Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911
2ò4 posta, 77 milioni per godere i vantaggi delle ferrovie, e la Relazione 1909-10 (pag. 26) ne eleva a 83 milioni l'onere dello Stato. Se non che, in Francia, per valu– tare il reddito complessivo che lo Stato ricava dal• l'esercizio delle ferrovie, anche affidate a Società con• cessionarie, si tien conto del gettito delle imposte e ta::;se; e, in Italia, artatamente si obliterano i 100 mi– lioui di lire dei viaggiatori gratuiti o semi-gnttuiti, le rapine dei protezionisti che rialzano le spese, i benefizi imponderabili all'economia paesana. Mo, concluclendo, ~anche il pnro bilancio d'esercizio non è passi va, e lo sarà tanto meno in appresso, a vantaggio dei ferrovieri e degli utenti, in quanto i miglioramenti integrali degli uni e i ribassi tariffari dPgli ~ltri non troveranno un primo ostacolo nelle tristi condizioni del bilancio. (Continua). LUIGI ZECCIII. CRONACA SOCIALE li Consressodella.Confederazione del Lavoro. Al 3° Congresso della Confederazione Generale del Lavoro, a Padovai parteciparo~o 207 delegali. ?i 1238 organizzazioni, con 192.910 soci, una parte, cioè, sol– tanto degli operai confederati. Secondo i dati pubblicali nella inleressanlis~ima Relazione di 11inaldo Rigola (l), la Confederazwne del Lavoro contava, infatti, alla fine del 1910, circa 350.000 soci, e di questi, 302.400 veramente in regola coi pagamenti. Aderivano alla Confederazione. 5 Le– ghe indipenden~i con ..330 so~i, ~6 Cam~re del Layoro con 147.795 soci, lO i'ederaz10n1 con 104.275 soci. Degli operai confederati, 121.792 so~10 contadini ~ 180.608 operai dell'industria. Il maggior numero d1 soci la Confederazione li conta nell'Emilia (131.038), in Lombardia (53.461), in Piemonte (32.431), in To– scana (15.485), in Ligul'ia (14.815). I soci della Confederazione sono, perciò, notevol– mente cresciuti dall'epoca della cosliluzione (1906). Nel 1907, gli aderenti e1·ano 190.422; nel 1908, erano 258.515, nel 1909 salivano a 292.905 e nel 1910 a 302.400. Però, una par-te del proletariato orgnniz;,.alo italiano è ancorn fuori dei quadri confederali; perchè, al prin– cipio del 1909, gli organizzati, in ILttlia, secondo la statislica ul'fìcialc, erano 843.811, lievemenle diminuiti nel 19l0j e, anche tenuto conlo che una parte di qu~sli non ballono \!igorosamenle la via della lotta di classe, gli organizzali nelle Camere del Lavoro, al pl'incipio del 1910, erano 503.991 (in 104 Camere, con 4169 Leghe), mentre gli operai federali, e solo in parte adercnli anche a Camere, erano, alla stessa epo– ca 167.256, in 23 Federazioni e 2395 Sezioni. 1 nol– tré, da queste cifre sono in gran parte escluse le or– ganizzazioni dei lavoratori della terra, le quali, al principio ciel 1910, contavano 1524 Leghe, con 378.156 soci, di cui solo 98.799 inscritti anche a Camere cli Lavoro, mentre la Fe.çierazione nazionale dei lavora– tori della lena, non compresa nella statistica delle Federazioni, contava 163.355 soci. I cOnfederati, sono, insomma, circa il 40 % degli organizzali e solo il 4,54 % degli operai organizzabili dell'industria, del commercio, dei trasporti e Jella agricollur·a dai 16 ai 65 anni. Malgraclu ciò, la Confederazione del Lavoro. dalla sua costituzione, ha esercitalo una notevole influenza sul nostro movimento sindacale, sopratutto nei ri– guardi dei metodi e dei prineipt a cui devono inspi– rarsi le organizzazioni. Anzi, la Relazione rileva co– me i principi, a cui s'inspira l'azione confederale, che sono gli stessi seguiti dai quattro quinti del movi• mento internazionale, sono oramai accettati dalla ~~~~~e maggioranza del proletariato militante ila- (I) Rl!-A 1,00 RIGOLA: [.,Il Cm1fede1·azW11e Ge11e1·a1e. (lei 1,nrm·o tld ldtmliO 1908-191/. - Torino Hlll. SOCIALE « Questi principi - ribaditi con tanta _fermezza _da!– l'ultimo Congresso. di ì\Jodena_ - ~ons1s_tono pr_rnc1- palmente: nell'avvrnre l'orga111zza1.1one 1mprovv1sata del primo momento Yerso un assetto stabile, do~an– dola di mezzi economici ed accrescendone le attr1bu· zioni; nell'unificare le forze, divise moralmente e ma– terialmente; nel far passare i lavoratori dallo sciopero caotico allo sciopero disciplinalo; nel combattere il localismo e l'egoismo di categoria; nel fare del Sin• dacalo uno strumento di trasformazione sociale». Non gjà che sì sia raggiunta una. unanimità di propositi. La Relazione noi.a acutamente le cause. che si oppongono all'unificazione morale ciel prolel.a– rialo e all'accentramento dell'organizzazione. Anzi– tutto la ostilità e la guen·a dei sindacalisti, che pro– pugnano principi opposti, quantunque i loro tenlati~i separatisti non abbiano avuto nessuna fortuna; anzi, nota il Rigola, hanno anch'essi modifìcato le loro idee. e soltanto pochi sindacalisti ed anarchici continuano ancora a sostenere principi e metodi in o.ssolulo con– trasto con quelli seguiti clai riformisti. Le delibe– razioni prese dai Congressi delle organizzazioni ita– liane in questi ultimi tre anni dimostrano, del resto. come i principi sindacali, pertinacemente propugnali dalla Confederazione del La,·oro, tro,·ano sempre mag– gior favore. Dal 1° luglio 190 al 31 marzo 1910, si tennero 17 Cong-ressi nazionali di mestieri, e il mag– gior numero eh essi deliberarono numcnti di quota federale, l'islit.uzione cli Casse centrali cli resistenza. e quasi tutti l'adesione collettiva alla Confederazione ciel Lavoro. Altri ostacoli all'accentramento dell'organizzazione sono la tenuità delle quote, la povertà dei serviz'ì prestati dalle organizzazioni, la p1·evalenza dell'orga– nizzazione locale cli fl'onlc all'organizzazione accen– trata, la mancanza cli uomini alti a dirigere le orga– nizzazioni. Basterà ricordare che, nel 1909, secondo la statistica ufficiale, le 104 Camere del Lavoro ebbero• un'entrata complessiva di 540.570 lire e una spesa di cli L. 500.456; ma 43 di esse vennero sussidiate dai Comuni con L. 93.600, menll'e 28 godono di locali concessi dai Comuni. 19 Federazioni, ebbero, nel 1909, secondo la slatistica confederale, un'entrata cli 641 mila 216 lire e una spesa cli L. 599.920. Aggiungendo a queste somme le L. 40.894 cli entrata e le L. 39.429 di spesa della Confederazione nello stesso anno. si ha, pel 1909, un'entrata totale delle organizzazioni di un milione e 220 mila lire contro una spesa di un milione e 440 mila: cifra nella quale non si tien conto elci sacrifici falli dagli organizzali per le loro organiz– zazioni locali, che, secondo il Higola, eleverebbero le entrate a circa 3 milioni all'anno; somma oltremodo moclesla e assolutamente insufficiente ad una seria organizzazione di resistenza cli circa mezzo milione cli soci. Il doppio, pensa Rigola, sarebbe appena ap– pena indispensabile. A queste cause di lenta unifìcazione del proleta– riato, il Rigola ne aggiunge un'altra di molta impor– tanza.: le dissensioni politiche. « Non , 1 ogliamo tacere - osserva la Relazione - che molle di queste lotte interne delle organizzazioni sono dovute all'egoismo dei vecchi partili, i quali hanno sempre fatto serdre gli operai ai fìni ciel par– tilo. Sarebbe tempo di capovolgere i termini e dire che i partiti dovrebbero senire ai fìni della classe proletaria. In ogni caso, doYrebbero essi, gli operai, liberarsi dalla tutela politica - quale che essa sia - quando questa minaccia di farsi troppo invadente; dovrebbero, soprntulto, sgombrare la. menle dalle viete formule e dalle scorie del passato e assurgere alla visione completa cle1la nuova missione loro affi– data dalla storia». Infatti, per quanto, come si è detto, si sia fallo un reale progresso nel senso di una maggiore uni– formità cli propositi e di principi, pure il Congresso cli Padova, a differenza di quello cli ì\Ioclena, che aveva cominciato a trattare questioni concrete, se– condo l'indirizzo segnalo dalla Cosliluenle del 1906 - fu quasi tutto occupalo ancora dalle discussioni di indirizzo e di lattica, sopratutto per merito della minoranza sindacalista, assente a Modena. e del gruppetto repubblicano, ribelle, in maggioranza, per fa questione della Romagna. Anzi, i sindacalisti avevano preparata una memo– ria, che serrì di guida ai delegati sindacalisti nelle
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