Critica Sociale - Anno XXII - n. 7 - 1 aprile 1912

• CRITICA SOCIALE . io5 si trovi alcun cenno di assenso o dj indulgenza v,erso le tendenze colonialistiche, onde si è lasciata trasci– nare la borghesia italiana in questo momento: è anzi evidente che le sue argomentazioni non· si adattano nè all'Italia, nè a Tripoli. Egli ha inteso di fare un esame generale dell'argomento; ,e, se ha voluto con– cludere che il Partito socialista deve esso pure •stu– .c\iiare il problema della colonizzazione con propositi ,anche pratici, egli ha certamente ragione; ma, &eha voluto oensurare l'atteggiamento del Partito ,socialista di .fronte alle iniziative coloniali, perchè nella sua intransigen:z;a parve non tener conto talora dell'esi– stenza del problema, io non potrei eonsentire con lui, appunto perchè le imprese coloniali hanno nel regime attuale ·(e non possono non av,ere) mo,venti, caratteri e intenti, che contrastano con le fina,Jità del socialismo e cogli interessi presenti e futuri del pro– letarriato. E, perchè c'è un colonialismo astratto, idea– le, determinato da incoercibili bisogni economici di l'Q..~ta!JJ~ AGc.ie,t.à, ,;ispond~nte anche, agJi inter-essi del proletariato, non per questo i, socialisti .possono ·as– sentire, sia pure col· silenzio, alle br.igantesche im– pr,ese, che le borghesie tentano nel loro esclusivo profitto. In Inghilterra, anche i fiberali (che non sono avveniristi, nè catastrofici-) hanno inteso la lo– gica di questo atteggiamento. U. G. MONPOLFO. POSTILLA, - ,Noi vorremmo, .se Gi sj consente, aggiungere una sola parola a queste assennatissime osservazioni del nostro Ugo Guido Mandolfo. Ed è che, anche dalla prolusione del Mondaini, e pure per un istante concédendo tutto ciò che in essa pilò es– servi di discutibile, si cava la decisa condanna del– l'impresa di Tripoli; impresa che, del resto, il Mon– daini si guarda bene da comunque difendere. Ap– punto perch_è egli giustifica il colonialismo fisiologico, l'espansione di .paesi, che han,Ìo pletora di prodotti e necessità di mercati o di materie prime, in terre· che possario assorbire _i primi e procurare i secondi; appunto perciò e con ciò è necessariamente sconfes– sata una spedizione pazzesca come la nostra, che, per ìq natura dei due paesi, non risponde a nessuna di .quelle normali condizioni, o le riproduce capovolte. La condanna,. sebbene inespressa, è tanto più auto– revole,. decisiva ed ·irrefutabile, in q,uanto deriva dagli argomenti di un;autore, te_ndenzialmente e in linea di,,rriass.i,:nçz ,ppolo.gi 'sla . del~ colonialismo. Per conto suo, chi scri(ve qùeste lin-e"e, si è già più vo·lte ''util: mente servito dello studio ·del Mondaini nelle varie conferenze tenute per confutare e stigmatizzare que– sta. nostra _grottesca parodia di colonialismo, la quale d·el vero colonialismo capitalistico non ha ·che la cor- -nice brigantesca, senza la sostanza. •Il passaggio agli Uffici dell'Àt,anti dell'Amministra• zlone della o~·itica Sociale la costringe· a conformarsi un poco al ·procedimenti - meno "patriarcali,, -:- propri af giornali quotidla!li di grande tiratura. Non sarebb_e più possibile a'ttendere per mesi dal no.stri abbonati -. siano pure .amici a noi conosciuti - l'i°nvlo déll'lmporto dell'abbo·namento, nuovo o da rin– novare. Preghiamo quindi la loro cortesia di volerci agevo– lare il lavoro, mettendosi In regola al .più presto pos- sibile coll'AmRllnlstrazlone. \ LA FILOSOFIA DI MARX I Molte filosofie, tutte le filosofie son tramontate, dissolvendosi nel nulla; ma il socialismo, che se n'è via via _imbevuto, permane. Permane cioè lo sforzo verso la più grande e la più buona vita, e permane · il sentimento che l'accompagna, pur nella rovina delle diverse rappresentazioni di questo incessante : divenire. Ciò dice che si può rinunziare alla filo– sofia, ma non lo' si può alle ragioni dell'~sistenza e all'esistenza stessa. La speranza del meglio è la ragione che ci fa durare: e· il socialismo non muore finchè la speranza di un « meglio » umano · non muore, finchè l'ultimo pugno d'uomini potrà concepire l'ultimo, sogno d'una migliore e più fra– terna umanità_. Ribellarsi alle condizioni dell' esistenza, per rag- . giungere un superiore equilibrio, è l'indomabile febbre e l'inevitabile asr.irazione uornna; ed è insie– ITie e i1.1forido il socialismo, imperituro perché tÌ{qan<?.-,.,½i'\-, f losofia, lb·c•ui il so?ial~Sm(! acceda, ·ra~ z10nalrzzà questo sentimento d1 ribellione, e così trasformato lo ridona al so'cialismo; traduce in e– spressioni di. pensiero le vibrazioni dell'anima; fa 1 diventar cervello quel ch'è cµore. E solo essa lo può: perchè i moti affettivi e gl'ideali etici, che han per obbietto l'universale, solo dalla filosofia pos– sono venir convertiti ·ed espressi in tessiture logiche ed in costruzioni concettuali: l'indistinto sentimen- . tale diventa così distinto cerebrale.- . E basta. La filosofia non potrebbe dar altro al socialismo, avido di certezza. Non calcoli di pro– babilità, non visioni d' immancabile istoria, non squarci di realtà vissuta. Non_ saprebbe dimo– strargli che l'ideale diventerà storia, e che la sto– ~ia . sboccherà nell'ideale. Rafforzandogli la fede,, gli negherebbe la certezza. Marx. Ecco il grande taumaturgo. Ecco l'uomo che incarica la filosofia di servire la storia. Ecco l'uomo, che assegna alla storia, contingente, una mèta che supera tutte le contingenze. Ecco l'uomo, che il nostro fremito di -ribellione scioglie, attr::i.– verso la filosofia, nel corso degli eventi storici, e dà a questi il còmpito di appagarlo, e di soppri– merlo dalla faccia del mondo. Ecco l'uomo, che il nostro. sogno umano, attraveFso la filosofia, .rovescia sulla terra, e ·da.Ila terra lo vedé poi ·esprimersi, ·e lo dimostra realtà. Marx, discepolo di Hegel, di– scepolo di Feuerbach; Marx filosofo, storico, econo- . mista, socialista. Marx converte la filosofia. in scienza, e ne investe il s_9,çjàlismo·.Questa l'opera sua. *** Il marxismo è assai complesso, nella genesi e nella costituzio1.1e. Vi palpita, riplasmato, il pen– siero de' ·maestri, e vi si raccolgono e mescolano filosofia, filosofia della storia, scienza economica, tradizione socialistica. Marx è la. sintesi vivente di un mondo in parte suo, in parte non suo. Orientar– visi significa porsi in grado di comprenderlo e_di comprendere l'uomo che l'ha in sè raèchiuso: .di p·rovare quindi l'esistenza ai.ltonoinà del socialismo come « stato d'animo» irriducibile ed insopprimi– bile, malgrado O$ni .più agguerrito tentativo di ob- biettivazione storica. , Hegel è la chiave di .Marx. E chi ha voluto inten– dere quest'ultimo, prescindendo dalla sua Ninfa E– geria, ·ha. dovuto durar molta fatica per non inten– derlo che imperfettamente. Marx filosofo non sta da sè. Occupa il suo posto ·determinato nella storia della filosofia tedesca, ed è legato per mille fili visi– bili ed invisibili al suo ambiente intellettuale. Marx

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