Critica Sociale - Anno XXII - n. 2 - 16 gennaio 1912

CRI'fICA. SOCIA.LÈ .Ji'u il principio della fine: in realtà la Persia ve– niva consegnata alla J:tussia. Altra prova fu data dal diverso sviluppo co=erciale nelle rispettive zone: il traffico anglo-persiano, da 182,8 milioni di I( ran (il l( rcin vale nominalmente circa 95 cen– tesimi, realmente circa 45), nell'annata 1908-09, creb– be fino a 184.9 milioni di Kran nell'annata succes– siva; il traffico russo-persiano aumentò invece da 408,6 a 489,1. L'Inghilterra, per 'dispetto alla rivale Germania, fece un cattivo affare. La .Jtussia non aveva che da attendere l'occasione buona; che fu Tripoli. Doveva la czaresca Russia lasciarsi prender la mano rla.lla civile Italia 1· La 7)((sse.r;giata militare italiana va diventando lunga e penosa; avrà miglior sorte la spedizione russa 1 La borghesia inglese non è contenta della politica persiana di Grey; nè lo sono i ceti militari: la vi– cinanza della Russia infida non è como·da. Il pre– stigio dell'Inghilterra fra i Mussulmani, gi.à scosso, riceve un nuovo colpo. Non concedendo la Ru,,sia libertà di commercio in Persia, ne nasc&à un con– flitto colla Germania capitalista. La disperata resi– stenza 'dei Persiani, il fanatismo mussulmano po– tranno destare un vasto incendio. Così l'Italia e la Russia, mentre acutizzano i con– trasti fra le grandi potenze, accelerano il pr.ocesso di rinnovamento in Turchia ed in Persia, destandole dal lungo letargo. f. v. Nazionalismo e Socialismo. L'intern.azion.alismo non è il -pannaziona.lism-0; esso non presuppone il naz;-0nalismo, sibbene lo nega. - Così il l(arnpf del 1. dicembre, ritorn.a.ndo sui rapporti tra i contrasti di classe e quelli di nazio– nalità, in rispoota all'articolo di Pernerstorfer che riassuµiemm-0 nella Critica penultima. Il motto del Jlf anifesto corwumùta: « Proletari di tutto il mondo, unitevi! » non implica già che la– vo.r,atori tedeschi e francesi, cattolici. e pro:estlanti,– uomini e donne, lavoratori, insomma, di ogni ca– tegoria, abbiano fra loro identici tiitt,: gli inte– ressi; significa bensì che hanno comuni gli interessi di oI.a.sse. Nel proletariato, come in o.gni alth clas– se, perma.ngonu g.Ji a.Jtri con~.rasti. Ma, collo svi– luppo d el capitalismo, mentore nell!a. borghesia si · forma.no g.ruppi an,tago.nistici, nel p,roletarìato in– vece si d iffonde la sol' dariet.à, non già per una mo– rale più alta che lv animi, ma per l'impulso delle condizioni economiche, l'esperienza insegna.nrdogli che ogni dissidio :.nteirn-0, economico, confessionale, nazionale, rafforza la posizione della classe nemicia. Se l'insorgere di una nazio.nali:là oppres1ia debba avere per effeti'.o di ir,robustire J a r~a.zione, prefe– riremo :.1 diritto della. nazionalità o quello dei la– voratori 1 11 socia.lista convinto sceglie la via che va più diritta alla ema.ncip.azio-ne del proJetariat-0. L'Internazionale operaia non implica il riconosci– mento dei diritti di tutrte l,e na.zi- 0naJit,à ad un uguale libero svi.luppu, ciò che n on sa rebbe possibile. Gli interessi proletari, quando non siano concilia– bili ooi na.ziunali, debbono avere il disopr.a. Come tedesou ho interes.sa 11, germanizzare il mon– do. Ma, se so no al tresl cap italista, può convenirmi di impiegare oper.ai c zechi, di acquistare da. mer– canti C2iechi. Se so.n o prol.etario, potrò avere ra– gioni analughe per di men~oa,re spesso ·di essere te– d,e.3O0, Ogni class,e è naziun.ale finchè i suoi interessi di classe glie l-0 permet'.ono. Al di là, abbiamo il na– zionàJ.ismo, che è sempre ant-iprol-et.a.rio. La irealtà, a.Jt.a.quale si fa appeJlo in suO' favore, può essere realtà borghese. Il mondo proletario la ignora e deve rigetta.r la. f. v. Cntema di rincaro dei viveri : i "Trusts " . Nei moltissimi articoli di scrittoi-i ortodossi, ap– parsi in questi ultimi tempi in tutte le Riviste _del mondo sul · rincaro dei viveri, non abbiamo visto noverato, fra le sue cause, il movimento sindacale padronale. Vi accennò il signor Du Maroussem, nella sed·uta 13 novembre 1911 della Société d' Economie sociale di l:'ang1. . . . . « 8empre più - egli disse - 1 C~mtat1, 1 Con– sorzi, -i Cartelli, i Tnists assumono l'1~po_rta_nza che sapete. Che cosa cercano. qu.est~ as;><>~iaz1oni 7 Que~ che si chiama, per eufemismo, 11 m1ghor~ml:nto_ dt:1 corsi. Le Società minerarie del carbone s1 ~1stnbm– rono da tempo, le zone del consumo. Il Sindacato dello' zinco è un organismo ben noto: Il famoso t1:ust .Jel rame non riesce a saldarsi, con grande rammanco, spesso manifestato, delle Borse di New-York, Lon– lra e Parigi. E p,erchè i giornali speciali propugna– J.O, in questo momento, in Francia, la Compagnia ·.ndustriale 'del platino, i cui corsi infatti fan~u :rnona figura alla Borsa 1 Perchè questa Compagnia ·letiene il controllo della produzione del metallo, che ·)er il mondo intero non supera i 6.000 chilogrammi. \Jell'alimentazione, un Sindacato vigoroso riunisce i duecento dieci zuccherieri. Esso non può agire, pro– priamente parlando, sui prezzi, ma ottenne rifor– me legislative che li influenzano. Il Consorzio dei raffinatori agisce in un mistero trasparente; gli ac– cordi, nella macinazione, non son-0 un segreto per nessuno; quandò, infine, le grandi aziende frigorifere 61 saranno sviluppate, si prevede che, al posto dei nostri intermediari democratici, vaste potenze finan– .,1arie stabiliranno i prezzi ,della carne a piacer loro. ~uesto, voi non potete impedirlo. Il fatto ha riem– pito la storia dell'antica Roma, dove l'approvvigio– namento del grano, in seguito a manovre siffatte, di– ventò un !l'amo dell'amministrazione dello Stato. « Il risultato di tutte queste forze è il rialzo dei prezzi. La famosa legge dell'offerta· e della domanda non fu mai altro che una applicazione della lel!'P:•e del più forte. • Oggi, la forza è aiutata dalla strategia ». (La Réforme Sociale). Quel che ci preparano g·li Sto.ti Uniti. L' .1<:uropa sembra destinata a veder la curva dei prezzi dei generi alimentari salire, in un lontano av– venire, a yertici anche più terrificanti degli attuali, se, come s1 prevede, gli Stati Uniti di America cessi– no _di essfre quel serbatoio, che sono oggi, di cereali e d1 carni. Nota infatti Pierre Leroy-Beaulieu che, mentre la popolazione degli Stati Uniti crebbe di oltre il 20 % in dieci anni, nessun cereale, escluso il mais, e neppure le patate, e neppure i foraggi, aumenta– rono la loro produzione, neanche lentamente, in pro– porzione; il grano, poi, non aumentò affatto. Come dunque potrebbero gli Stati Uniti rimanere a lungo esportatori di cereali 1 Il fenomeno· è anche più accentuato per gli animali da fattoria. Ecco le ci-fre -dei due ultimi census: Niimero degli animali di fattoria negli Stati U– niti: Uavalli Muli Bestie bovine Montoni Maiali 1910 18.267.000 3.264.000 67.719.000 61.503.000 62.868.000 Aumento o 1011 diminuzione percentualn 19.731.000 + 8 4.183.000 + 28 61.225.000 9 51.809.000 16 58.000.000 8 Uome in tutti i paesi nuovi, l'allevamento del be– stiame si rurretra davanti alla coltura. Ma, fino a qualche teIIl4)o fa, esso procedeva verso l'Ovest dove trova-va terre ihteramente libere. Oggi non 1~ può più. Grazie al dry farming, la coltura penetra sino nella zona .semia.rida che pareva le ,fosse vietata, e

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