Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911
.198 CRITICA SOCIALE 100.000 operai viaggianti lulti i giomi sulle linee dello Stato. « Aggiungele a tale cifra coloro che sono a_bbonali ai tranvai circolanti extra nwros, ai trams vicinali. che si molliplicano cli anno in anno, alle varie fer– rovie come le « Nord belr1es », esercitate ancora dalle Compagnie, ed avrete più cli cento mila operai indu– striali - su circa novecento mila - i quali, lavoran– do lulti alla cii.là , continuano ad abitare la campa– gna, vi conservano magari un pezzo di terra e, ris~uolendo salarì più elevati~ che per l'addietro_, benefìciano dei vantaggi economici delln vita rurale. « I quali - quando le distanze da percorrere non sono eccessive - sorpassano, in generale, gli incon– venienti che risultano dalla migra1,iOne quo! idiana; e, sopratutto, l'operaio industriale che abita la cam– pagna si trova, dal punto cli vista materiale, in con– dizioni più favorevoli dell'operaio agricolo, ed anche dell'operaio della città ,. J BEXEFICJ RISULT.\TI DEI TRENI OPERA[ Dopo quanto accennammo in principio sui dan– nosi effetti economici, fisici e morali che mena seco l"urbanismo, specialmente in danno delle più umili categorie cli lavorntori e d'impiegali, risu1ta evi– dente l'utilità sociale che ,deriva dalla più razionale distribuzione della popolazione e dal suo decentra– mento verso le campagne, focilitali. come nel Bel– gio, dai treni operai; e chiari appaiono i vantaggi che ne hanno le fami,rlie dei larnralori. tolte alle spese e alle insidie delle g-randi cillà e restiluile alla vita semplice e sana della campag-na. Non sappiamo però lrallcnerci neppur qui dal saccheggiare la pregevole opera del Vanclèrvelde 1 gin così spesso e ahbondantemenlc citalo, là ove dù una chiara idea cli ciò a cui è giuntn nel suo paese la migrazione quotidiana degli oltre cento– mila lavoratori che. pur lavorando alla città, man– tengono la loro abitazione nei paesi rurali. « Nulla di più impressionante - scrive il Vandervel– tle·- per il viaggiatore che passa da Londra a Bru– xelles, del contrasto fra i pascoli deserti del Kent e i piani animati che circondano la nostre grandi cillà. Da qualunque parte uno vada, la· campagna è disse– minala d 1 innumerevoli caselle bianche col tetto rosso. disperse o agglomerale in villaggi popolosi. « Orbene, se voi vi aneslerete durante il giorno in qualcuno di quei villaggi - di quelli, s'intende, che non banno industrie locali - voi non vi troverete quasi nessun operaio adulto, e sarete indotto a cre– dere che la popolazione si componga soltanto di vecchi, di donne e di fanciulli. « Ma attendete la sera e lo spetlacolo cambierà. « Siamo, ad esempio, a 20 chilometri da Bruxelles, in una piccola stazione ciel Brabante Vallone, Ri– xensart, Genval, o La Hulpe. « Arriva un treno, di lunghezza normale, com– posto quasi interamente cli vellure di 3a. classe: da t.ulli gli sportelli, bruscamente a.perli, calano fiotti di operai, che si precipitano verso l'uscila. « E, di quarto d'ora in quarto d'ora, dopo il cre– puscolo e fino a notle falla, altri treni si succedono. che seguitano a scaricare squadre di lavoratori - muratori, plafonieri, pavimentisti, cementisti, fale– gnami, ecc. - in tulli i villaggi che fiancheggiano la ferrovia. « Allrove sono carbonai, minatori, metallurgici, operai delle trafìliere 1 che vengono dai bacini di Mons, di Charleroi o di Liegi, e che rientrano a casa loro, perfino da 50 e 60 chilometri di distanza. « Altrove ancora, sulle linee della Campine, della Fiandra e delle Ardenne, sono dockers del porto di Anversa, tessitori occupati a Roubaix o a Tourcoing, operai metallurgici e minatori, che vanno Lutti i giorni in Francia, nel bacino cli Longwy, e che ri– guadagnano, a giornata finita, il Comune rurale dove conservano il loro letto. « Breve, non esistono pilt villaggi nel Belgio, che non abbiano un nucleo di lavoratori industriali. oc– cupati fuori e sovente a grandi distanze dal loro domicilio, che raggiungono seralmente». E IN ITALI.\? Da noi possiamo dire che nulla ancora si è fallo. Nel 1904 la Società della ex-Sicula isliLuì, per la prima una tariffa o dei treni operai per a,iulnre le condizioni locali speciali dei laYori agricoli di laggiù, i quali determinano un flusso cli lnvoralori contrario a quello che si verifica nei paesi a svi– luppo industriale progredito. Infalli in questi ul– timi, la città attrae le energie cli lavoro, le quali poi, come abbiam Yisto, a giornata finita, vengono restituite al desco domrstico dai treni operai; in Sicilia, invece, i lavoratori - quasi lulLi dediti alla ogricollura, se si eccettuano quelli occupati nelle ,.olfatare - abitano nei paesi e nelle ciUà, essendo le campagne assolutamente prive dì case coloniche, e soltanto all'alba si recano al lavoro dei campi, percorrendo talvolta lrap;ilti lunghis– simi) che ripercorrono alla sera per rinca~are. T biglieli.i ,!"abbonamento per gli operai emessi allora vdalla Rete Sicula furono, sul tipo belga, valevoli per sei viaggi cli andata e riloeno, dal lu– nedl al sabato, e di andata e ritorno festivi, pure valevoli per 6 viaggi, da effeltuarsi in sei scllimane consecutive. La tariffa adottala fu la seguente: dala4km. n 4 a 8 n ,, 8 a 12 11 L. 0,50 ll ],– !l 1,50 da 12 a 16 km. n 16 a 20 n 11 20a30 , 1 L. 2,- 11 2,50 ,, 3)50 Recentemente, poi, le ferrovie di Stato stabili– rono due treni speciali settimanali fra Genova-Prin– cipe ed Ovada, destinati esclusirnmenle al trasporlo degli operai, che al sabnlo lasciano Genova per re– carsi alle loro famiglie, tornando poi al lavoro il lunedì. I bigliC'lti vengono rilasciati dalla stazione di Genova-Principe per Ovncla e le stazioni intermedie; valgono nnch'essi per sci viaggi cli anelala e ritorno, da effettuarsi in sei settimane consecutive, e godono della stessa tariffa della ex-Sicula, salvo che sono estesi fino a 50 chilometri e, nei tratti da 30 a 40 chilometri. costano L. 4,50, e, da 40 a 50, L. 5,50. Concessione analoga è staia pure accordata agli operni. che si recano da Abbiategrasso o da Caggia– no a Milano porla Ticinese. I biglirlli d'nbbonamenlo settimanale (sei via~gi di andata e ritorno) costano fra Milano Ticinese e Abbiategrasso ~ Km. 22 - L. 3,50 e fra Milano Ticinb$e e Ga1<wano - Km. 13 - L. 2. Oltre a ciò, allo scopo di rendere possibile al proprio personale di nbitare nei paesi vicini alle localilà ove presta servizio, l'J-\mminislrazione delle Ferrovie dello Stato istituiva, nel 1905, speciali bi– glietti d'abbonamento per gli impiegati ferroviari e loro famiglie, valevoli per lntLi i treni anche di– retti e con tariffa a mese, Ja quale attualmente - dopo l'inasprimento portalo dalla legge Sacchi - è salita ai ~cguenLi prezzi:
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy