Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911

Cl11TtC.\ SOCL\Lt 201 gettala innovazione fossero maggiori di quelle che possono apparire alla nost,·a modesta veduta, la sua grnncle utilità deve sospingere ad affrontarle, dappoichè si t1·atta <li portar? un efficace corrctl1vo ai danni sociali che cosltlmscono il lato triste e doloroso del fenomeno dcll\1rbanismo. . llccentemenle, fcsleggianclosi l'inaugurazione d~ lalunc case operaie a Lecco, l'on. Luigi Luzzall1 scriveva: « Quale metodo più efficace, per comballerc l'alcoo– lismo e la tubercolosi, di una casa ridente e sana, che ricostituisce, sui rinnovali focolari domestici, l'imperio soa\'C della :Madre? t vano predicare tulle le virtù agli uomini in balìa di tutti i bisogni, agli nccatastati in tetre mude, ai senza-tetto». Parole d'oro, queste, ma che vorrebbero essere ~ri~uitc dai falli, giacchè di retorica siam pieni, or– mài, fino agli occhj. Nè craltra parte, si può aspcl- 1,1rla maniìa dal cielo. [ falli deve saperli volere, cd incsorabilmcnlc im– porr<:, il prol.c~arinlo .i~a~inno, mc~lia~1Lc gli orga– nisml cconom1c1 e polit1c1 clic cost1Lmscono la sua rispellabilc forza cli classe. Gli abbonamcnli set[jmanali e i treni pcl' gli ope– rai possono pol'larc - senza dubbio - un contri– buto reale, veramente efficace, alla soluzione del grave problema delle abitazioni, favorendo una più nnionalc distribnzionc della popolazione. Alla Confoclcrnione del Lavoro, al Partilo socia– lista: dunque, il còmpilo di muovere senza indur4t a. questa nuova conquista, che, se vorranno, non fal– lirà loro, anche pe1·chè il Governo non potrà ragio– ne,·olmcnle opporre serie resistenze. Noi amiamo anzi credere che nll'on. Sacchi, e a taluno dei suoi più intelligenti ccl appassionali col– lnbo1·atori1 sorl'idcrà il 1Jensìero di legare alla pro– pria opera politica il merito di simile imporlanlc 1-iformn, dimoslranclo così che la loro clcmocra1:in non è un semplice fuoco fatuo <li idcalitù e una lrucculurn di interessi prctlnmcnle borg-hcsi. G1NO BACLIONJ. ~mora lapolitirn ~eitmoorti ferroviarii I. La politica dei trasporti ferroviari - Vèrhelu-spolilik - è giustamente ns!rnrta al primo posto fra i problemi preminenti rlella terza Itatia, il cui Cinquantenario dovrebbe iniziare 11n orientamento politico di vera de– mocrazia per la prosperità agricola, industriale, com– merciale, scientifìca, letteraria e proletaria. L'importanui, a questo effetto, di una sana e ardita politica dei tra– sporti fu intuita dal conte di Cavour, fin da quando nella Revue Nouvelle del maggio 1846 (Des chemins de (e1·en Italie), "nessun paese: - scriveva - più de11 1 Italia è in diritto di fare assegnamento sullo sviluppo delle ferrovie,,. L'on. Giolitti (Camera dei deputati 1° di– cembre 1904) avverUva egli pure che, u in molta parte, l'economia del nostro paese dipenderà dall'ordinamento delle ferrovie ,,. G. Terni nell'Economista (27 feb– braio 1910) ammoniva doversi anteporre ia questione ferroviaria alla riforma dei tributi. Il ministro Sacchi (Camera dei deputati 16 febbraio 1911) rilevava l'im– portanza enorme che ha per la vita economica del paese que::;to sfa-omento meravjglioso e possente che sono le ferrovie. Più e~plicitamente 1 testè, il prof. :Pant.aleoni diceva esser questo il ma~simo problema economica della nostra odierna vita pubblica. Ecco quindi l'nrgenz~, per gli organismi di difesa e di integrazione proletaria, di iutere.:-:sarsi, nei Congressi imminenti, al poliedrico problema ferroviario (costru– zioni, materiale mobile e fisso, ordinamento ammini– strativ(), miglioramenti economico-giuridici del perso– nale, modificazioni tariffarie, ecc.), il cui periodo Tat•– mativo non si è definitivamente chiuso nel quinquennio trascorso di esercizio statale. Conviene anzi rammen– tare che, delle tre più urgenti sistemazioni (asstitto, personale, tariffe), una fu inadeguatamente risolta con la legge Sacchi, n. 310 del 13 aprile 1911 ('); le altl'e dne - assetto e tariffe - $:OOO rimandate al 1912. Ora, nell'interesse dell'azienda, la complessa questioae buro• cralica e del personale doveva risolversi prima delle modificazioni tariffarie e non cou ritocchi e a spizzico, more italico. La politica fer1·oviaria p1·oleta1·ia C'), che si riannoda intimamente alla politica delle abitazioni e alla politica r1eiconsumatori, non comporta dilazioni ulteriori. Tanto più che il trascorso quinquennio ha destato un vespaio di querimonie e di apprensioni, pHl o meno sincere e disinteressate. I continui accenni al Govenw occulto che impone la p1·opl'ia volontà (Economista 1 16 di– cembre 1906), al disse1·vizio, al Vaticano fe1·rovia1·io (Luzzatti), allo Stato rnaggio,·e (,wrovim·io (Barzini), al misle1'0 fi.nanzia1·io (Luizatti, C01'i'ie1·e della Sera, 15 ln• glio 1908), la maggim·e (,'a te incognite clet 110st1·0bilan– cio (ministro Salandra 11ell'Esposizione finanziaria 1910), alrete,•no problema (O1•itica Sociale, 1-16 luglio 1910) e allo spaventoso problema (errovia·1·io (on. Turati, in– tervista col Secolo, 28 giugno HHO), alla far1·agin.osa maahina malata (La Voce, 28 luglio 1910), al barati·o p1·epai·atodalt' esm·cizio fe1~1·oviario ( on. De Viti De Marco), dimostrano la gravità del problema. Luigi Einaudi scri~se che " l'avvenire commerciale e industriale della nazione è i;eriameute co1npromesso dalle gravi condi– zioni organiche dell'esercizio ferroviario, che non RC– ceuna in alcun modo a migliorare 1 ,. Ecco il groviglio delle questioni, da riesaminare a fondo. Eser,}izio privato o esercizio slatale delle ferrovie? Quest'ultimo a gestione diretta (-1·epubbtica(e1·1·oviaria, di Un Applicato nella C1·ilica Sociale dell'l-16 giu– gno uno; o meglio (e1Tovia delia nazione per la na– zione, secondo la formula turatiana), oppure gestione per concessione? Qnesfultinrn 1 se mai, dovrebb'es:sere semigOvernativa, come colle famigerate Convenzioni scadute (esercizio statale per conto dei privati, lo bat– tezzava Fon. Nofri), o invece, secondo la rinverdita. formula branconiana, "le ferrovie ai ferrovieri 1 ,, op– pure, secondo il prof. Enrico Presutti di Nessiirn, le ferrovie agli industriali e commercianti elencati nt1lla categoria B dell'impo,sta di ricchezza mobile? Deve tollerarsi lo sfruttamento delle ferrovie statnli da parte degli alti funzionari (Balducci nel Secolo), o da parte degli uomini politici (Pareto nella Ragionr.)i o dalle classi committenti e reddituarie (Zecchi in Critita Sociale), o da nessuno? Le ferrovie devono considerarsi industria dei tra- (') lfentrc le Officine mecrnnlche succhiano 28 mlllon1 1 ~ I fl:!l'rO· vlerl hanno avuto I loro 28 milioni, J>ro,·vedhnento di ordinarli\ amministrazione, che non meritava. tanto 1u11so <li parole 11 (.\. CA· RONCINI, (Honiale aeglt. Eco11om,sU, n. 8 1 mnrzo 1!11 I. Lo stesso CO· laJa1ml convenne sulln neccss1~1\di soeldlsfnrc nllo giusto esigenze del rorrovlor1,

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