Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911
lbè èRiTiCA SOCÌÀLE sgrazia, la difficoltà di pagare gli interessi in termine, un'urgenza di uomini o di sementi. ... E allora è il nodo scorsoio, che, più ti dibatti, e più stringe. Poi lo stroz– zino e la subasta. Con intervalli più o meno lunghi, questa è la via crucis. In fine di essa, la statistica segna una famiglia emigrata di più. * ** Tale è la " proprietà ,, del nostro piccolo proprietario. Esso pnre è uno sfruttato del regime capitalistico. Se alla vigna si applicasse la macchio a, anche qui avremmo in breve la concentrazione, e il piccolo proprietario di– venterebbe un :::ialariato.Oggi è il servo della ipoteca e della cambiale. Ingegnoso sistema, l'ho già detto, di autosfruttamento, di ribellione impossibile, di rassegna– zione forzata. Egli invidia la fortuna relativa dell'ope– raio; il cui figUo frequenta la scuola sino ai dodici e ai quattordici anni, mentre il suo, a nove o dieci anni, deve abbandonarla, sia per provvedere in parte al pro. prio pane, sia perchè nel paesello non esiste che il corso inferiore; egli invidia l'operaio, che potè conqui– starsi leggi protettive, case popolari, ricreatori per bambini, calmieri sui generi di consumo, mentre lui nessuna legge salva dallo strozzinaggio; egli invidia l'òperaio, la cui donna, se va anch'essa alla fabbrica, hn, se puerpern 1 trenta giorni di riposo, sussidiati dalla Cassa ·ai maternità, mentre la u piccola proprietaria 111 alla vigilia di sgravarsi, zappa ancora nella vigna, e otto giorni dopo è già tornata sull'aia. E non è un entusiasta della sua proprietà. La ama per atavismo, la subisce per necessità. L'urbanismo, deprecato dai sociologi dalla pancia piena, è dovuto in gran parte a questa trista condizione. · Aspettare che per questa gente la parabola marxista compia la sua curva, fosse pure - e non è - dottri– nalmente sensato, ricorderebbe, nella pr~tica, quegli inquisitori in buona. fede, che gioivano dei tormenti degli eretici, pensando che, per ·quei tormenti, un'anima era stata tolta al demonio. Che fare dunque? - Se .la cortesia dei lettori me lo concede, ne dirò in un prossimo numero. (Continua). Dott. GIULIO PUGLIESE, Per una ~aggia polifita pro Ietaria ~ei tra~porti III. I treni operai quale correttivo dell'nrbanismo. (Contimurzione) I TRENI OPEH,\l l'fEI VARÌ PAESI. Al decenlramcnlo della popolazione urbana verso i dintorni, rispondente alla terza fase cli sviluppo dell'urbanismo - svolgentesi, come abbiam visto, dall'agglomeramenlQ della popolazione nelle me– tropoli, prima, al suo rigurgito nei subborghi poi e, infine, al ritorno serale dei Javoratori verso la campagna e i paesi rurali - provvedono giù, nei paesi più progrediti industrialmente, i treni operai, che vanno sempre più estendendosi di luogo in luogo a misura che si formano .le condizioni e sorgono le necessità che li reclamano. In Germania, già da vari anni si istituirono, su, parecchie linee, treni speciali per operai o, per lo meno, tariffe sensibilmente ridolle per essi. Tali tariffe, sebbene non uniformi, in media sono di 1 pfennig (1 centesimo e 25) al chilometro. Di più, oltre questa tariffa operaia locale, nella Germania del Nord sono messe in circolazione, su varl treni, vetture di 4• classe, nelle quali il lrasJ)Orlo - di cui usano moltissimo i lavoratori nelle migrazioni stagionali - non costa che 2 pfennig (2 centesimi o 50) per chilometro contro li. pfennig (5 centesimi) in 3• classe. In Francia, dopo una quindicina di anni di di– scussioni e di lolle, le Compagnie privale, sollo l'imposizione ciel Governo, e in sostanza a spese dello Stato, che interviene sollo la forma cli ga– ranzia di interessi, organizzarono treni speciali operai a tariffe ridolle, i quali allacciano la città at subborghi e ai paesi circonvicini. Tali tariffe variano da Compagnia a Compagnia, e i prezzi degli abbonamenti settimanali operai oscillano da un franco a un franco e cinquanta, per un minimo di 5 a 6 chilometri, mentre quelli per le località servile dalle ferrovie dello Stato francese costano soltanto 70 centesimi. Ecco alcuni dati di confronto fra i prezzi degli abbonamenti operai sulle ferrovie di Stato francesi e quelli sulle ferrovie del Nord, che pure, fra le Società privale, hanno le tariffe più riclolle: FERROY1E DELLO STATO FERROVIE DEL NORD cl1tlometr1 prezzo chilometri prezzo da o a 5 L. 0,60 da o a 6 L. 1,- o a 6 " 0,70 G a 11 " 1,40 o a 7 " 0,80 12 a 18 " 2,05 o a 8 " 0,95 19 a 25 " 2,80 o a 9 " 1,05 26 a 32 " 3,G0 o a 10 " l,15 33 a 40 " 4,30 10 a 30 2,30 E, a provare come i treni operai siano subito entrali nell'uso, perchè veramente riSJ)Ondenli a un bisogno sentito. basti dire che sulle ferrovie del– l'Orleans, il numero degli abbonamenti sellimanali per gli operai sali, da 96.6i4 nel 1899, a 112.707 nel 1900. Sul le ferrovie dell'Est, il numero degli abbonamenti settimana.li , rilasciati a Parigi-Est e Parigi-Baslille, àgli ope rai cd agli impiegati abi– lanli nei paesi circonvicini e nel subborgo, si elevò, da 405.244 nel 1899, a 468.119 nel 1900. Nelle ferrovie dell'Ovest, da 940.194 viaggiatori operai nel •ISSq, anno in cui si istituirono i treni operai, si saliva a 3.766.780 nel 18\J0, a 6.350.866 nel 1895. e a 12.510.838 nel 1900. Se a dò si aggiungono i viaggi offerti dalle tram– vie cittadine, si valuta subito quale importanza csset1ziale abbiano assunlo i lrasporli nell'esodo degli abilanli della città verso i paesi della cam– pagna. In Inghilierrn l'istituzione dei lre11i operai fu rosa obbliga\oria fin dal · 1883 con la legge Cheap Trains Act, mediante la quale le Società ferroviarie vennero esonerate da un tributo che prima paga– vano allo Stato, contro l'obbligo di stabilire treni operai in numero sufficiente, con orario compreso fra le 8 pom. e le 6 anl., e lari ffc non superiori ad un denaro (circa IO centesimi) per miglio (me– tri 1609). In esecuzione di tale legge, tulle le Com– pagnie crearonq treni operai pei dintorni delle l'randi città, e specialmente cli Londra, Manchester, Liverpool, Sheffield, Birmingham, Glasgow. Stando al rapporto sui treni-operai, presentalo alla Camera dei Comuni il 25 magg-io 1900, le varie Compa~nie ferroviarje inglesi rilasciarono agh ope– rai, nel 1899, più di 700 mila abbonamenti setti– manali e 68.427.968 biglietti ridolli di anelata e ritorno. . E questa circolazione, per quanto considerevole, fu ben !unge da soddisfare ai bisogni reclamanti;
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