Critica Sociale - Anno XXI - n. 18 - 16 settembre 1911

CRITICA SOCIALE 283 20 di acquistare, per rivendere ai soci, materie prime, sementi, concimi, macchine, ecc.; 30 di acquistare e rivendere i prodotti del lavoro dei soci; 4° di agire come intermediari di questi, per gli oggetti di cui sopra; 50 di acquistare animali, macchine, ecc. a 'fine di affittarli o concederli ai soci per l'esercizio della pro- fessione. Queste Unioni sono la cellula madre delle più sva- riate forme di associazioni fra agricoltori, segnata- mente fra piccoli proprietari, che, attrattivi dallo scopo generico dello studio e della difesa, vi sono poi trascinati ad altre iniziative. Sorgono, nei vani Comuni, le Sezioni per ,gli acquisti in comune dei con- cimi, per il credito, per le assicurazioni, O via via, come più si sviluppano i bisogni e la solidarietà. E si federano poi in corrispondenti Unioni centrali, con funzioni di raggruppamento, di consulenza, di riassi- effrazione. , Alle 1014 Unioni sorte in breve volgere di anni, fanno corona 1070 Sezioni per gli acquisti, 609 lat- terie cooperative, 568 Casse di credito, 1073 Mutue per l'assicurazione del bestiame. Le Unioni professionali per lo studio e la difesa de- gli interessi professionali costituiscono la base della organizzazione agraria belga, di cui mano mano provvedono, con organi idonei, ai più assillanti bi- sogni. La rrancia nelPorganizzazione agraria. Anche in Francia il movimento agrario è essenzial- mente professionale; la legge 21 marzo 1884 sui Sin- dacati professionali favori l'attività feconda degli agricoltori. Ma — sia detto per quei nostri sempli- cisti che vorrebbero pei piccoli proprietari come pei contadini e braccianti una medesima forma di or- ganizzazione — quella stessa legge, che, nell'indu- stria, suscitò numerosi Sindacati con precisi intenti di rivendicazione sociale, serventisi dello sciopero e informantisi al metodo della lotta di classe; in agri- coltura non creò che associazioni dirette ad un'azione di cooperazione pacifica. • - Su 5146 Sindacati agricoli, appena 527 si costitui- rono di soli lavoratori della terra veri e propri, con scopi di rivendicazione economica. Ciò sta a confer- mare che l'organizzazione dei piccoli proprietari ha esigenze speciali, che non coincidono con quelle del puro e classico proletariato. L'organizzazione agraria francese è caratterizzata sopratutto dalla mutualità assicuratrice. La piccola proprietà rurale ama sottrarre le proprie assicura- zioni allo sfruttamento delle Compagnie di specula- zione. La mortalità del bestiame si presta a troppe frodi e quindi ad eccessive cqntestazioni, che si evi- tano coi piccoli organismi, sottoposti al controllo lo- cale degli interessati, federati regionalmente e na- zionalmente, e riassicurantisi per mantenere l'equili- brio nella distribuzione delle indennità dei sinistri. Anche per gli incendi, la grandine, ecc., i piccoli or- ganismi, riassicurati, evitano le enormi spese di ré- clame, amministrazione, dividendi al capitale aziona- rio, e i cavilli onde le Compagnie sanno abilmente frodare l'ingenua inesperienza degli assicurati. Col 4 luglio 1900 la legge dell'84 fu estesa alle Mu- tue assicuratrici. I Sindacati, allo scopo dello studio e della difesa degli interessi professionali, aggiunsert. l'assicurazione contro i rischi che minacciano gli ad- detti ad una stessa professione. Le Mutue assicuratrici, al 30 settembre 1910, erano 10.731 così ripartite: 8.428 contro la mortalità del bestiame; 2.187 „ gli incendii; 29 „ la grandine; 7 „ gli tnfortunii del lavoro. Le Mutue-bestiame raggruppavansi in 58 Federa- zioni riassicuratrici; le Mutue-incendi in 26. Le pri- me assicuravano un capitale di L. 532.807.990; le se- conde, di L. 508.374.563. I Sindacati professionali curano altresì l'acquisto in comune dei condirai, il credito agrario, la coltivazio- ne e la vendita dei prodotti della terra. Ma la nota più alta rimase la mutualità assicura- trice, per il bestiame, la casa, i prodotti del fondo, la vita degli agricoltori, sottraentisi così alle insi- die della grande assicurazione industriale di specu- lazione. La organizzazione agraria in Italia. Questa si fonda esSenzialmente sulla cooperazione per gli acquisti. Non mancano le latterie sociali (cir- ca 600), le cantine sociali (circa 150), le Casse rurali (1700 a un dipresso), le Mutue-bestiame e incendi (intorno a 1200), ima la organizzazione più estesa e perfezionata è quella per gli acquisti in comune di concimi, macchine, strumenti, materiali, ecc. Col diffondersi di un'agricoltura più razionale e ricostituente delle energie del terreno, dette associa- zioni si svilupparono nel senso di assicurare ai com- pratori i vantaggi dell'acquisto all'ingrosso, e la ge- nuinità e bontà delle merci, col duplice profitto di un minor costo e di un maggior reddito agricolo. Le Cooperative di acquisto, che, or é un ventennio — nel 1892 — non erano in Italia che una ventina, nel 1910, mercè l'opera sopratutto della a.Federazione dei consorzi agrari », superavano le 1500, con una ci- fra di affari — giusta una recente statistica — di ol- tre 100 milioni di lire — tanto più notevole quando si pensi all'assenza quasi completa, in questo arringo, dell'Italia centrale e meridionale. Ed è mirabile la resistenza di questi enti alla guer- ra loro mossa dalle fabbriche di perfosfati minerali, alle quali essi opposero altre fabbriche loro proprie, che ci sono invidiate dai cooperatori stranieri; fab- briche in cui entrano gli stessi soci delle Coopera- tive di acquisto, che si impegnano annualmente alla compera di un tanto di prodotto, e che, senza onere di intermediari, producendo, in •numero di 12, oltre un milione di perfosfati all'anno, costituiscono altresì un eccellente calmiere. I Consorzi agrari cooperativi, la più forte, come dicemmo, delle forme di cooperazione agricola in Italia, sottraendo gli acquisti degli agricoltori alle sofisticazioni e all'usura, costituiscono, colle cattedre ambulanti di agricoltura, la molla del graduale ma confortante progresso delle campagne italiane. Piccola proprietà e cooperazione agraria. A malgrado delle note diverse che contrassegnano e differenziano — per ragioni politiche, economiche, tecniche — la cooperazione rurale in Danimarca, Ger- mania, Francia, Belgio, Italia, ecc., la tendenza che universalmente si afferma fra i coltivatori della terra — piccoli, medi, grandi proprietari ed affittuari —

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