Critica Sociale - Anno XXII - n. 7 - 1 aprile 1912

106 éRìTiCA SOCIALE ò un rovesciamenlo ccl un'applicazione. Suppone dunque qualcuno e qualcosa: e questo è Hegel con la sua filosofia. La concezione hegeliana consta, com'è noto, d'un contenuto e d'una farina. L'Idea e la dialettica, l'Idea e il suo processo. L'Idea, che, a differenza dell'Idea platonica, schema sovrastante alla _realtà, è in questa immanente. E il suo processo, 1I pro– cesso razionale, che, anch'esso immanente nella rcallù, si svolge c?l ritmo clialetlic_odi posizion~, negazione e negazione della negazione. Questo Il nucleo elementare dell'hegelismo. Morto Hegel, la sua scuola si scinde, si fraziona, si trasforma in un campo di battaglie accanite. Gans contro Savigny, Bauer contro Strauss, e via cli seguito:· dottrine conlro clotlrine, chiesuole contro chiesuole. Sorgono una Deslra cd. una Sinistra, 1m'Estrema Destra e un'Estrema Siriislra; gli in– flessibili prosecutori del verbo del maestro, e i degeneri, i ribelli. Fra questi eccelle il Feuer– bach, che opera nel pensiero hegeliano un' im– preveduta .trasformazione. Il contenuto di quel pensiero vien sostituito, Yicne invertito. L' Idea, l'essenza della realtà, diventa oggetto sensibile, ma– teria percepibile. Il puro idealismo si converte in « l'eàle H umanismus »; in sperimentalismo, in me– todo «antropologico»; Hegel è arrovesciato. L'anti– tesi del contenuto _esige la variàzione della forma. La dialettica resta solo per il procedimento teorico, per lo sviluppo del pensiero, schiett.amente umano. Ma la nuova realtà è immobile, «oggettiva», è in– tuizione. E il conoscerla non è subordinato alla nostra allività consapevole, alla nostra praxis·, ma ad una indipendente attività spiriluale. In altri ter– mini, menlre per Hegel l'Idea ha un processo dia– lettico, per Fèuerbach l'oggetto sensibile non ne ha alcuno; mentre per Hegel la praxis dello Spirito è produttiva del fare e del conoscere, per Feuerbach la praxis sensitiva è produttiva del solo fare; mentre, cioè, la prima esaurisce l'intera realtà, la seconda ne spiega un solo aspetto, e la soluzione del pro– blema gnoseologico ne resta esclusa. Feuerbach crea così l\n dissidio ed un dualismo nel s uo m a– lerialismo. « Der Mensch _.:. egli afferma - i.si was el' issi». (L'uomo è ciò ch'egli mangia).· Pur e a questo modo, non tutto l'uomo gli riesce d'inten– dere, ed egli ha bisogno d'integrare con elementi idealistici il suo materialismo monco ccl incompiuto. L'applicazione della propria doltrina alla spie– gazione del fatto religioso è nota. E per essa spe- . cialmente è nqto Feuerbach: questo teologo dell'a– teismo, come lo chiamò Stirner. L'uomo - egli dice --,- ha cr.eato Iddio. L'essenza della r'eligkme– è antropomorfica. 'Dalle dilacerazioni umahe' è' proiettato in alto il regno dei cieli. La famiglia ·ter– rena crea la sacra famiglia. Due mondi, due esi– stenze: l'una,· irreale, rappresentatirn, fantastica, che è l'autoalienazione dell'altra. Ora occ.orre urna- .nizzare Dio. Occorre farne· un vero uomo. Occorre tornare alla natura. L'ateismo è umanismo. Hegel, le scuole che ne ·discesero, Feuerbach: ecco dun~e il mondo filosoffco, dal quale più im– mediat-amente .e più visibilmente Marx trasse gli elementi principali della propria concezione. Ben– chè egli abbia dello di >aver voluto solo « civettare » (l,ohetliren) con Hegel, pure questi, più "dello stesso Feuerbach, ne domma tutto intero il pensiero, che rappresenta così la fecondazione hegeliana del so– cialismo. Non viveva certamente il socialismo co– me entità a sè in Marx; nè, d'altra parte, al socia– lismo questi pervenne, quasi a propria insaputa o senza la propria volontà, per semplice esplicazione ~i p'.incipii. Chi c~ò.h~ creduto ha aggravata qu_ellfl 1llus10ne -« mecca111c1sllca », che ha. fatto del sociah– smo una scienza compiuta e del ,suo avvento una fatalità inesorabile. Bisogna invece riconoscere, in Marx, una contemporaneità cli sviluppo, una vera « concrescenza » filosofica e socialistica; quand'an– che non vagliasi ammet.tere in •lui tutta un' orienta– zione precisa di pe1)siero,. ai fini del comunismo. Non si raggiungono risultati teorici, da ·cui comun– que si rifugga; non si dimostra cosa, che non si voglia dimoslral'e. Nell'analisi di questa psicologia si risolve buona parte della « scienza » del socia– lismo: nè si fa torto a Marx, affermando la sua dimostrazione affetta da un implicito atto di fedo; nè si fa male al socialismo, negandogli quella « au– tomaticità » e quella astronomica prevedibilità, che nessun processo umano possiede ed offre, sottopo– sto com'è all'azione e all'influenza di elementi di– Yersi, volontarii e non, e d'imprevisti accidentali. E si ricordi che Marx compì la propria concç– zione, cioè le dette il battesimo socialistico, allor-· chè il viaggio suo in Francia (1843) gli diè modo cli assorbire gli elementi del socialismo fourierista e sansimoniano, ciel socialismo tradizionale, clif– fus~ con a 1 r.dore da una pleiade di I pensatori ed 1-ugi1.. latori, come Sismondi, Leroux, Raspai!, Blanc, Colins, Pecqueur, Considéranl; e di apprendere, dalla vivace partecipazione a quel mondo -in fer– mento e dalla suggestiva lezione dei fatti, :cose e nozioni, che valsero a rafforzare in lui quello « spi– rito socialistico », creduto assente o deficiente, o comunque non operante e non efficiente, in tulla la sua produziol'le « scientifica », dagli osservatori su– perficiali. Che anzi fu appunto dopo questo tempo, 11el 1848, che Marx - com'egli stesso ci dice nel suo Zur Kritik - concepì con Engels l'idea di de– finire la posizione delle proprie ·vedute filosofiche, cioè di sistemare la propria concezione, che di poi· appare, qua e là, in frammenti e sprazzi geniali, nelle sue opere posteriori; a cominciare. dalle fon-: damentali « Glosse ztt Feuerbach » e a finire col. « Kapilal ». La filosofia di Marx è dunque la filosofia di un socialista, ed è implicitamente, « fisiologicamente », impro_ntata alle esigenze del comunismo. È Hegel interpretato e sviluppato da un discepolo comuni– sta di Feuerbach. È l'utilizzazione del filosofo di ~toccarcla ~l. fine del sociali~mo: positiva o nega– tiva, per dmtto o per rovescio, questo ora non im– porla. Importa invece che il socialismo, per Marx, non fu un risultato, fu uno scopo. La sua filoso– fia (come la sua economia) è in funzione di questo scopo. Anzi appare talmente cementata e confusa con questo, da- far credere alla loro indissolubilità. .Il processo teorico fu senza dubbio uno ed unitario' nel cervello dii Marxr"e discutere·11S'ulla·:iprio\iità:1:le1' socialismo o della filosofia· è come distutète sulla priorità dell'uovo o .della gallina: Consento dun-', que che dissezionare quel processo e separarne gli, elementi è quanto di più artificioso ed ingiusto pos- · sa farsi con Marx: fare l'autopsia non è conoscere· il dinamismo fisiologico. E Antonio Labriola si è: - arrestato - senza peraltro rendersene consapevo'le - dinanzi alla profanazione· necroscopica; e .h_avo.– luto invece guardate Marx. nel suo complesso, vivo e pulsante. Opera tentatrice; ma ·ingannatrice. '·Per essa, la fusione tra filosofia, e, poi, tra scienza e · socialismo, eia fatto psicologico, diventa fatto, ob– biettivo : donde una grave difficoltà a determinare, dove e come la filosofia, che Marx ha derivato dal suo ambiente, diventi socialismo, •diventi cioè filo– sofia « socialista »; donde, pure, una viva tendenza a concepire uniti e inseparabili socialismo· e mate– rialismo storico. Considerando invece •in modo distinto la filoso– fia entrata nella concezione marxistica e il sociali– smo con cui Marx operò la trasformazione di que– sta filosofia, il marxismo verrà certamente sotto-

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