Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911
GliITICÀ SOCIAL'.É fell.ualo nel caso ciel petrolio e calcoliamo che, nel primo anno, il consumatore spenda in maggior con– sumo quanto risparmia in prezzo, e negli anni suc– cessivi l'aumento sia liev.emenle superiore all'aUua– le, sia cioè ciel 10 '/,. Avremo questi risultnli per il bilancio dello Stalo, in cifra tonda: l' anno L. 75.000.000 perclita L. 25.000.000 2° ll 82.5()().()00 ll 17,500.000 3• ,, 90.750.000 9.250.000 4° ,, 99.825.000 175.000 L. 51.025.000 In quattro esercizi fìnanziarì la perdila sarebbe cli poco superiore ai 50 milioni. A partire dalresercizio finanziario 1915-16 il bi– lancio avrebbe g-ià una dotazione di circa dicci mi– lioni superiore all'attuale per il dazio clo~anale e la tassa di fabbricazione, e in tre csercizI il sacri– ficio dello Slnto sarebbe pienamente coperto, come risulta da queste altre cifre: Esercizio 1915-16 L. 109.807.500 in + L. 9.807.500 1916-17 1917-18 191S-19 ,, 120.788.250 ,, 132.867.075 ,, 146.153.782 11 20.783.250 ,, 32.867.075 L. 6S.462.875 Consolidando in cento milioni la entrata alluale per lo zucchero durante sette esercizi finanziari al più, si potrebbe compiere fin d'ora la riforma. Nel– l'ollavo· esercizio fìnanziario, il bilancio dello Stalo. reintegrale le somme incassate in meno durante il primo periodo, avrebbe una maggior dotazione an– nua cli almeno 46 milioni, che potrebbero essere giovevolmcntc ·imp~egnt.i ~d una. 1:1lterior?politica di sgravi o ad una più ardila polit1Ca sociale. Queste previsioni - pc!'ò - giova ripeterlo, sono basale sovra due ipotesi: l' che l'aumento del consumo ciel primo anno sia tale da assorbire il risparmio realizzalo dal con– Lribuenle; 211. che l'aumento degli anni successivi sia del 10 °/o, mentre oggi è poco meno ciel 7 °/o- Contro l'ultima ipotesi penso che nessuno potreb– be rivolgere obbiezioni di sorta. Se, in momento di prezzo elevato, e per un intero quinquennio, il consumo ebbe un incremento medio ciel 7 '/,, è più che certo che, riducendo il prezzo di circa un terzo, il consumo aumcnterehbe cli non meno del 10 '/o, Sono invece legittime - lo confesso lealmente - delle perplessità cli fr·onte alla prima ipotesi, benchè a suo favore parli l'esempio di lutti gli sp;ravi fino– ra attuati, e bcnchè sia assai probabile un incre– mento forte ciel consumo dello zucchero, quando sia tolto, in parte, l'attuale suo prezzo pl'Oibitivo. Ma di fronte al dubbio, conviene cercare allrJ via, perché la pubblica fìnanza è strumc,lo cosi de– licato e cli cosi intensa ripercussione sulla vita eco– nomica e politica, che deve essere lrnlLala con ogni riguardo. Vi sono soluzioni cli altro genere che possano mellcrci al sicuro da ogni sorpresa? Sono convinto che la soluzione esiste, e mi propongo di offrirne la dimostrazione. (Contin11a) Gruuo CASALINI. .A. vete le prillle tre annate ? L' .Atmninistraziotie della Critica è disposta a ricambiare con una qualsiasi successiva(tnnata, f"ilegata, oppure con un anno à'abbonanumtc>, l'invio che le venisse fatto della {°, 2• o s• am,ata (1891, 1892, 1893) ài Critica Sociale in buono stato ài 00tl8ervazume. SOCIALISMO E PICCOLA PROPRIETÀ I. I termini del problema. 1 ° Ten·eno i'nfi<lo. Quei pochi, che mi seguono in queUa, che alcuni chiamano la mia fissazione - richiamare cioè il par– tito alla necessità di occuparsi delle miserie dei lavo– ratoTi contadini piccoli-proprietnri - troveranno che io mi ripeto. Nè, in questo stadio della discussione, • potrei evitar]o. La questione è antica. La Ol'itica Sociale, sin dal 1893, poneva il quesito della" piccola proprietà te.rriera n ai pratici e agli studiosi. Antonio Piccaro1o vi dettava parecchi articoli, che illuminarono il problema e che, raccolti in opuscolo (sgraziatamente esaurito), sono forse · ancor oggi l'unica pubblicazione completa nella materia. Poi più nessuno se ne è occnpato. La lotta per la libertà assorbì la massima parte delle nostre energie, mentre, a libertà consolidata, il proletariato industriale monopolizzava per sè l'azione del partito, nel campo politico come nell'economico. La questione della _pic– cola proprietà è rimasta allo stesso punto. Per merito dei compagoi di .Asti, da poco piit di un anno, essa tornò all'onore della discussione. Il 18 settembre l!HO, in AsLi, si tenue il primo Con: gre~so Socialista Regionale Piemonte~e, per discutere la questione della piccola p1·oprìetà 1·w·ale di f1·011leat socialismo. Si sperava che fosse l'inizio di un serici la– voro di organizzazione fra i vi.gnaiuoli. Ma da quegli ordini del giorno nessuna azione è scaturita finora. La ragione di ciò la formulò con precisione Filippo T~rati, nella postilla al mio precedente articolo. Perchè non confessarlo? Noi temiamo di noi e del partito. Sappiamo di lavorare sulla linea di confine fra proletariato e bor– ghesia. Attenzione di non mettere il piede in terra .... straniera! La democ1·azia 1·urale, sco_perla nel 1\fa.nto– vano, si presenta anche a noi come uno spauracchio, Esiste, anche nel nostro Monferrato, certa borghesia di tradizioni anticlericali, la quale non disprezzerebbe la nostra alleanza nel campo politico, e, nel campo eco– nomico, sarebbe disposta almeno a non osteggiarci. Più ancora: essa spera, nelle prossime elezioni, indette, col suffragio quasi universale, da Giolitti con l'appoggio del gruppo socialista, di nentralizzare il nostro ascen~ dente Aulle masse rurali, dimostranrlosi più di noi te– nera degli ioteressi di quegli sfruttati, che so-no i pic– coli proprietari. Il terreno ci scoUa di sotto; per pro– seguire, ci oocorre un voto di nn nostro Congresso Na– zionale di Partito, che ci sia, insieme, giustificazione e guida. Perché, ripeto, noi temiamo anche del partito; del suo troppo semplicismo, de' suoi troppi semplicisti, che rifiutano quanto non è nel Corano. La reazione pellu– siana e crispina fngrossò le nostre file, con molti, ve– nutivi meno per convinzione scientifica, che per gene– roso impulso di protesta. Per costoro il socialismo è tutto in pochi dogmi, fuor dei quali non è che eresia. Per questo i Vigna, i Casalini 1 i Samoggia, i Monte– martini, noi stessi, che scriviamo, fummo accusati per– sino di voler favorire quell'" ammasso di egoisti 111 che sono i piccoli propriet~ri, non per altro che per me– schini calcoli elettornLi I Se anche fosse - e spero dimostrare che non è - che il permanere della piccola proprietà. cozzasse colla.
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