Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911

Cf\ITIC.\ SOCI.\LÉ 20:l bliche e da trasformazioni organiche, a soddiRfare, I anche per il buon volere del personale, alla vigorosa ' espansione dei traffici, manifestatasi dopo il 1905, senza che l'aumento proporzionale del coefficiente di spesa sia stato maggiore di quello subìto dalle aziende prese in esame,,. •*• 1!.,allace è l'invalso criterio fiscale come unico ele– mento di giudizio circa i risultati dell'esercizio statale, che deve considerarRi una necessità socia.le, un dovere nazionale, un servizio pubblico (anche nel caso di pas– sività completa, come si trattasse di un terremoto o di una guerra incombente, seri veva il Turati), e deve essere giudicato in base ai benefizi imponderabiJj pro– curati all'economia nazionale, e non in base al torna– conto industriale d~lle aziende private. È ben:;ì vera ed utile la tendenza dei servizi publ>lici a industria– lizzarsi, ma per infilare la via del minimo mezzo con– faciente allo Stato, in quanto l'evoluzione scriniocratica impone una limitazione di spese e una scelta di adatti, in quanto il divenire sociale va eli miuan.do il parassi– tismo degli in•ermediart. compresi i burocratici. Di più, solo i due Servizi della Trazione e :Manutenzione b1tnno caratteri tecnici e industriali, non il Servizio del Mo– vimento e traffico, cuore dell'azienda e organo vitale della economia nazionale. Quindi il bilancio ferroviario non è stato esaminato finora in modo obiettivo e sereno, tanto più che si uc– gligono i benefici imponderabili e Pe1·edità nefasta delle ex Società, la. quale si trasc·na tuttora, nei bi– lanci, gravosissima (50G milioni). Una valutazione ana– litica e spassionata porterebbe forse alla conclusione che i bilanci finanziari delle ferrovie statali sono molto proficui, punto pas::1ivi. E ciò, nonostante i soverchi mali esistenti, i molti errori compiuti, gli addebiti del– l'on. Saporito. Il ~rof. De JtJhannis (Alcune verità sull'ese1·cizio fe1·- 1·ovia1·io di Stato, in Economista, n. 1915 del 15 gen– nnio 1911),lamentava la contabilità-politica, che addossa al bilancio ferrovia.rio statale interessi e ammortamenti, che non gli competono, in estinzione del debito dello Stato, per liquidnzione di gestioni antecedenti al 1 ° luglio 1908 e ad estinzione del debito di riscntto dolio liuoo di accesso al Sempione (L. 488.469.814), più 400 milioni di sposo (compresi i 20 per materialo di navigazione statale) per materiale, cosicché si hanno 850 milioni di debito, il cui servizio non ba che fare coll'esercizio statale, ma va a sollievo del Tesoro, che riscuote per altro e tiene in cas~a i suoi crediti verso le ressate Società. esercenti; rileva quindi che, de– traendo gli interessi di 850 milioni, l'onere per inte– ressi e ammortamenti da 48 1 8 milioni si ridurrebbe a 14,7, e l'avanzo netto dell'esercizio 1909-10 salirebbe da 86,4 a 69,5. Anche Vilfredo Pareto, nella Ragione, asseriva po– tersi riempire un intero fascicolo cogli oneri imposti dallo Stato al bilancio doUe ferrovie per gioco di sca– rica barile, messi di soppiatto in una p~rte del bilancio dello Stato, anzichè in un'altra; e concludeva che " le ferrovie sono diventate la vacca, che da tutti è munta,,, ma in minore misura dai ferrovieri, "a cui si diurno miseri salari.. ... semplicemente perchè non sanno ancora bene l'artf\ di Rpillare denari dallo Stato ,,, a simi– glianza dei cotonieri, degli zuccberieri 1 dei produttori di carri, di locomotive, di guide d'acciaio. "Un bi– lancio ,,, soggiungeva, " ha il dare e l'avere; per mi– gliorarlo non è solo da ridurre il dare; si può anche crescere l'avere,,, e citava il saccheggio delle ferrovie italiane con i biglietti gratuiti e semigratuiti. Soltanto Bettino Ricasoli, potendo viaggiar grati~, preferiva pagare. Alla stregua di questi nuovi crited, il bilancio fer– roviario risulta redditizio: nessun altro bilancio statale sopporta tante rapine, e nessun altro bilancio è così mal giudicato. Ora, passato il periodo più critico (1908-09) dell'esercizio ferroriario dello Stato; ora, che la Dire– zione Generale ammette possibili i ritocch;, le eco– nomie, i 1niglio1"amenti 1 ed anzi tenta iniziarli con una cifra di L. 14.700.000; il coefficiente d'esercizio :si ab– basserà convenientemente, tanto più se si praticheranno le previdenze e le provvidenze di Un Applicato (nella Cdlica Sociale dell'anno scorso), i cni calcoli frutte– rebbero, non i 20 milioni del memoriale della Unione impiegati fer1·ovia1'ii, non i 40 milioni del Gall uzzi, non i 60 del rrrevisonno, ben!llì forse 100 milioni. La somma. è supera.bile in virtù di queste quattro scaturigini: F freno e fine negli spei·peri; 2a economia nei con– gegni amministrativi ( 1); 3n aumento d'introiti per mo– dificazioni tariffarie, non in seni;io fiscale, ma. nel senso di frenare II quelle speciali agevolazioni che possono avere carattere di privilegio" (pag. 22 1 Disegno di Legge Sacchi, N. 607); ricordando che, aopra 76 milioni di viaggiatori, nel 1909, soltanto 28 milioni pagarono n. tariffa intera, con circa 100 milioni di perdita; 41t ~fron– damento di oneri, che non sono di competenza del l>i– lancio ferroviario, e arresto del giro di valzer òelle cifre dello stesso bilancio (exempligratia, le L. 53.l56.857,47 fornite dal Tesoro per aumento di dotazione di ma– gazzino, ora comprese nei fondi della parte straordi– naria). Per ogni bnon calcolo, torna opportuno citare i se– guenti dati, anche a titolo di riassunto: intere~si e ammortamenti non di spettanza del 'bi– lancio: milioni 34:1; - versamenti effettivi per proventi dirotti dallo ferrovie: L. 136856.133,43; - ,.ccantona– meuto di somme (fondo di riserva e residui di assegni annuali per rinnovamento della parte metnHica dell'ar– mamento): L. 19.362.178,21; - materiali di scorta n;i magazzini: L. 123.428.878,51; - jmporto annuale di 30 milioni per ntili e risparmi di spesa, derivanti al– l'Erario dai traspo1ti in ferrovia (cosi valutati già. dal Rendiconto generale consult:vo dell'Amministr:rnione dello Stato per l'anno finanziario lSP0-91); - speso patrimoniali per colmare le deficienze anteriori al 1905: milioni 500; - per il periodo 1905-10 1 milioni 675; - miglioramenti ai ferrovieri, 25 milioui, in aggiunta ai 41.600.000 già concessi (prescindendo dagli altri 20 mi– lioni della legge Sacchi circa la liquidazione della pen– sione); - economie e inasprimenti delle tariffe, secondo Sacchi, 20 milioni circa; - per sbu1·oc1·atizzazione del– l'accentraniento accent1"at01•p, come pensa il Nofri 8 mi– lioni (soppressione di cinque Servizi, delle Dir'ezioni compartimentali, delle Divisioni); - consistenza pa– trimoniale della Rota: L. G.291.000.000. Si calcola dall'on. Ancona una perdita annuale dai 25 ai 80 milioni in confronto con l'esercizio privato; d'altro canto, il Flora (FeiTovie e fi,nan:ze in Italia), calcola che i contribuenti paghino, sotto forma d'im• ( 1) È sperabile ehe Il ministro Sacchi Includa nella Commlsstone conaultl,·a per Il riordinamento rorrovtarlo l'on, Nofrl c,·oce del rer– rovlerl ln Parlamento), 11 Oalluzzt (una competenza rerro,,tnrla. dell'ex. AdrJs.tlca.), 10 Sea.l:!:otto(colonnn dell' U11,omi b11pieg(11i), so– crlflcam10 sull'ara pacis .•.. clnquantennrta ogni superna dlrlldenza ed anlmoslrà.

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