Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911

206 CnITICA SOCIALE legge il cristianesimo; esso 1 o nel SllO genuino spirito evangelico, o nella sua adulterazione cat– tolica, ha perduto ormai ogni efficacia di azione; grande parola sonora, cbe accoglie i significati più diversi, i precetti più disparati, come una fede libera. Il cosidetto sentimento cristiano non è più, in fondo, che un comune sentimento nmano 1 anzi civile; l'aureo precetto - ama il pi ·ossimo ,:ome te stesso, non fai·e alt1·ui ciò elle non vori·esti a te fatto - è precetto essenzialmente sociale, nato coll'uomo civile, assai prima del cristianesimo; ogni religione lo fece proprio, perchè non è che l'espressione elementare di quel sentimento di simpatia e di solidarietà, che sgorga, per necessità biologica, rlal senso del la propria debolezza che ha l'uomo isolato. 1\1:a. la nostra società non è, non fu, non potrà mai essere cristiana; tanto vero, che il mondo e l'uomo - confessa Gaetano egri, te– stimone, in questo, non sospettabile - diventando cristiani, non si trasformarono affatto; il cristia- 11esimo in nulla migliorò, moralmente, la società pagana; in tre secoli, roso dalle eresie, fattosi ricco e potente, diventò istituzione 1nondana, religione tutta di forme; parfecipa.udovi, corruppe, non mo– ralizzò, l'autorità imperiale, .i cui favori, a lor v61ta, rendendogli l'esistenza facite, ne accelera– rono il pervertimento. Le miuoranze sono sempre più morali delle mag– gioranze; divenuti maggioranza, i cristiani - pro– segue il Negri - in men di tre secoli disgrada– rono per l'immoralità quei che volevano redimere. Non, del resto, le dottrine, quali ch'esse siano, mi– gliorano il costume; bensì le cocdizioni di ambiente, dalle quali e per le quali soltanto fiorisce ed evolve il sentimento morale. Pagani o cristiani, credenti o miscredenti, gli uomini ebbero se~pre quel tanto cli moralità, che comportavano l'ambiente e le con– dizioni rli vita. " Vi è uu clima storico che genera le religioni - dice magnificamente G. Trezza - e un clima storico che le uccide; di là dall'epoca della pietra tu ne cercheresti indarno un vestigio, come in– rlarno lo cercheresti se il clima storico si potesse misurare dal cervello di Laple.ce, di Humboldt, di Goethe•· Coloro, quindi,. che, accanto aUa scienza, all'arte, alla crihica, alla {ito~ofia, vogliono conservare al– l'uomo una reljgioue - ossia uua conoscenza delle cose 1nonca e sEJmibarbarica- rincorrono, al tempo stesso, il superfluo e l'incompatibile. Eppure non pochi vantano ancora l'efficacia della 1norale religiosa, e specialmente cristiana; e molti persistono a professarsi religiosi e cristiani, mentre un vero ateismo istintivo regge tutti gli atti della loro vita. La grande maggioranza degli individui fisicamente e mentalmente sani è refrattaria, anche se in a1nbiente 1nistico, alla germinazione delle idee religiose, che allignano invece, anche se l'am– biente è ostile, in una piccola minoranza di psico– patici. Per qnesto, ciascuno concepisce uua religione a proprio uso e consumc,, si fa un cristianesimo di comodo, si crea un dio convenzionale, rifacimento soggettivo, o contraffazione, o astrazione, o sem· plica eco verbale del dio de' suoi antenati. I grandi filosofi r:speccliiano, meglio di chiunque, questo stato d'animo generalei 1nolti fra essi fu– rono liberi pensatori in filosofia e credenti in teo– logia. Tali Bacone, Hobbes, Descartesi Spinoza, Bruno e tanti altri; lo sdoppiamento è nitidissimo in Kant, ateo nella Ragion pu1·a, credente nella Rag·ion p,·atica. Grotteschi quindi gli sforzi acrobatici dei pseudo• mistici, per salvare almeno una larva di religio– sità. nella nostra sempre più indifferente società ci vile. Confessano che le religioni professate son cosa morta; e si struggono di resuscitarne il ca– davere, infondendovi, empiamente, quel cotale spi• rito nuovo, che ne è la negazione aperta ei ine– luttabile. Per negare in qualche modo la grande verità che l'uomo foggia dio a propria imagine, e non ·viceversa, gli spiritualisti tentano una. diversione, e affermano che non già dio varia come riflesso del'a psiche umana, varia bensì Ja nostra capacità di comprenderlo; le diverse rivelazioni hanno quindi un'identica natura, le religioni, dal feticismo allo spiritualismo sono tuUe sorelle, e costituiscono dirnrse fasi della eterna religione dello spirito, aperta a tutte le fluttuazioni di una rivelazione progre:;siva e indefinita. A parte che è in ciò la implicita conferma. della tesi che dio varia col mutare della psiche umana, come ammettere al– lora il cristlanesùno .. . eterno, sola e vera religione definitiva? Cessano, a~un')ue, le fluttuazioni clella rivelazione progressiva e indefinita? Risponde - urlite! udite! - il signor E. Giran: " Nel mondo vi è una divina coorte di liberatori, che, se non nel m.eclesimo grado, certo al mede simo titolo, sono l'eco del Verbo eterno. Se il pro– feta della Galilea si è proclamato Ceisto, tutti questi seminatori di vita spirituale, questi araldi del Di– vino, messaggeri dello Spi.rito vivente, sono altret– tanti Cristi. " E prosegue: "Allo stesso modo che la religione di Gesù è un cristianesimo nella misura in cui si fa messaggera dello Spirito vivente e del VerbQ eterno, la reli– gione dei Cristi dell'antichità pagana è un cristia– nesimo autentico nella misura in cui si fa messag– gera clell'uno e dell'altro. Brahma, quindi, Budda 1 Confucio, Socrate, Platone, Epitteto, sono anch'essi aUrettauti Cristi . ., E non basta: " Dio non ha cessato di parìare, nè lo Spirito eterno di seminare nel monrlo. Come dei Cristi erano comparsi avanti 1'8ra cristiana} così, l'indo– mani della morte del galileo, altri Cristi compari– ranno. La continua, indefinita rivelazione è il cri• stianesimo progressivo, nel cui seno palpitano tutti i Cristi nel passato e che reca in germe tutti i Cristi dell'avvenire. ,.,· Forse Maometto, Le Bab, Monod, Conselleiro, Lazzaretti e tanti altri rinchiusi nei manicoml ?... Ecco spiegata l'eternità del cristianesimo, m.al • grado il suo dileguare sempre più evidente. Simili elucubrazioni µazzesche non si discutono; sono gli ultimi fumosi crepitii di quel rogo, sul quale la ragione vinclice incenerì la millennaria e luttuosa.. demenza cristiana! Così con uno sforzo immane, si tenta cii salvare clel cristianesimo non la sostanza, ma il nome, fa– cendone nna fede libei-a .... cli essere anche la ne– gazione di se stessa. Domandatene al le Ohiese uf– ficial i, che non son poi tanto irliote! Ai Congressi del libero cristianesimo, veri Congressi di religio– sità. internazionale, partecipano i rappresentanti di centinaia ili religioni ~ di sette: crii.;tiani e bra– manisti, eòrei e buddisti, maomettani e confucio– nisti, 1normoui e teisti, tutti congiurati contro ]a irreligione invadente. L'ultimo - Berlino, ago– sto 1910 - fola vera parodia della religiosità. Fino a or son pochi anni, j Concilii delle gerarchie delle diverse religioni si -scomunicavano e accusavano

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