Critica Sociale - Anno XXII - n. 2 - 16 gennaio 1912

2Ò CRITICA SOCIALE eccezionale contro i socialisti; e la storia del nuo– vo Impero' germanico ricorderà certo a grossi ca– ratterì l'entusiasmo, destato allora dal gDido di guerra del Cancelliere. Da lunga pezza non si era vista i.n Germania tanta ooncordia di voleri. Da gran tempo, nelle vie deLa capitale, più non ave– vano echeggiato le note della « Vedetta del Re– no», cantate con tanto calore. I vecchi gridavano che giammai ele2Jioni s'erano compiute con tanto slanc,io. I conservatori e i liberali di tutte le gradazio– ni - i fautori del regime parlamentare e i cava– lieri della monarchia per dir.itto divino -. usciro– no vincitori da quelle elezioni. Il Centro cattòlico ritornò nelle antiche posizioni. I socialisti, iin– vece, videro bensì il numero dei loro voti salire da 3.010.000 a 3.259.000, ma rientrarono in 43 soli in quel Parlamento, dove dian2Ji erano 79. Che giul:iilo tra i «nazionali»! Vi ricordate!' Nella notte scura e fredda, un lungo corteo di mi– gliai~ di pahiotcini _att!av~rsò le vie principali di Berlmo, cantando mm eh guerra; fece poi una dimostrazione al principe Bùlow, che si affacciò alla finestra a tenere un sermoncino. Lo stesso Kaiser, quando l'ovazione fu ripetuta davanti al suo palazzo, non si fece pregare, venuto sul bal– cone, ad arringare la folla come un demagorro. . « C~e t'i~porta _la regola, giusta la qua1e si h:1tte 11llem1co? Purchè egli si prostri ari tuoi pie– di con tutte le sue bandiere! La regola che lo sconfigge, ecco la più. bella? Ma ora l'apprendem– mo, ~'arte di vincerlo; ed abbiamo gran voglia di esercitarla anche nell avvenir.e». Così declamava l'imperiale arringapopolo, citando un poeta tede– sco. E i 1 l Re di Sassonia, alla lieta novella escla– ~ava c~e « è un ;piac~re v•ivere »; e l'Imp~ratore d A.ustna-Unghena e il.Re d'Inghilterra - l'In– ternazionale delle Corone! - mandavano a Gu– g!ielmo i lòro mirallegro. Il partito socialista era vmto. L'alleanza dei « nazionati » era cònchius'.:t. "La borg~esia h_amostrato di. poter dominare sù1u ~emoc):az1:3-socia1e » - e,sclamava un deputat,J liberale. Certo, aei liberali tedeschi, sorrideva il pen-. siero ~'un'alleanza col partito caro al Governo; ad essi non ~e1:11bra_vaero d'avvicinarsi ai piedi d~l trono J?-llllstenale ; parve loro di toccare il · c1~l~ ool dito, allor0hè sentirono partire da un M,m1stro " moderno » ì' affettuoso grido, che· li chiamava_ a collaborare ... in anticamera. Ma an.: che l'antic~mera bastava. Il più piccolo zucche– _rmo era già una ghiottoinia per bocche avvezze a~ ass~_porare emetici. E poi,. non aveva il prin– cipe B~low ~olennemente ctichiarato che sul banco dei Mm1str1 c1 vo.evano -dei commercianti? Non ne aveva già chiamato uno il Dernburg alle Co- l . ~ N · ' ' onie_. on aveva quel Cancelliere « mocter.no » co- ragg1~sameJ?-tt:di_clliar~to ai com,ervatori che, alla fin ~ei conti, 11liberalismo ha anch'esso i suoi di-· ntti? · , . I liberali, _irappresentanti éLelmondo commer– ciale e fina1:1ziar10,abboccarono all'amo; non valse che uomm1, come 'l'heodor Bath e Albert 'l'ra– /\"'•, 1 1 wettessero in, guardia. I conservatod, consci che, qualunque riforma v_olesse il principe Bii– low, non s1 ia_rebbe senza 11 loro placet, strinsero la m~no _che 1 liberali umilmente tendevano· di– Il1:ent~cati. J-i:i7:c et inde i vecchi profondi antago– nismi poh~1ci ed economici, il blocco liberale-con– servato!l: fu eretto - si disse allora - su basi in- crollab1h. · Lo di~sero g·li ingenui ed i ciechi. Ma un de– :l)Utato hber~le, poeta anche di finissimo humour . ' tle:6.niva quel blocco « un connubio di carpione e :li consiglio,;; e, ancora una volta, il vate v,ide ;neglio di tanti uomini politici. Dopo due anni, tl blocco si sfasciava, denudando tutta la debolez– ia dei liberali e quella, che un dei loro çhiamò JOÌ " politica da €.unuchi »; e si · sfasciiò preci- 1amente cozzando contro due scogli: uno politico, )conomico l'altro. L',occasione politic~ la diede - non volendo - .'Imperatore Guglielmo II, con la fa'mosa inter• vista accordata al ·naily Telegraph di Londra. Già pìù volte il focoso i(aiser s'era posto in 1perto èon:fl.itto con l'opinione pubblica; ma giam– tia1 aveva sollevata tanta bufera d'indignazione e li sconforto. Stavolta dichiarava egli stesso a un tiorJ?-alistà straniero· che il suo pensiero politico Jra m contrasto con quello di tutta la nazione. Oonféssava che, qua·ndo tutta la Germania era _,ei Boeri, egli suggeriva ai generaìi inglesi un piano di guerra, per distruggere più presto quel manipolo di eroi, al cui fianco combattevano m0lti ;eneros:i. tedeschi. E narrava che, per cattivarsi .'amici~ia inglese, avev·a teìegrafato alla Regina l'Inghilterra e al principe di Galles un segreto, ;he era stato confidato alla sua saggezza di di– ,:ilomatico e :i--lla sua discretezza di gentiluom0. Fu la goccia che fa. traboccare il vaso ricolmo. l'utta l'amarezza,· accumulatasi, J)er anni, lo sde– gno, a stento soffocato·, l'esaspera2Jione, provocata Ja cento teìegrammi ·e discorsi, tutto questo cu– .rnlo di passioni eruppe con violenza. 'futti sen- rono <J,Ualepericolo un simile temperamento fos. ,e per 11 paese. I bigotti Llella monarchia furon pien,i di terrore. Gli stessi pretoriani fecero, per .c1 1.;tante, una alzata di scudi. Nelle critiche mos- 3e al Beichstag contro il Kaùer, le differenze di no, dovute ai diversi temperamenti oratorii non tols~ro di avvertire che lo sgomento era gene~ rale. Un de.putato oocialista gridò che, se un im- 1egato tradisse i segreti di Stato porne Guglielmu .;onfessava d'~ver f~tto, certo fintrebbe in galera; e un Junker rmcalzo che sottoscrrveva a due mani . ,e parole ·del collega rivoluzionaiii,o. Il « Reich– ,bote » 1 organo p~rsona)e dell'Imperatrice e dei Pastori protestanti, scnvev'a « non dover meravi- 5lia1;e se il. Reichstag chi:e~e istituzioni, che gua– ,entis?a1~0 ,_11 pn;ese c~nt!o mclinazioni personali». Soc1ahst1 e hberah, mfatti, le richiesero. Ma .1,ll,or?hè_i conservatori risposero con la solita· ml 11acc1ad1 un colpo di Stato, e uno dei duci de1la Destra proclam_ò che il Re ed Imperatore deve seml!r~ poter. dn~ a. un tenente: « pigliate dieci uo;11111?-1 e chn;i.d.ete 11 _Parlamento»; all0rchè il prmc1pe Biilow, _dopo avere_ pianto (si racco•nt~) um~ ~n cagnolmo davanti all'Imperàtore, ri– fiuto d1 comunque toccare alla Costituzione· eb– bero i liberali il coraggio e il carattere di to~are 11le :prop;rie tradiziom, -staccandosi dai òonser– vaton? F11;ron? questi piuttosto che accennarono ad alz~re 11 pie4e, per dare ai fratelli bloccardi ·calcio dell'àsmo. L'abisso politico slandava s~avàndo sempre più; sò~o i liberali avean l'aria d,i non avvedersene. Ma,. da decennii, i fratelli si guardavano in cagn~c? pe:i.' antagonismi economici. Come mai 11 prmcipe Biilow so~n~và 1i accpppin;rli? Al pDi– .no co~trasto fina,nz~ano .d1 qua.che importanza, ~-~erah e con~ervaton,_ ossia co~~ercianti ed agra– u:1,_detentori del capitale mob1hare e dell'immo– ~1hare, avrebbero sentito come ben si apponesse 11_ d~putato-:poe~a a parlare di maritaggio frà co- mgh e carp1oiu. . fi. La ;111i~a, ·sottop?sta al hlocco, era la riforma nanz1ana. L'erario voleva mezzo miliardo· di

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