Critica Sociale - Anno XXI - n. 15 - 1 agosto 1911
crirricA .SOCIALt 285 correttivo, sarebbe cinque, dieci volte peggiore dello scrutinio uninominale » (pag. 126). E voci simili hanno risonato altamente nella di- scussione, che, proprio in questi giorni (1), si sta svolgendo alla Camera francese: il deputato De- schanel hà mostrato con cifre irrefutabili che, con lo scrutinio di lista, tutti i 52 Seggi della circoscri- zione di Parigi sarebbero guadagnati dai socialisti, e i deputati Gioux e Giuseppe Reinach hanno mo- strato che, nelle regioni, nelle quali dominano an- cora i partiti antirepubblicani, come nelle circoscri- zioni dell'Ovest, le piccole oasi, conquistate, a costo di grandi fatiche, dai repubblicani, andrebbero som- merse irremissibilmente dalla marea conservatrice. IV. In attesa <Ulla proporzionale. — _Riforme necessarie e possibili col Collegio uni- nominale. — Conclusione. Tutto quanto abbiamo detto finora per dimostrare l'inaccettabilità dello scrutinio di lista deve farci di- menticare i gravi difetti, i grandi mali del Collegio uninominale No certamente; e, appunto per ciò, siamo decisa- mente favorevoli a una radicale riforma del regime elettorale. Ma la nostra convinzione profonda è che, dato il sistema maggioritario, il Collegio uninominale rap- presenta la meno peggio delle sue applicazioni. Sarebbe ingiusto dimenticare che, dal 1891 ad og- gi, col Collegio uninominale, il quale .consente le compensazioni di fatto ed attenua, restringendoli a piccole zone di territorio, i bruschi cambiamenti del favore delle urne, i partiti hanno potuto riordinarsi, e tutte le minoranze sono riuscite ad avere una espressione, se non adeguata alla loro importanza numerica, per lo meno non derisoria, non assoluta- mente iniqua. E si noti che lo scrutinio uninominale può essere anche migliorato con ritocchi e riforme, in alcune delle quali il consenso sarà pressochè unanime, mentre, per altre, non é da disperare di potere ot- tenere la vittoria, sebbene con minor larghezza di consenso. Intanto, le circoscrizioni debbono essere perequa- te come la legge vuole e la logica esige, ricondu- cendole a quella uniformità, che, per lo più, ave- vano, quando, nel 1891, furono stabilite; molte cau- se di corruzione potrebbero essere eliminate, cam- biando la procedura elettorale, sia nella compilazio- ne della scheda, sia nella composizione dei Seggi. La corruzione è possibile soltanto quando è utile, ed è utile soltanto quando è facile controllare il voto dell'elettore. Ora, quando si adottasse la scheda stampata d'ufficio col nome di tutti i eandidati, limi- tando la designazione dell'elettore ad un semplice segno di lapis, il riconoscimento del voto, espresso da ogni singolo elettore, sarebbe reso difficilissimo, per non dire quasi impossibile. Tale riforma richiederebbe, per essere attuata, la presentazione ufficiale dei candidati alcuni giorni prima di quello dell'elezione: disposizione comune alla maggior parte delle legislazioni elettorali, e che permetterebbe anche di fare entrare nei Seggi i rap- presentanti di tutti i candidati; con quanto vantag- gio della moralità e della giustizia non occorre nep- pure dimostrare (2). (i) Eravamo, come già ricordammo, nel novembre 1909. (9) quanto avvenne nel tempo trascorso dalla prima pubbiloazione di questo Fioriti° dimostra l'urgenza e la fondatezza del desiderll che eeprimevo allora. Il disegno di legge dell'on. Luzzatti, emendato e Quindi io faccio mio il grido, lanciato, il 21 ot- tobre 1909, alla Camera francese, dal suo ex-presi- dente Paul Deschanel, che è uno dei più fervidi fautori della rappresentanza proporzionale: o LA PROPORZIONALE, CON TUTTE LE SCIE CONSEGUENZE, O CONSERVAZIONE DELLO « STATU QUO ». *** Questo scritto non si propone di studiare il pro- blema della rappresentanza proporzionale: tale pro- blema ho trattato altrove e tornerò a trattare più a fondo (1): ho già detto che io la giudico di utilis- sima, di possibile, aggiungerò anche, di facile at- tuazione, sulla base del sistema belga. Ma altri po- trebbe caldeggiare, pel nostro paese, altri sistemi, stimandoli capaci di garentire alle minoranze di essere rappresentate equamente e ai partiti di poter- si affermare senza umilianti abdicazioni, senza per- niciose ed immorali coalizioni. Ebbene, discutere- rno anche tali metodi, che pure reputiamo espe• dienti inefficaci, siano essi la combinazione del voto uninominale col Collegio plurinominale, come pro- pose più volte l'on. Genala dal 1880 al 1889, o il voto cumulativo, od altri ancora (2). Ma resti ben fermo questo: che la riforma elet- torale deve mirare a garantire agli elettori, ai can- didati, ai partiti la propria indipendenza; a confe- rire all'elezione carattere politico, arizichè persona- le; ad assicurare ad ogni voto espresso una effica- cia pratica ed effettiva nella elezione, e un valore, nei limiti del possibile, uguale a quello che ha il voto di ogni altro elettore. E aggiungerò soltanto che il porre la giustizia, come base fondamentale e criterio cardinale del re- gime elettorale, è necessario anche sotto un altro aspetto: noi c'incamminiamo ineluttabilmente ad estendere la base costituzionale del nostro Stato con un ulteriore allargamento del suffragio politico; ora, è di sommo interesse per tutti che, quali siano per essere gli effetti di tale riforma, ciascun partito sappia che esso potrà sempre valere, nella vita po- litica del paese, in ragione delle proprie forze. Miriamo, dunque, con tutte le nostre migliori energie, al rinnovamento del nostro regime elettora- le: e persuadiamoci che la purificazione consiste nel sostituire il principio della giustizia distributiva a quello del trionfo delle maggioranze fittizie. Lottiamo per questa sostituzione; ma, finché il regime maggioritario non sarà debellato, non dia- mogli nuova vigoria e maggior possibilità di nuo- cere, con l'ampliamento delle circoscrizioni. L'amore di novità, non ispirato da un saggio de- siderio di rinnovamento fecondo e benefico, sareb- be, da parte di tutti, ma segnatamente da parte dei democratici, un vero atto di follia, se ci inducesse, mentre miriamo ad un ideale di equità e di moralità, a mutare, con colpevole incoscienza, il regime pre- migliorato dalla Commissione della quale fu relatore Pols. Bertolini, e ora il disegno di legge dell'on. Giolittl, accolgono appunto questi principi: designazione preventiva delle candidature; scheda stampata di ufficio; rappresentanza del candidati nei Seggi, la costituzione del quali è pure modificata, all'intento di renderli più equanimi e Indi- pendenti. Noi speriamo che gli studi della Commissione del 18, già eletta dagli Umol della Camera, e la discussione parlamentare, varranno a migliorare ancora la procedura proposta, pur lasciandone intatte le linee fondamentali: così la scheda è suscettibile ancora di miglio- ramenti e di semplificazioni, e i rappresentanti del candidati dovrei- bere forse avere una autorità maggiore; ma, senza dubbio, quello che più urgeva è già prossimo a divenire realtà. (I) Casi scrivevo mentre attendevo alla preparazione del volume, che ho poi effettivamente pubblicato nell'autunno del 1910. (2) Allo stato presente delle cose, credo però partito migliore a transitoria conservazione del Collegio uninominale, anche per le ragioni che ho esposte nella critica Sociale del lv giugno 1911.
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