Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911

180 ClìITICA SOCIALE gare realismo, che appare subito insostenibile, non appena si siano letti e meditati i primi capitoli della Critica della ragion pu,·a di Kant (I). 11 rc::tlismo acri– tico nega implicitamente l'allivit:\ spontanea dello spirito e crede che le cose, il mondo esterno, abbiano qualità oggettive, indipendentemente dalla nostra psi– chicilà. lnYcce, come l'oggetto è sempre in relnzionc col soggello, così di realtà esterna non può parlarsi che in relazione alla nostra atlidtà psichica, che è recettiva e legislatrice nello stesso tempo. li lato su– biettivo e quello obiettivo dell'esperienza sono mu– tunlmcntc complementari; il lato obiellivo entra in noi mediante gli schemi universali, cbe sono le ca– tegorie. Nell'intelletto nostro c'è, sempre operante, l'atlivilà formatrice del concelto. Nel percepire noi facciamo una sintesi, un giudizio: la materia della sensazione si unisce alla forma mentale, e, in lutti gli atti cli percezione, c'è sempre l'Io, che è presente e che funziona colla sua attività. sintetica. Quindi il fallo non è mai un fallo gre::zo, ma un fatto pensnfo, cioè un concetto. Capi re che cos'è l'autocoscienza, che ci nccompagna in lutti i noslri atti percoli.ivi, che cos'è l'ntti, 1 ità sintetica dello spirilo, il famoso giu– dizio sintetico a priori, significa comprendere gli elementi fondamentali clcll'idcnlismo e Ycdcre tulla la incongruenza del punto di ,·isla materialistico. La sintesi ri priori è la grande scoperta cli Kan!, che in lal modo ha gettalo le basi imperiture dell'ideali– smo, e ha chiuso anche per sempre le porte in fac– cia alla metafisica dogmatica, secondo la quale i con– cetti bnslano a creare a se stessi il proprio conte– nuto, all'i11/t1orirlell'cspcr·ienza. In questo senso, nel– l'avere cioè tenulo conto dell'esperienz:1, Kanl ha proprio dato il colpo di grazia alla , 1 ecchia metafi– sica, che credcYa crcnre il mondo dal proprio cer– Yello; ormai ogni fìlo~ofia deYe fondarsi sull'espe– rienza, completa e integrale. J~ appunto in questo fondamenlo ~perimentnlc, è appunto nel tener conto dei valor·i della Yila e del sentimento (bandito completamenlc dal panlogismo di Hcgc1), che il kanlismo - noll ostante le sue la– cune e le non piccole <lifficollà che sol!C\·a _,, mi sem– bra la forma di idealismo pi°ù accellabile. Nessuna fìlosofia è definitiva, ha ben dello il Croce; ma è pur vero che, di tulle le moderne speculazioni, la kantiana (compresa nella sua interezza e nella sua più recente elaborazione) è ancora quella che può dare le più Yerdcggianti fronde. Quasi tutte le ten– denze dell'odierna filosofia si possono riCondurrc - per \'ia diretta o indirella - al pensiero di Kant; egli è il perno su cui gira il pensiero filosofico contem– poraneo. Non è questo il momento di entrare in altre parti– colarità filosofiche; a mc basla accennare al nuovo indirizzo speculativo, nella speranza che qunlcuno s'invogli a conquistare un punto ùi Yista diverso da quello ordinario. Per quanto la moda oggi sia cli guardare e ammirare principalmente la forma este– riore dell'azione, e un nuoYo rimbarbarimento mi– nacci la generazione che s'affnccia alla ,•ila colla follia collelliYa che ha nome sporlismo, maralonismo, ciclismo, allctisrno ccc., lult:wia è da credere che buona parte cli giovani sap1·i1 soli ra1·si al nrnlcfico enyo1iemenl e nun s'nrrcslcrù !:iulla via ciel raftìna- (1) 1rnttn In ltaUano dal Lalcrza di Bari. menlo interno, che solo conduce alle ascensioni umane. A guisa dei cerchi concentrici, che si formano sullo specchio cli uno stagno in cui sia caduta una pietra, l'idealismo va propagandosi e fa sentire in ogni campo la sua influenza. Non solo nell'estetica, nclln fìlosolìa religiosa (col modernismo), nel dirillo (coll'idealismo giuridico del J(ohler, del Del Vec– chio. del neoplatonico Petrone, ccc.}, nel campo della biologia, col neO\'ilalismo, e nelle scienze fisico-ma– tematiche, coll'energetica dell'O.~lwalcl e coll'cmpirio– C1·iticismo del Mach e dell'.Avenarius, è facile rintrac– ciare le peste della nuoYa speculazione filosofica. Nel– l'àmbito delle scienze sociali si è avulo il tentativo del Sorel cli utilizzare l'intuizionismo del Bergson ai fìni del sindacalismo. Senonchè, la brillnnle cd eva– nescente filosofia bergsoniana - in cui sono re– miniscenze dei gnoslici e dell'antico Plotino - con– siderala specialmente dal solo aspetto dello « slancio vitale», è più che altro una specie cli irrazionalismo, che può dar ansa a nuoYe forme di nietzschianismo ed imperialismo sociale, antitetici all'elica ed alla idealilà del socialismo. Piuttosto noi dobbiamo essere d'accordo col Bcrgson e con lulli gli idealisti) là. dove essi esallano il volontarismo di fronte al deter– minismo e al mccc3nicismo. Ricordo, a questo riguar– do, un mio articolo cli circa due anni fa, pubblicato su questa Rivista, in cui, parlando della lìlosofia cli B. Croce, io asserivo e lenlavo dimostrare che i so– cialisti deYono essere più propensi al Yolonl.:irismo che non al determinismo. Quest'ultimo, in fondo, è un:J lcoria conservatrice e quietistica; laddove il pri– mo dà il giusto primato ai lati più alti, più umani della nostra psiche, induce a propositi dì coni inuo rinno,·amento sociale, e s'accorda col kantismo nel dire che noi abbiamo effettivamente una libertà, nel senso che ci poniamo degli ideali e ci sforziamo cli agire confonnemenle ad essi. Porre e agitare un ideale: scegliere i mezzi che possono aiularci a 1·ng– giungedo: ecco, in definitiva, in che cosa consiste la nostra libertà e in che cosa ci distinguiamo dal– l'inferiore animalità. Il socialismo prospella un idculc di redenzione umana, e tende a effclluare una società, in cui gli· antagonismi ed egoismi distruttori cedano sempre più il posto alla cooperazione cosciente delle energie. "È un ideale di ele,,azione e di giustizia sociale, in cui ognuno potrà perfezionare al massimo la propria pcrsonalilà, e ogni uomo, più che strumento in mano altrui,•sarù fine a se stesso. Questo ideale sorge in noir e ha Yirlù di dilTon– dcrsi, perchè profonda le sue radici in lulla la no– slra coscienza - volitiva, ideativa, sentimentale - e pcrchè noi siamo capaci di giudizì non soltanto descrittivi, ma anche valutativi. I giudizi di \'Ulore pra– ticamente sono assai importanti, perchè, mediante essi, noi sentiamo e percepiamo il bene e il male, il giusto e l'ingiusto, e la loro importanza aumenta se si pensi non all'individuo isolato, ma ai gruppi di indiriclui, alle collelliYilà. Dai giudizi di valore collettivi sorgono le idf'alità sociali, la cui forza di– namica è stata bene posta in luce anche dal positi– \"ista Ardigò. Pur ammesso che il socialismo si effeltuei:à tanto · pili cclel'emcnle, quanto più segnalati s:-cl.J·anno i pro– gressi scientifici, i perfcziom1menli tecnici, le in\'en– zioni e scoperte (che, in dcfiniti\'a, sono ancora un trionfo Jel\°idea) - noi dobbi:11110ci·cderc che esso

RkJQdWJsaXNoZXIy