Critica Sociale - XXI - n. 12-13 - 16 giu.-1 lug. 1911

186 CRITICA SOCIALE Il deputalo eletto cm suffragi d, una intera pro– vincia dovrà avere, a parag;one dell'eletto in un territorio limitato, una notorietà e una autorilà per– sonale più elevate, prima della elezione, ed avrà senza dubbio un'autorità morale più alla ed una indipendenza maggiore, dopo l'elezione. Gl'inleres– si locali in una estensione di territorio più vasta non solo sono avvertiti meno ed hanno un peso minore, ma spesso si elidono a vicenda; if depu– tato, che gode in una intera provincia quel tanto di reputazione che è indispensabile per ottenere le non poche migliaia cli suffragi occorrenti per l'ele– zione, può, se il suo animo e il suo carattere glielo suggeriscono, rifiutarsi ad essere il procuratore de– gli interessi dei singoli elettori, perchè sconten– tarne magari qualche dozzina non potrà inOuire in modo decisivo sulla sua rielezione. E, d'altra parte, se, cinquant'anni fa, era lecito credere che, soltanto col Collegio ristretto, gli elet– tori potessero deporre nell'urna il loro volo con sufficiente conoscenza del candidalo; adesso. con le comunicazioni acc1·esciute e divenute più facili e più rapide, con l'aumentata intensità della vita, anche in un territorio più esteso il corpo elettorale può conoscere i candidati, almeno tanto quanto gli elettori del Col1egio uninominale conoscono ora i loro candidati. Vi sono 1 è vero, le masse meno coscienti: ma anche queste, ormai, quasi dappertutto, anzichè esprimere un giudizio di merito sul valore perso– nale dei candidati, si orientano secondo la simpa– tia per un ordine cli idee, piuttosto che per un altro. Nè mi sembra il caso di J)reoccuparci troppo. nei riguardi dell'ampiezza della circoscrizione, di coloro che votano ubbidendo soltanto a suggeri– menti altrui, sia questi il parroco. il padrone o il propap.-andista socialista: perché, evidentemente. co– storo voteranno domani una intern lista. con passi– vità perfettamente uguale a quella. con la quale oggi depongono nell'urna la scheda nella quale è segnato un solo nome. •*• Nessun dubbio quindi, per me, che, astratta– mente, la circoscrizione ampia sia da preferirsi a quella ristretta E ho voluto premettere questa di– chiarazione, affinchè non nossa essere interpretato in modo contrario alte mie convinzioni quanto mi propongo cli dire. Perchè lo scopo e la ragione del presente scritto non sono già di porre a confronto i pregi e i difetti del Collegio uninominale e di quello plurinominale, per stabilire quale dei due meriti di essere prescel– to; ma bensì di vedere se, pur ammettendo che le circoscrizioni ampie siano in sè di gran lunga pre– feribili alle ristrette, si debba esserne partigiani in ogni caso e a.d ogni costo, oppure se si debba subordinare la preferenza nel Collegio nlurinomi– nale all'esistenza di certe altre condizioni concomi– tanti. Perchè a me sembra che sia doveroso e 1)r11clente domandarci: i vontnggi clell'allarp;amento della cir– coscri,.ione in sè sono tali, che si debba esserne fautori indi.penclentemente dal sistema di scrutinio. che alla circoscrizione allargala si applicherebbe? Ciò, precisamente, ci proponiamo di esaminare. ... Come è nolo, il tenitorio dello Stato è oggi ri– partito in 508 Collegi elettorali. sulla base della popolazione, senza distinzione cli età e di sesso; e, poichè la popolazione è cresciuta, mentre il nu– mero dei deputati é rimasto fisso in 508, oggi cia– scun deputato dovrebbe teoricamente rappresentare un nucleo cli 67.000 abitanti. È chiaro che, quando domani si prendesse, a mo' cli esempio, per unità elettorale, un aggregalo di popolazione di 670.000 abitanti, 1a circoscrizione corrispondente sarebbe chiamala ad eleggere non più 1 ma 10 deputali. Ora, questi 10 deputati potrebbero essere eletti con vari sistemi, e cioè: l O col voto uninominale; 2° col volo cumulativo; 3° con lo scrutinio di lista semplice; 4° con lo scrutinio di lista a voto limilalo; 5° con sistemi proporzionali. Gli effetti di questi vari sistemi sarebbero in pra– tica così diversi, che, a parer mio, dalla scelta d'uno piuttosto che d'un altro, dipende che la cir– coscrizione ampia sia, o no 1 eia preferirsi a quella ristretta, che elegge un deputato solo. E, poichè i sistemi, che in pratica possono dispu– tarsi il campo, sono - nelle loro varie forme e sot– tospecie - lo scrutinio cli lista e il sistema propor– zionale; io credo che lo studioso e il legislatore non debbano proporsi cli scegliere tra Collegio unino– minale e Collegio plurinominale, ma debbano con– cret.amente considerare, per venire ad una gradua– toria cli bontà e di opportunità: a) Collegio uninominale; b) Collegio plurinominale con lo scrutinio di lista; e) Collegio plurinominale con un sistema pro– porzionale. Tra questi termini, io credo di gran lunga mi– gliore il terzo e -- per rag-ioni che ho esposte al– trove - lo stimo anche praticamente attuabile in Italia; ma non bisogna farsi soverchie illusioni sul– la prossimità della sua adozione: qualsiasi sistema proporziona-le significherebbe in pratica un consi– derevole vantaggio per i partiti cli minoranza, e urlerebbe quindi contro l'interesse egoistico della maggioranza conservatrice. E, in tal caso, finché questo interesse egoistico fosse prevalente, non po– tendo avere il sistema proporzionale, quelli, che riconoscono la superiorità astratta della èircoscri– zione ampia sulla ristretta, dovrebbero contentarsi d'ottenerla con qualsiasi altro sistema di scrutinio? A questa domanda rispondo, senza esitazione, in modo recisamente negativo; perché sono convihto che il Collegio plurinominale con lo scrutinio di lista, tanto puro e semplice, quanto col volo limi– tato, costituisce un rimedio assai peggiore del male, rappresentato dal Collegio uninominale. Ed esporrò su quali ragioni si fonda il mio con– vincimento. (Conti,~ua). G1No BANDINI. Vfft~O r AIIUAllOHf on MOHO~OllO Quando quesLe pagine usciranno in luce 1 è pro– babile che la legge, che fa dell'assicurazione-vita un monopolio cli Stato, avrà già ottenuto, o starà per ottenere, l'approvazione della Camera. Non è inutile tuttavia ritornare sull'argomento, sopratutto con osservazioni di carattere pratico, che ci ven– gono da quegli stessi assicuratori - non tutli su– bistono o il panico corporativistico o la sobilla– zione padronale - che già trattarono cotesto tema, con parlicolarc competenza, in questa Hivist.a. Commciamo dall'Assicuratore 11. 2, che ci pre– senta osservazioni cli carattere più generale. Egli ci scrive: I confini di questo articoletto sono molto modesti: noi ci proponiamo soltanto di mettere in evidenza

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