Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911
CRITICA SOCIALI\; 179 biettiva ed olJicUiva, il concorso, 'la guarentigia clcl– rcnergia proletaria. Qucsla - e qucsla sola - può fare che le riforme dcmocralicl1c e socialmente progrcssirc non falli– scano agli intrnti cui mirano - non si coll\crtano in delusioni e in disfalle. L,\ Cn1T1C\ Soci \u:. LOTTA DIGLASSE E GIUSTIZIA SOCIALE Propedeutica a/l'idealismo. Sollo quesl'ullimo titolo, e con lo scrillo che se– gue, l'amico Ellorc 1larchioli. che proprio ora si assenta per qualche tempo dall"llalia - e cc ne dor– rebbe. se do,·cssc significare, per su:\ parlc, intc1·– ruzionc della inll'rrssuntc polemica - Lenta rispon– dere al desiderio di una maggior precisione e con– crctczLa di pensieri, da noi espresso prcsenlando il suo articolo precedente. L'aulocommenlo morila ccrlamcnle 1·a11cn,.ionc elci lcllori. ;\fa ri ponde esso ,·cromcnte a quel dcsiJcrio? o non pone anzi in m::unrior luce quel che, di indcfinilo e di frwffcrra– bilr.~- che ci ]):)ITC ris<;ontrare nelle pagine prime? li ~far,chioli stesso dichiara. oncstamcnlc, verso la fine del suo strillo, di sentire che, ncppul'C con qucslr, che pure egli chiama le « conclu ioni)> del suo disco1·so, J'argomenlo è, in qualche modo, csau– rilo; alle sue parole egli stesso non d:'1 1 e non vuol clnrc. che il sif(nilìrnto di « un sintomo>>; il sintomo cli un disagio inlelleltuale e morale, cli"cp;li prol"a. e suppone clebbauo altri socialisti provare, al pari di lui. Più anc-om: da parecchie clellc sue frasi, parrebbe che alla concretezza da noi inrncala - so– pratutto circa il concctlo cli « giustizia sociale», con– cepita al di fuori o in conlr,1slo alla lolla delle clas– si e al materialismo economico - egli srntn cli non potere, cli non dovere arrivare. per l'in<lolr stessa della filosofia alla quale egli si richiama. e che suppone un ideale « al di là n - è la sua pa– rola - nel la sfera slcssa dell'ideale. ~on Aaremrno in piena a,-iazionc intclle!Luale? Occhio, allora, alle meteore e alla saldezza del mo– tore! In sostanza, che chiedevamo? li l'iforn1ismo, noi dicemmo, ha g-iù rieonosciulo, e in leoria cd in pr:1- tica, la complcssit:\ e la relalivilù dei concctl i fon– dnmcnlali del soc·ialismo, e ha coJTelLo in essi il ~cmplicismo e il 111rccanicismo. spieg,1bilissimi ma cC'cessi,·i, delle origini. La lolla cli classe stessa, crescendo, s'è full.a ben altrimenti complicala, che non fossr nella concezione iniziale. E chi hn mai nerralo, cl'allronclc. la forza formidahilc ciel scnli– menlo. la ncccssilù e la nobilU cli un ideale sociale. tli f,·onlc e al disopra della brulalilù derrli c~oismi indiricluali e cli rrr11ppo? Appunto il socialismo ha qucslo nome, perché esso afferma e adopera la lolla delle classi al fine cli abolire le classi; in co11trap– poslo al capilnlismo, e alla Economia che lo in– lcrprela. la qunlc nega le classi e la lolla cicli,· classi. pC'r mantenerle in clcr·no. . Jla, dopo lullo ciò, domanclununo: « in che roRa si risoh·erehbc la r,iusli:ia sociale elci ìllarchioli, quando l'anima prolct,1ria. il dolore, la ,·olonlil, la Pnf'rgia prol<'lnria. non le dessero Jn propria im– pronta. il proprio rnrullcrc? >> 1:inlcrrog';1li,·o non ci sembra che lrO\ i - nrp- purc ncll"artieolo che segue - adr~unta e goddi– sr:H'rnlc risposta. c·ingn1111iamo? I~ si lratln proprio 11niC'amrntr di aridi (( $Clwmntismi >> e cli << misere formule?>> O, non pi111tosto. qurslo << nro-idcnlismo criliro >>. cl1r Og'gi infall1 5r 1 nbra prcn<krc ,·oga. si riso I\ e rwl tenta- livo (soliti ritmi e ,·icorsi della slori:i elci pensiero) di capovolg-cre un"allra Yolta In concezione delle cose. che Jlrp;el facera camminare sulla lesi,:,, e che Marx, giusta una noli~i:.ima imaU'inc, ha ri– mr5sc a cnrnminnro sui piedi? ~<' ui11dichi 1 libcrnmcntc. dopo a,·cr letto o pon– pcrato il no,lro accorto lcllorc. No1. Quunl.o scrissi nel precedente fascicolo (I) credo sa– rà parso un po' strano alla maggioranza dei socialisti che leggono qu~sta Rivista; eppure non erri che una limidn eco aITievolita di una sola fra le correnti, che alimenlnno il sonante e irresistibile fiume dell'ideali– smo contemporaneo; una ,·occ sornmessn di un g-rancle coro, che canta e celebra la rinnoYala rìlosofìa. Co– loro che, sia pure dislratlamcnle, abbiano seguìte su pei giornali le discussioni s,·oltcsi ull'ultimo Con– gresso iritcrnr11.ionalc cli fìlosofìa mc lo consentiranno. Si hu un bel dire, dai cosidclti e pratici», che la filosofia non serve a nulla ed è tutt'al più uno s,·ago innocc!.lle e subielliYo di pochi solitari sognatori; essa tende, invece, a coordinare tulle te pal'ticolari esperienze e a dare una Yisionc sintetica del mondo: essa non è che la vita n~suTla alla razionalizzazione. rc~n consape\'ole dei suoi fini e delle sue idealità. Senza erigermi a giudice e maestro di chicchessia, e falle le solile eccezioni, credo non crr:.1rc alTerman– clo che la cullura generale dei socialisti italiani sia alquanto in arretralo: quella rìlosofìca in ispecie. La grande massa del partilo (che pure ha una funzione intellettuale eia compiere) aderisce ancora, con Iran.: quilla acquiescenza, alla fìlosofìa mnlerialistica di 1\larx e Engcls e opina che qui sia l'eterno ubi con– sislam; si balocca. con idee frusle, rist1·cltc, unilate– rali) mentre tutta una schiei-a di pionieri e pensatori va dissodando ben altri campi e prospetta dinanzi a noi ben altri orizzonti. Per lacere dei minori, in Francia il Bergson e il Boutroux (i due trionfatori dell'ullimo Congresso filo oOco cli Bologna) sono gli alfieri, uno dell'intuizionismo, l'altro del contingen– tismo; in Inghilterra abbiamo il Grccn, che ha scritto la Bibbia del nuovo idealismo, il Bradley, l'Edoardo Càird, neohegeliano e critico profondissimo del kan– lismo; in America, il James, l'originalissimo pensa– tore, morto da poco tempo, formulatorc pl'imo e a.u– tore,·olc del pragmatismo, e il noycc, filosofo-poeta, che ci mostra come l'hegelianismo possa Ycnire pie– ~ato al sentimento reli~ioso; in Germania, il \Vindel– band, il Richl, il Paulsen, tre poderosi ncok:rntiani, il ~fOnsterbcrg-. teorizzatore della fìlosofìa dei valori. l'Euckcn, ncofichtiano, il Rickcrt, e poi 1'0-c=.twalde il ~lach, due scienziati filosofi di fama mondiale; in llalia, il Villa, espositore sagace del neo-idealismo, il Tocco, neokantiano, il Croce, neohegrliano, il Chio1)– pelli) il Vari~co, positivislo-ideali~ln, nulore di quei .lif1.-;sirHi problemi, che sono una delle opere più profonde di filosoOa slumpale in llalia in quesli ul– timi anni, il ~l:ntinclli, ecc. ccc. Certamente, non tutto il pensiero fìlo~ofìco, sgor– ~:-ito dalle menli di questi autol'i 1 è nccctlnbilc; cia– scuno de,·e fan•i la cernita secondo i propri gusti e In propria potenzialità critica: ma è fuor di dubbio che esso, nel mentre mostra la fccondilù e la peren– nità della fìlosofìa, anche deriva clallu, o sbocca nella grande corrente idealistica. li materialismo dei socialisti è un inconscio e voi- (1) rng. IG4. 0/t,·t /(I lotta di cl(fSSt.
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