Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911

192 CRlTICA SOClAU:: e) Pro,•en1i telegrafiei totali (co1iip?'esecioè le tasse dei teteg1'annni per t'estei·o e le tasse accesso1"ie). Dicembre. Gennaio . Febbraio . Marzo Esercizio corrente Esercizio precedente Dllferenza 1.664 690,77 1.618.621,52 + 46.069,25 1.078.059,81 J.725.093,57 + 62.966,24 1.582064,92 1.451.063,98 + 131 000,94 J.786.166,10 1.815.661,75 - 29.495,00 Totale 6.820.981,60 6.610440,77 + 210.540,83 Tali risultati dirnoslrab.o che nel primo quadrime– stre dell'applicazione della nuova lariJTa si è avuto un aumento di circa il 30 e mezzo per cento nel numero dei telegrammi interni con un aumento in confronto al precedente ese!'cizio di L. 210.540,83. IL CASO TIPICO: II, PETROLIO. ìlln il caso veramente tipico ci è offerto dal pe– trolio. Nel consumo del petrolio in Italia possono consi– clcrnrsi nettamente due periodi: quello anteriore al 31 marzo 1907, sotto l'influenza dell'antica tariffa di L. 48 al quintale, e quello posteriore a tale data, col dazio limitalo a L. 24. · Nell'ultimo quinquennio, a tariffa doganale ele– vata, le quantità int!'odollc e gli introiti sono quali risultano dalla seguente tabella: Consumo ed ent.,·ale del pet1·olio a dazio elevato. Periodi nnanzlart Quintali Dazio doganale 1901-902 700.070 33.603.360 1902-003 683.153 32.791.344 1903-004 685.627 32.910.096 1004-D05 681.464 32.710.272 1905-906 656 576 31.515.648 Le cifre non lasciano dubbio. Assalito dalla con– correnza ciel ga,., dell'acetilene, della luce elettrica, jl consumo del petrolio si andava contraendo d'anno rn anno, nonostante l'aumento della popolazione e la comparsa di qualche nuova e più larga utilizza– zione industriale. La diminuzione del consumo fu, in un quinquennio, dì ben l13.404 quintali, pari a poco più del 6 "/,. La scena mutò, immediatamente, quando inter– venne la legge ciel 1907. Non solo cessò Ja contm– zione del consumo, come per incanto, ma il con– sumo del petrolio aumentò di bollo cli ben 200.676 q,,intali, cioè del 30 "/, sul consumo precedente e l'aumento non si chiarì artifìzioso o transitorio. ma permanente e continuo, giacchè ormai il con– sumo del petrolio sta per essere doppio cli quello che era pochi anni or sono. I falli climostrarono, con tutta evidenza, che \'alla tariffa doganale era una cappa di piombo, che impediva la naturale espansione ad un bisogno intensamente sentito dal paese. Del resto le cifre sono così suggestive che basta leggerle per afferrnre lulla l'importanza clell'avvc– n1mento. e- Consuma eil ent1'ate del petJ•olio a dazio 1·idotto. Esercizi flnauzlart l.905a906 1907-908 1908-909 1909-910 Ì910-911 Qnlntall Dazio 656.576 31.515.648 (regime antico) 857.752 20.506.999 (regime nuovo) 947.648 22.571.412 1.061 907 25.308.000 1.'063.578 (10 mesi) Le deduzioni che si possono ricavare sono queste: l' Il primo effetto dello sgravio fu un aumento di consumo pari a circa il 30 '/, del consumo anlc– cpclenle, fallo sintomatico, rjcorclando che prima il consumo ciel petrolio si anelava sempre più con– traendo. 2° L'incremento del consumo non si è esaurito nel primo anno. Nel secondo anno del nuovo reg~– mc, l'aumenlo superò il 10 °/ 0 ; nel terzo anno 1l 12 '/.. 3° Il consumalorc, nel primo anno, impiegò quasi per intero lo sgravio in un aumento del con– sumo. Nel 1903-906, al prezzo medio cli 70 lire al quintale, spendeva L. 45.960.320. Nel 1907-908, al pl'Czzo medio cli 50 lire al quintale, spese poco meno, ed ora spende notevolmente di più. Anche dal punto cli vista ciel bilancio dello Stato, il sacrificio, ragguardevole il primo anno, si andò rapidamente attenuando e, in un quinquennio, .si sarebbe di certo tornali alla somma complessiva introitala prima della riforma, se il trattalo cli com– mercio stipulalo colla Russià non ci avesse obbli– gali n. ridurre, col primo gennaio 1911, il dazio do– ganale sul petrolio eia 24 a 16 lire il quintale. L'esempio ciel petrolio sla, ad ogni modo, ad in– dicarci, in modo non dubbio, che una audace rifor– ma di sgravio per generi cli largo consumo, ai quali l'eccesso di lasso impediva la naturale espan– sione, è scevra di pericoli pc! bilancio ed offre i più grandi vantaggi al consumo popolare. Ed è da te– ner presente, nel caso del petrolio, che esso ern in– sidialo da concorrenti possenti. Vediamo ora, sulla scorta di queste constatazioni, quello che potrebbe accade,·e se il dazio cli entrala e la tassa di fabbricazione dello zucchero fossero ridotte in modo, che la dolce derrata potesse essere offe1'la, non a L. 1,50, ma a L. 1,10 al chilogrammo. L'ipotesi più verosimile è questa: che il consuma– tore conlinui a spendere quanto spende ora, giovan– dosi del prezzo non a scopo di risparmjo, ma di più intenso consumo. Una volta utilizzato il risparmio per un più intenso consumo, l'incremento annuale continuerebbe ad essere - nella peggiore delle ipo– tesi - poco più elevato di quello che è ora. IL CONSU,\10 DELLO ZUCCHERO I:\' ITALIA. Il consumo ciello zucchero in Italia si è anelato - al contrario di quello che era avvenuto pel pe– trolio - intensifì.cando, negli ultimi anni, per due ragioni : per l'aumento della popolazione, da un lato; per il miglioramento ciel tenor di vita, dal– l'altro. I risul~1li clcll'ulLimo quinquennio, per quanto ri– guarda l'Erario, possono essere riassunti in quesla tabella: Le entl'ate pe1· lo zucchero. 1904·05 1905·08 1906 07 Tassa di fabbric. 73.975.100 74.513.500 75.603.500 Diritto doganale 358.200 9.629.500 lf.319.200 ---- ---- ---- Totale 74.333.300 84.143.000 89.922.700 13,19 'fo 6,87 O/o 1907-08 Tassa d1 fabbnc. 84.393.400 Diritto doganale 12.G28.300 Totale 97.021.?0ù 1908-09 89.550.800 8.711.200 1909-10 98.752.566 2.160.000 98 262.000 100.912.566 7,89'fo 1,27% 2,69¾ L'aumento delle entrate, che riflclLe l'aumento di consumo, fu cli 26.579.266 lire, pari cioè ad· un aumento annuo medio del 6,40 °/,. Applichiamo ora al caso nostro quanto si è ef-

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