Critica Sociale - Anno XXII - n. 7 - 1 aprile 1912

108 CRITICA SOCIALE La dialettica della praxis ha una larga applicazio– ne sociale. Il Feuerbach - pensa Marx - ha avuto fra gli altri, il torto di considerare l'indivi– duo ;strallo. Ma questo non esiste. ~isogi:ia ~nvec~ guardare all'individu_o so~iale, con_ ~ su,01 biso~m materiali che son bisogm economici. L economia, in quant~ si riferisce ad' indi".idui social\, ad !n1ivi– dui appartenenti a determinate. class~ sociah, è la realtà vera e il nerbo della stona. Esistono forze produttive, che son come l'anima dell'economia, e forme ·produttive a quelle co_rrispondenti,_che c_osti: tuiscono la struttura economica della società, cioè i rapporti economici degl'individui sociali. Le une e le altre son create dalla prassi umana, la quale, in sin– tesi con l'arrovesciarsi di esse, crea altresì le va– rie soprastrutture sociali : la giuridica, la politica e le altre corrispondenti forme ideologiche : le quali tutte, anch'esse, in quanto frutto della prassi, vi si rovesciano, « influenzandola », modifican_dola, com– binandosi con essa. Ecco la concezione materiali– stica della storia. Il cui impulso dinamico è dato dalla stridente e implacabile contraddizione tra la tendenza delle forme produttive a cristallizzarsi e la tendenza ad evolvere delle forze produttive, ih rapporto immediato con l' uomo, primo e mobile motore del tutto. Oltrepassato un certo momento, le forme produttive si trasformano in catene delle forze produttive, e devono esser.e necessariamente spezzate. Come è l'uomo che tuttto crea, è l'uomo che può tutto annullare. Marx opera così l'articolazione della storia in una serie di fasi, negate successivamente dallo sponta– neo insorgere d'indomabili antitesi fra forze e for– me di produzione. I termini di queste antitesi hanno nome di e-lassi: classe dominata e classe dominante : e ogni classe è prima una forza e poi una forma di produzione, contro la quale le novelle energie pro– duttive, maturatesi nel suo seno, lottano per debel– larla e sostituirvisi, instaurando una nuova fase, un nuovo «ordine», una nuova « forma » economica e sociale. Son dunque le classi, che s'inseguono nel corso dell'eternità, accavallandosi l'una sull'altra, e l'una l'altra negandosi, in una furia ebbra di dis– solvimento e d'imperio : così, ciel ritmo della loro esistenza, esse scandiscono il vivente poema della storia umana. Concezione grandiosa: alla quale la sensibile ispirazione hegeliana non toglie la geniale e sintetica originalità. In qualche punto, Hegel non presta a Marx la sola forma, ma anche la sostanza del pensiero. Ciò che. Marx chiama « sostrato » economico - nota acutamente il Sorel nella prefazione a uno studio del Seligman sull' i_nterpretazione economica deUa storia (1) - non è che il sistema dei bisogni, posto da Hegel a base della società civile. « La divisione generale della ricchezza generale in masse particolari - scrive Hegel nell'Enciclopedia - determinate secondo i momenti del concetto, ma,sse· che· hanno una peculiare base di sussistenza, e, cor– rispondenti a ciò, modi di lavoro, di bisogni e di mezzi del loro soddisfacimento ed inoltre di scopi e interessi,. come anche di coltura spirituale, di abi– tudini, costituisce la differenza delle classi ». 1-legel prende, al solito, per assoluto ciò che è ·prodotto storico e vede, per la Germania, tre stati sociali corrispondenti ai tre momenti del concetto : ma ciò _non to_glie_ che Marx, liberandosi di que-. ste scorie, abbia, m certo modo, derivato dal pen– siero hegeliano il proprio concetto della classe. E infine uno sguardo ali' economia marxistica · (1) Parla, Marcel RÌvlère e c., 19ll. (dove fìnisce, in Marx, la filosofia e comincia l'eco– nomia?) è tutto una rivelazione. Si ricordi il dissidio prezzo-valore, ch'è il dissidio kantiano fenomeno– noumeno, e il dissidio hegeliano tra parvenza, tran– seunte, e realtà, immanente, un tutto chiuso in se stesso. Marx economista vuol superare la scienza economica : il suo scopo, e il suo orgoglio, è, ol– trepassando il prezzo, di penetrare temerariamente nel mistero del valore, chiuso, ·come. Iside, in set– templice velo, di denudare la « cosa in sè » : e tutta la sua opera economica s'esaurisce nello sforzo di conciliare gl'inconciliabili: prezzo e valore. Nell'a– nalisi della categoria del valore, Marx poi applica ed integra, com'è noto, il procedimento usato da Feuerbach nello studio della religione. L'ideologia economica, come ogni altra, esiste, perchè esiste una triste ed irta realtà sanguinante. Questa realtà è il segreto di tutto il nostro meccanismo spiri– tuale. Volerla conoscere signi_ficavolerla sovvertire. La rivoluzione ha una funzione conoscitiva, e la vera conoscenza non può scindersi da un' attività ri– voluzionaria. Soltanto il rivoluzionario è un critico. Così la filosofia dell'azione diventa la filosofia della rivoluzione. Il marxismo è tutto qui. Il problema gnoseologico - fondamentale in filosofia - si risolve nel proble– ma storico. La prassi storica, svolgentesi per pro– cesso dialettico, si riconnette all'uomo sociale, in quanto fornito di determinati bisogni; si ricongiun– ge, in altri termini, alla classe, in cui questi bisogni diventano omogenei e storicamente efficienti; La so– stanza di questa azione di' classe, la sostanza in– somma della storia è l'economia, alla quale s'im– prontano tutte le soprastrutture ideologiche della so– cietà. Ma il soggetto attivo del processo sociale re– sta sempre l'uomo, che « fa » insieme la propria storia e la propria economia. Nè automatismo nè libero arbitrio, in questa concezione; nè determini– smo nè indeterminismo; ma felice superamento di queste volgari antitesi nella dottrina sintetica della praxis arrovesciata. Marx segue dunque le più profonde vedute del- . l'idealismo nel metodo della propria filosofia; e se ne discosta solo allorchè sostituisce la praxis uma– na, sensittva e cosciente, alla praxis èl.ello Spirito, qual'era concepita dal puro idealismo tedesco. Nè idealista nè materialista egli è quindi; o, t1,1.U'a-l più, è materialista sol perchè non è idealista: ·in un senso, perciò, affatto negativo. Senonchè il. ritmo della praxis economica, ch'è il nucleo dèl marxismo, mentre sottrae tale fi10sofia alle nebulose astrazioni idealistiche e la riversa sulla terra, le dà quasi un carattere inaspettato ·di scienza. Noi ci accorgiamo ch'essa è in fondo una filosofia della storia, e che il processo storico essa tende a regolare e- a determinare secondo il ritmo da essa enunciato.• Non fatalismo, ma finalismo, benchè dissimulato. La filosofia di Marx scandisce la storia, la· articola in un m-0to dialettico, ed è perciò in grado di prevederne i successivi atteggia– menti e le grandi linee. Prevedere è· opera di scienza. La filosofia di Marx riesce dunque· nella scienza. Il socialismo conosce in modo· superbo la grande importanza di questa conclusione. A una filosofia, che già di per sè ha una .spiccata tendenza sci~n– tifica, non occorreva che il sussidio di un'adeguata indagine economica, perchè quella « scienza » dive– nisse piena e decisiva. -Marx stesso compie tale -in– dagine. E il socialismo, ch'era prima intravveduto, è ora provato. Il ponte, che .la fil-0sofia aveva- lan– ciato verso· l'avvenire, è ora colmato con «vera» materia « scientifica », con granitiche documentazio-

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