Critica Sociale - Anno XXI - n. 22 - 16 novembre 1911

CRITICA SOCIALE 345 IL LAVORO FERROVIARIO Il problema del lavoro ferroviario trascende gli interessi cMusi di categoria; sociologi, medici, am- ministratori, il ri li dovrebbero interessarsene da un triplice punto di vista: per la salute dei lavora- tori; per la produttività dell'azienda; per l'incolti- mità dei passegmnri. E. ilt‘'<'1,. già, alla Camera, l'on. Bissolati pro- testi', contro l'abuso di economie, tendente ad ele- vare il reddito dell'azienda collo sfruttare a sangue le energie del personale; fon. Pescetti denunziò i turni sfibranti, spinti a limiti Che lo stesso esercizio privatun non aveva mai osalo raggiungere; una inter- rogazione mi:dimmi lei bn. Ciecotti provocò una ro- sea risposta del sottosegretario di Stato, on. De Seta. E. sulla necessita di limitare i turni entro con- fini ragionevoli. si espressero noti sanitarii, quali l'Alberioni. il Pieraccmi, il Casalini, il Tropeano, il Petrini, il Della Pergola. Soltanto il Servizio sanitario delle ferrovie — a dispetto dell'art. i. lettera e. del relativo Regola- mento -- non se ne dà per inteso. Le esigenze del- figielw subordina esso alle poliziesche e finanziarie. La sua profilassi si limita ntlla luminaria, per l'inte- resse immediato di ovviare :111:t eccessiva passività economica, rime altrimenti ne deriverebbe all'azien- da; e solo sotto lo stimolo di pressioni occasionali la estese ai dormitorii e alle malattie infettive. *** Eppure nessuna riforma renderà tutto ciò che do- vrebbe, se non la preceda una razionale limitazione delle ore di lavoro. Onesta è l'opinione del Saun- ders. questo è il voto (lei Congressi, questo è ciò che si desnime mini gli studii di tutti i competenti — ba- slerebbe citare Angelo Mosso e Zaccaria Treves — sugli Molli della fatica troppo prolungata. Dopo eccilaii per qualche tempo il muscolo e il nervo. i primi sirumenti del lavoro — nota l'Alber- Ioni in una recente succosa Relazione sui lumi di serviziin -- si produce la stanchezza, che è «la Val- vola di sicurezza (lel nostro corpo ». Onde la neces- sità che il lavoro. a seconda del dispendio di forze che genei a. non ecceda mai la durata da 8 a 12 ore. 11 danno e il pericolo ili turni, che salgono-, sia pure eccezionalmente, fino a 10 ore, è aggravato anche inni dalla loro variabilità, ossia dallo spostamento inontinuo (.11,, impongono a tutte le consuetudini in- dividuali. E nota la legge del ritmo, per la quale la ripetizione di date funzioni, sempre alle mede- siine ore, trova l'organismo più pronto, e lo debilila meno. un non lo debilita affatto. Ciò si verifica ugual- Mente nel 1/11"01.0 (lei muscolo, come per quello del inensieri-n. L'attenzione, 1.111a delle facoltà più sog- nrettin a stancarsi, è tra quelle più continuamente iminiegate ind lavoro ferroviario, specialmente nel Movimento e nell'Esercizio. Il dispendio eccessivo imergia rende l'aprite o apatico, o irascibile e sconlroso, nei rail)orli col pubblico, coi colleghi, colla propria famiglia: lo induce all'abuso degli al- cooliei ihni nervini, e lo predispone alle malattie; di ebe sono conferma le cifre crescenti della morbi- lila. (lesimi, dai ruoli della Società di AI. S. fra il 1,ersoitale viaggiante. cori sede in Bologna: tel 1885, malati 13 nel 1005, i2",,; nel 1008, 51 Il Igor. Alberioni. mentre richiede che, in nome delIiniegrilin individuale e sociale e della stessa si- curezza del fa n'ITOViatlo Vellinl Or- oanizzalo in conformità alle leggi della fisiologia, raccomanda parlicolarmente: che le ore di servizio effettivo, per il personale v iagnenniante e di macchina, siano 8, con 24 ore di ri- poso completo, cinircesse regolarmente a determinati periodi di giorni; che le ore di servizio effettivo, per il personale sedentario delle Direzioni e per quello delle Stazioni addetto il Movimento, siano ilalle 8 :Il le 10, inguaP- mente ci Or iii /0Si periodici di Si ore; che i turni si organizzino per guisa. da rendere i periodi (li lavoro e di riposo il più possibilmente i i informi. Il prof. Imbert. nella nerue Seienlifique, avverie come non sia facile determinare iìr chilogrammeiri, come si fa di una forza fisica qualunque, la quantilà di lavoro che non') dare ciascun individuo, ma vi é un segno sicuro clic denunzia l 'eccesso, ed è la stan- chezza perduranle anche dopo il periodo di ordina- rio riposo. Ora, questo fenomeno — la stanchezza al principio dell'orari,n giornaliero — fenomeno che implica un pericolo nnermanente all'incolumita dei ferrovieri e dei viaggiatori — è comunissimo sulle ferrovie, come attesi:uno non solo le querimonie de- gli interessali, ma il consenso generale dei medici. I funzionarii, che perseguitano gli imPiegali ai servizii commerciali se. negli intervalli del lavoro notturno, si abbandonano a qualche innocuo piso- lino ristoratore, mostrano che il lini, zelo poliziesco si allea magnificamente alla loro deficienza li eri- scienza igienica. Anche si dovrebbe tener conto della differenZa /II riparatrice, che passa fra il SOIllìo nollurno e il soimo diurno, 15 notorio, e si legge in tinti i ma- nuali d'igiene. COMe il sonno diurno sia, di regola, più superficiale e discontinuo; come le funzioni or- ganiche, che si rallentano automaticamente c»I son- no notturno, subiscano invece perturbazioni varie durante il sonno diurno; e emne que,hr, insomma, non basti, in generale, a dileguare completamenie la stanchezza. *** Altre cause coneorronin a rendere vieppiù sner- Valile ti laVOro fermo inni-io in a produrre le conse- guenti rilassatezze, spesso e '\ olontieri lamentate. ma non mai sapute divellere. per refiallarietà del- T_Amministrazione a ricercarne le -mulini: la aliMell- tazione insufficiente, la febbrilità di certi lallori, la irrazionale distribuzione dei riposi. lii prima causa è conseguenza delle paghe, ari- rOra. l /ee mnmolti. tronni?o a \ aro, dato lo srOCZO elle da essi Si esige e le atiOrMali 1,111111.10111 /Il i lla, do, conle at t iene sot-ente, alla scarsa alimentazione, inadeguata alle necessita della combustione orga- nica. sd aggiunge il freddi, eecessivo dell'ambiente. che sottrae. a sua \ inlia. ituo\ e calorie e quindi inni- Ve forze per ricostituirle; la somiolenza. la pigrizia. Viiier/ia sono eorollarii fisiologicamente inevitabili. La folibrilini del lavort) è lin fallo ancl(esso inet i- labile. per SI ititieS(111110 e 1)1,1' contagio. sopratulto inni ,ert izii del \bit l'inni:o e lraffico, dote le preoc- cupazioni della responsabilità, la lensione della \ o- lonnl , SO110, >ti i illO <nye, eolallItle, l/inni/re, collle a> Verni il don. /lel Stlo Colnaleld forMCV mm n'spm'il i>, e COIlle. III/I realo„ nreSeClVela il teStilal /Cale degli antichi, la lentezza uguale. senza pause, senza ansietà, senza l'assillo ilel linmine (li cadere in errnuri, è il miglior cornpurgim (lei ho ori lunghi e fa- ticosi. E. nolo il molto del I ntionviren : « questa ope- razione richiederebbe iiina vetiliiun (li inimmimli, e 11011 ne abbiamo elle quindici a disposizione: è dunque il caso di non alfrinitarei ». Nelle ferrovie. l'abilità sporMItisti, dei biglictlarii sl uecialmente. con- siste soprainino nella refrallariela al contagio della frena. che è nel pul)blico Mii miche que- sta flemma iolonlaria. (-n'est() dominio di se slessi, non si acquista da unti. nè facilmente. ed esige esso pure un certo dispendio di energia.

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