson ha meri-tamente acquistato una fama mondiale e deve ritenersi uno dei leaders del pensie ~o.mo ·denno."'NeH',ul– tima decade dello scorso ottobre, l'Università di Londra lo invitò a tenere un corso di lezioni sui rapporti tra, il mondo fisico e quello psichico. Il corso ebbe grande successo e lo stesso Times vi ha dedicato uno de' suoi monumentali. ,articoli di fondo. Il fi,Josofo francese - vero pensatore di razza - non è solo un esimio cul– tore della sua ma.teria; è anche un profondo scienziato, al corrente degli l. \ltii.ai risultati delle scienze sperimen– tali. Per lui, sci€nza e filosofia, lungi dall'essere in ccn– tras.to, si integrano a vicenda. La realtà è una, e uno deve essere il pensiero c~e la interpreta. Occorre appena avvertire che, per Bergson, l'anima. non deve intendersi- come qualcosa di èontrapposto alla materia. Il bergsonismo è un monismo idealistico, per cui il binomio. della vecchia metafisica non ha senso. Così dicasi dell'ev0luzione, che· è considerata dal lato interno e non da quello esteriore e meccanico,. come 11ccade .nello Spencer. Ciò sarà meglio inteso dopo Ja •
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