Critica Sociale - Anno XXII - n. 1 - 1 gennaio 1912
C1VI1'IÙASOÙIAL~ 5 MARIO RAPISARDI Troppo tardi; benchè la Rivista esca 1·n ritardo - -- troppo tardi, per dirne degnamente in questo fasci– colo, già mezzo scivolato nella maçchina - ci giunge l'ar,numno, inatteso no, ma non _per questo meno ango- ' s.ciante, della morte d1 MARH.J Rn..PldAJ{ùl, avvenui;a il 4 di questo geimaio in Catania. Un annunzio e una perdita che, per noi, sono come un richiamo della gio– vinezza perduta, un ritorno improvviso nel lontano. pas– sato, e ci suscitano in cuore - colla nostalgia del poeta scomparso - una strana nostalgia .di noi stessi, di un no·i d'altri tempi, superati, d1ment1cat1, inabissati da un pezzo. ' Anche Rapisardi fu, da ultimo - salvo forse per i ! suo\ concittadini e per una numerata schiera di fedeli ' - un quasi dimenticato, e po.tè sembrare un superato, : un sop1:avv~ssuto a se stesso. Egli era di quelli, che la : g1oventu pm non cerca (cerca essa: ancora i poeti, qualche ; poeta, la nostra cara gioventù, sporrtista, antisocialista i .- tnpohtana? ... ) e il ùome e il ricordo di lui vivo pa- ; revano più lontani e plù fiochi, di quelli del suo grande ; antagonista e rivale - G,osuè Cai·ctucci - sebbene già ' nel sepo1cro. Eppure sarebi.Je stolido e· iniquo aduggiare : questa salma recente coll'ombra gigante dell'altra, quasi · proseguendo, oltre 11 rogo, le ire, ugualmente letterarie e ugualmente incivili, tlei' due, che non seppero amarsi, perchè non seppero intendersi. Perocchè e l'uno e l'altro IUrono due grandi stature, ,ma <li personalità così inti– mamente· diverse, che non, vale, a confrontarle misu- rarle col medesimo metro. ' l!] una cosa ci sembra potrebbe facilmente ·provarsi: I cho l'oblìo relativo é precoce che coperse il poeta catanese ' o dov~to .~ssai meno_ai suoi dif~tt1 che alle sue qualità: ! quahta pm_ alte, p1u ardu_e, piu faticose ad apprezzarsi I e a ~u~tars1, _che non ami 11comune gusto dei contempo- : rane1 m Italia. , · . .Ma di_ Rapisai'.d_i no~ è d~gno il necrologio fugace e; 1mprovv1s0._1'010110egli fu 11 meno improvvisatore dei i nostn poeti e letterati e, nelle ·convinzioni, uno dei più \ saldi e tenaci,. E sarebbe onorarlo adeguatamente risu- : scit~re davvero quel ch'ei fu nelle opere, nel pensiero; i nell mfluenza morale sulla generazione che declina al i tramonto. . . ' Lo faremo? O siamo noi s,tessi,trcippò prossimi al tra– monto per trovar lena a tentarlo? O lo farà altri per noi? : '\'.'ada mtanto al tumulo del prode, che pensò e cantò : cosi al~amente ed ebbe così noohi sdegni, per tutti gli : oppressi, contro tutte _le sopraffaz10ni e le vigliaccherie, · 1! commosso nostro rnnpianto e l'affettuoso saluto. f. t. LA 'MORALE INTERNAZIONALE e le :forze della pace l;)a alcuni anni venivamo assistendo a un fenome- i• ~o, . che _sembra. or.a.mai e;arattei;istico ci-ella politica ,I •1nterna.z1-0nale borghese: la· violazione continua, co– s.;ante,. uguale, della fede pubblica, della ,fede dei trattati, della parola solennemente pronunciata nei Parlamenti, o scritta negli accortli internazionali. E co,n quesua violazione, il disaccordo non raro tr~ l'acoordo pubbli-00 e l'accordo segreto, stipulato dai medesimi contraenti: .llna cosa detta in piazza, la cooa · tutta opposta sottintesa nelle Consulte e nelle Uanoollerie europee. L'~pio, ~he_l'Italià ufficiale ha dato al mondo, prec1p1tandos1 d1 un tratto sulla Tripolitania e sulla Cirenaica, a brevissima distanza dalle dichiarazioni dei governanti itali.ani, spiranti amicizia e cordia– lità verso l'Impero Ottomano, rimarrà tra i più me– nio'rabili e documentarii. Ma non è il solo. L'Italia ha bensì il .merito non invidiabile di avere addirit- 1 tura perfezionato il sistema con una disinvoltura e una destrezza, che molti forse non le supponevano, ma le violazioni, le sopraffazi,oni, i tradimenti, com– piuti in questi ultimi tempi nel campo del diritto internazionale, costituivano una messe già abbon– dante per i fortunati cultori della materia, di cui credo che però, malgrado tutto, le cattedre siano state conservate nelle nostre scuole superiori. Del resto, la cosa non fa meraviglia: ci sono sempre i " nuovi orizzonti », che accomodano tutto. E per davvero i nuovi orizzontiJ del diritto internaziona,Je borghese 8ùllo. meravigliosi.... se le forre della paoe, non interveri;anno più efficacemente e dedsamente contro la ,moral,e internazionale imperante. .Noi segna!.~, p,areccb.i mesi or oonu, i peri– coli, che le offese.gravi, recate dalla- Fr-ancia e dalla Spagna all'Atto di Algeciras, avrebberu accumulato sulle sorti della pace europea: pericoli ancora più te– mibili di quelli che la illegale e violenta annessione della Bosma e. del!.'.l!;rzegovi:na all' Austri11, aveva su– ~c1tato .tre anni fa-nei .balcani e neU'.1!:uropa-stessa. ~ parve tosco pessimismo il nustro, quando, sulle 0010n.ne de1 quot•idiano del, partito, e, se non erro, su queste stesse cofonne, dicevamo che lo sbarco di agad1r, come •prima ta marcia su .lfez, avrebbero scatenato nuove complicazioni e la stessa probabi– ni;a a1 una guerra. lnfatt~, metà di q11esta annata cne sta per tmire è s.,ata, dapprima, profondamen.te òur-bata dalle preoccupaz1uni cti t)na grande guerra franco-germanica-inglése, che sarebbe stata la più mostruosa e disastrosa messa in campo di m,asse uma– ne destinate al macello; e, poi, scunvoltà dalla irruen– i;e e mopinata az.une dell'Italia contro la Turchia. Anche qui la stessa buonà fede internazionale: Ita– lia,· Fra-ncia e Inghilterra si professano amiche della 'rurchia; ma ciò non toglie che, coll'~e,Ìnporaneamente, si accordino per attribuire ali'ltalia, i:nércè i cum– pensi dell'azione lioera nel Marocco, lJer la .l!'ran• eia, e di.... Solum, per l'Inghilterra, la libertà d1 prnndersi, al momento opportuno, due vaste pro– vmcie di quella amica 'l'urch:a. Nè i pericoli si sprigionano soltan.o ctal fatto della guerra stessa, s1bbene pure dal semplice fatto di questi accordi. Ciò che è avvenuto or ora tra Francia e Germania ne è. la riprova eloqu~nte. Tutw le nazioni, mvero, si erano date convegno ad Algecira.s per. stab ..hre un modus v.ivendi, a pru– posi..o del Marocco e di altre questiuni, che poteva costituire una discr.eta garanzia per la pace eurù– pea. La stessa Germania, che dalla Conferenza non e-r.a us01ta mteramen;;e cmta di alloro, aveva tutta– via ottenuto delle _salvaguardie, che l'av.rebbero ri– parata dai colpi di sorp:rnsa. della diplomazia av– versaria. 1\/[a 0-0co, nel 1909, -un- accordo franco-in– glese, che comincia a mmar,e il trattato di• Algeci– ras, in ctanno, evi'denc•emente, della Germania; -ecco la ~pagna, che spia le mosse della Francia nel Ma– rocco, e .fa del s~o mt;glio per •imitarla: tanto, vero che ess.a.. è r.u-scita ad accaparrarsi un.a vasta zona ctel ·.IYlarocco s'tèsso. Mancava la marci.a su Fez. Di passo 111 passo, e di violazione in violazione, lii è poi arrivati a un capello dalla guerra, dalla guerra più grande. Ma la guerra è nondimeno scoppiata c:ome conseguenza di quella politica di incessanti e 8istemauci 1Jrigantagg1 coloniali e internaziona;li: e l' !tali.a ne sta sostenendo, e ne sosterrà per un pez– zo, duramente, le spese. E le probabilità del domani, chi le conta 1 Se, alle prime faville, si intuiva il fuo• co che avrebbero acceso subitamente, che cooa non è ragionevole di prevedere oggi, mentre i bagliori di un incendio balcanico sembrano illuminare la storia imminente e incombente, e mentre le conversazioni pubbliche t.ra i due grandi colo,ssi del Nord assu– mono, in certe ore, toni e seUBi così allarmanti 7 La fafalità della guerra pesa dunque, ormai, co– me maledizione indeprecabile, sui popoli europei 1 Si l'Ita;lia borghese e patriottarda e se tutte le fer– mentazioni della violenza, che hanno esploso in un momento solo sul suolo italiano, non trovarofio•'in sè i provvidi reagenti a quella fatalità, non vi son dun• que forze altrettanto inesorabili e fatali, capaci di
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