Critica Sociale - Anno XXI - n. 17 - 1 settembre 1911

Condannati per ogni 100.000 abitanti della stessa professione, resid. nel distretto Poeto occupato nella graduat. del SO distretti gladiatori Ital. CRITICA SOCIALE 265 Occupati nell'agricoltura BOZ OglIff Parma Bologna Parma e nella pastorizia . . 252,22 324,90 100 50 Occupati nell'industria o in arti e mestieri . . 591,54 456,37 6° 10 Occupati nel commercio, nell'industria dei tra- sporti, nella navigazio- ne e nella pesca . . 1106,67 841,43 9° 2° Addetti al basso servizio pubblico e privato. . 667,13 546,02 14 0 6° Impiegati, liberi profes- sionisti, capitalisti e pensionati 327,19 191,46 14° 60 Un ultimo rilievo generale, per i braccianti ad- detti ai trasporti di terra, la classe tipica dei prole- tari agricoli meno qualificati, in confronto con la classe degli agricoltori. In tutto il Regno si ebbero, nel 1906, i seguenti numeri effettivi e percentuali di uomini condannati: Ogni 100.000 abit. dello stesso sesso Numero Ogni 100 nello stesso Gruppo effettivo condannati di professioni Agricoltori . . 59.152 50,68 345,62 Occupati nei tra- sporti di terra 3.832 3,28 2031,33 E in relazione alle singole specie delittuose: Ogni 100 condannati per la stessa specie di delitti Occupati nel Violenza, resistenza e oltrag- Agricoltori trasporti dl terra gio all'autorità 35,61 5,89 Lesioni person. gravi o graviss 54,08 3,78 Furto qualificato 42,87 3,05 Furto semplice e spigollento 71,86 2,00 Infine, nei rapporti tra padroni e dipendenti, tro- viamo: Uomini condannati Ogni 100 condannati effettivo della stessa professione Padroni o di- Ogni 100.000 ab. della stessa condizione e professione Agricoltori rigenti 5.103 8,63 148,97 Dipendenti 54.049 91,37 1.979,88 Occu pati nei trasporti di terra Padroni o 'di- , rigenti 992 Di pendenti 2.840 25,88 74,12 11.972,00 1.574,64 I braccianti occupati nei trasporti di terra presen- tano dunque, in generale, una maggior delinquenza degli agricoltori, ma, entro la loro stessa classe, i dipendenti danno una percentuale di condannati no- tevolmente inferiore a quella dei loro dirigenti. ..'"'. ' Senza pretendere di indurre da tutto ciò conclu- sioni estreme e definitive, ci sembra di poter asse- rire che i vari indici considerati disperdono la dif- fusa impressione che, nei salariati delle campagne emiliane e romagnole, la disposizione ai reati comu- ni sia parallela all'agitazione economica e politica che li travaglia, e autorizzano invece a supporre che il mantenersi la loro criminalità, in un gran numero dì specie delittuose, più bassa di- quella della stessa classe in tutte le altre regioni, debba attribuirsi alla loro più intensa partecipazione ai movimenti collet- tivi per la conquista o la difesa di migliori condizio- ni economiche e per l'affermazione di una idealità politica. In Italia, gli agricoltori dipendenti costituiscono la classe più propensa al delitto; in Emilia, assai Meno che altrove. Quale il motivo? Per l'alfabetismo l'E- milia è al disotto del Piemonte, della Liguria, della Lombardia, del Veneto, della Toscana, e ci dà an- cora 46,8 maschi analfabeti su ogni 100 maschi maggiorenni, ossia tre analfabeti di più della media generale del Regno (43,9). Il temperamento poco differisce dalle popolazioni finitime; è nota, anzi, e leggendaria la impulsività romagnola. Solo, dunque, la più attiva partecipazione di quel- le masse agricole alle lotte politiche ed economiche può spiegare, ci sembra, il curioso fenomeno; quelle lotte agirebbero da revulsivo psichico, scari- cando la passionalità criminogena in forme social- mente meno selvaggie ed antisociali. Negli emiliani, massime nei romagnoli, è vivis- simo lo spirito di associazione, tanto economica quanto politica. Quanto alla prima, basti ricordare il vasto movimento della cooperazione di produzio- ne e di lavoro, nel ceto dei terrazzieri. In vent'anni, dal 1889 al 1909, si ebbero, in Emi- lia, 243 Cooperative (sopra 547 esistenti in Italia, cioè il 44,4 %), le quali assunsero dallo Stato, dai Comuni, dalle Provincie, dai Consorzi e da Opere Pie 3153 appalti di lavori pubblici su 7560 (41,7 %), per un ammontare di 81.894.000 sopra 159.587.000, cioè il 51,3 per cento di tutti quei lavori. E, nel 1910, sopra 121.792 contadini organizzati, aderenti alla Confederazione generale del lavoro, 101.518 appartenevano all'Emilia. Il Partito socialista e il Partito repubblicano tro- vano, nelle classi agricole dell'Emilia e della Ro- magna, il grosso del loro esercito. Lo comprovano ad evidenza i risultati delle elezioni politiche. Ecco il prospetto dei voti, raccolti dagli eletti e non eletti dei partiti popolari, in confronto ai con- servatori, nelle ultime quattro elezioni generali: Emata Italia centralo Italia settentrlonale COnserv. Popolari Censore. Popolari Conserv. Popolari 1897 58,93 41,07 73,52 26,48 80,05 19,95 1900 46,70 53,30 62,11 37,89 68,63 31,37 1904 42,69 57,31 51,19 48,81 63,35 36,65 1909 43,59 56,41 52,86 47,14 63,77 36,23 Più evidente è il risultato, se s' distinguono i Collegi dei Comuni-capoluogo, dagli altri a carattere prevalentemente rurale, nelle elezioni del 1001.) Voti relativi nei Collegi dei Comuni capoluogo Conservatori Popolari Non capoluogo Conservatori Popolari Italia settentr. 49,37 50,63 67,61 32,39 Emilia 44,29 55,71 43,21 56,79 Italia centrale 46,90 53,10 55,50 44,50 L'Emilia, dunque, dà la percentuale massima di voti ai partiti popolari nei Comuni capoluogo, non solo, ma, mentre tutte le regioni d'Italia, nei Co- muni non capoluogo, costituiti cioè prevalentemente di frazioni rurali, danno una percentuale di voti ai conservatori maggiore che non ai popolari, l'E- milia (e così le Marche, con il 52,78) dà ai popolari il 55,79 dei voti, cioè il massimo raccolto dai popo- lari tanto nei Comuni capoluogo quanto negli altri. Le classi lavoratrici dei campi accorrono alle urne, in favore dei partiti di opposizione, e sopra-

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