Critica Sociale - XXI - n. 23-24 - 1-16 dicembre 1911

362 CRITICA SOCIALE volta. Anche questa volta ha voluto conservare il senso della misura, anzi, per essere più esatti, della Mezza misura. Anche la guerra colle nazioni diventa per lui, come ogni altra cosa..., politica parlamentare! Ond'è che egli vi consente quel tanto di annienti mi- litari, che basti ad assicurare la; maggioranza, fine a se stessa: e avremo gli obici... parlamentari, che mu- niscono sopratutto il Governo; i fucili.., parlamentari, che spareranno mirabilmente ben 300 palline bianche in quell'urna, contro le 50, si e no, palline nere che vi manderanno le nostre povere spingarde (senza allusione personale, onorevole ministro della guerra!), i nostri poveri fucili a pietra focaia. Insomma, la follia resa ragionevole, ossia inutile; infeconda anche dei benefizl, che la follia sincera, intera, entusiasta rende qualche volta nella storia e nel mondo (bravo!); la soluzione che non divide gli • animi, che è l'ideale (chi osa dunque negargli un ideale?), l'ideale permanente e coerente dell'on. Giolitti; come è, del resto, l'ideale confessato del capo dell'Opposizione costituzionale, nemico perso- nale di tutti gli anti. E questa soluzione ragionevole può ben parere un minor male! Un discorso logico. — La corsa al miliardo! Parere, non essere! È perciò che chiedo licenza al mio collega in gior- nalismo Renato Simoni di rivolgere stavolta il mio: "come canti bene! „, non più all'on. Giolitti, e neppure all'on. Spingardi, per quanto ieri si sia rilevato un vero tenore di cartello: ma ad un 'altro parlamentare, all'un, generale Mazzitelli, il quale ha fatto il solo di- scorso che io abbia veramente ammirato. Un discorso abbastanza moderato e pratico per non guastare troppo le uova nel paniere del ministro della guerra; ma suf- ficientemente ardito, coraggioso, ben piantato sulle sue gambe, camminante a passo militare: il discorso di un tecnico che sa essere anche uomo politico (il caso è abbastanza raro per meritare di venir rilevato); un di- scorso che non ha che un difetto, il difetto.., che dirò nella chiusa. Il quale generale Mazzitelli ha, per così dire, tradotto in parola viva quello che è sottaciuto ed implicito nel disegno di legge: e ha detto, da quel brav'général che senza dubbio egli è, che bisogna armare, armare, ar- mare! . E non si contenta delle fortificazioni al confine orien- tale, ma le vuole un po' da per tutto, alle coste dei due mari, le vuole nella pianura pedana, riabilitando il vano Quadrilatero, vuole le navi libere di tener l'alto mare e non vincolate alle coste, vuole molto altro che non dico: e quindi non gli bastano i 200 milioni annui di aumento, che voi date in quattro o cinque anni per la guerra e per la marina, ma ne vuole almeno 400, avviandosi a quel miliardo di spesa annua, che intra- vedeva ht chiaroveggenza del mio amico Bissolati e che fa presentire la meta.... a cui tendono le tappe del genérale Spingardi. E il miliardo verrà, statene sicuri; giacche ben di- ceva il ministro della guerra, che è destino dei pro- grammi massimi di mutare col tempo, ma che una cosa rimarrà senza dubbio, ed è la cifra finale; l'abisso ,ha la sua formidabile logica; e gli aumenti della spesa ordi- naria portano, di neeessità, a quelli delle spese straor- dinarie, che sono, ben diceva l'on. Spingardi, le più or- dinarie di questo inondo, ed . è assurdo pensare che cessino mai duchi il mondo non cessi di rotare; vice- VSera, gli aumenti delle spese straordinarie portano di necessità nuovo aumento delle ordinarie. Così abyssus abyssum invocai. Il generale Mazzitelli riassumeva il suo discorso nella frase precisa: non si può essere grande nazione, non si può pretendere sul serio a grande potenza, se non si è insieme una forte potenza. Ben detto, onorevole Mazzitelli! Questa è la logica del-militare, che va dritta all'obbiettivo, che non si smarrisce per via, non ritorna sui suoi passi. Ed io vi auguro, generale, di essere così forte e fiero e cosi buon conduttore delle squadre sui campi di battaglia, come siete buon conduttore delle vostre idee sui banchi pacifici e alquanto sonnolenti del Centro parlamentare. E, allora, voi, che siete deputato senza essere, pare impossibile, nè avvocato, nè professore, recherete molta jattura al nemico.., se i fati vorranno che ci misuriame con lui! Guardando il volo delle rondini Un eterno circolo vizioso! Probabilità di guerra in Europa? — Astrologia di- plomatica. Se i fati vorranno. Ma vorranno i fati ? Oh! il cielo mi guardi da voler rubare il diploma di astrologia al collega Enrico Ferri, che rispose assolu- tamente “ no „, e neanche al mio carissimo amico Bis- salati, il quale, più prudentemente, disse: " nonio credo probabile „. Ma anch'io sono tranquillo come loro, per un cumulo di ragioni (non è qui il luogo di tenere una conferenza, a quest'ora!). Dato l'intreccio sempre più stretto degli interessi fra borghesia e borghesia delle diverse na- zioni; dato il costo enorme, proibitivo, di ogni giornata della guerra moderna, per cui ogni nazione, se anche appaia vincitrice, ne esci vinta ed. estenuata; dato il dilagare nei popoli delle correnti socialiste e, diciamolo pure, herveiste, parchi questo è il lato benefico, che non ripudiamo, dell'herveismo, il suo lato preventivo; correnti la cui forza. l'amico Alessio ha sottovalutato ; perchè non è da dimenticare:che esse agirebbero in mo- menti di altissima febbre, quando la sincope è facile; dato anche il senso di umanità, di civiltà, di intelli- gente egoismo, che acquista forza ogni giorno, e l'amore alla vita, lo stesso pregio della vita, che cresce colla ci- viltà (parchi quella che, da un certo punto di vista, pare viltà di fronte al pericolo, che il bambino e il selvaggio sentono meno di noi, ha anche il suo lato di luce); dati tutti questi coefficienti, e altri che non novero, credo anch'io che lo scoppio di una guerra, in Europa, si renda sempre più difficile (9. E si ha un bel dire: badate che, proprio l'altro giorno, essa fu li li per scoppiare, come fu detto da qualcuno. Ma anche si risponde facilmente: ebbene, banchi tante polveri asciutte fossero vicine a tante scintille, vedete che, tuttavia, l'incendio non è scoppiato. Ed, anche, io penso con" Bissolati che sopratutto è difficile vi sia trascinata l'Italia, dacché essa con la Francia non vuole guerra, con l'Austria non ha ragione di volerla, indipendentemente dalle alleanze, dappoichè (q Quando questo discorso fu pronunciato — giugno 1909 — al po- teva credevo che Adua ci avesse guariti, per pezso, della velleità dl guerre"coloniall: A questo, nella discussione, LIC9.110 ave Va, neppur lontanamente accennato. Allora il solo nemico preveduto possibile era l'alleato Imperò Amaro-Ungerle, !

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