Critica Sociale - Anno XXI - n. 11 - 1 giugno 1911
' CRITICA SOCIALE 165 risultali teorici, cui è approdalo il revisionismo dopo due o tre lustri di critica; mi gual'do anche bene dal– l'impugnare la verità di parecchie affermazioni, cui, come riformista, ho aderito da parecchio tempo; so– no inonlo anche a riconoscere l'importanza dell'a– zione, pur aggiungendo o sottintendendo sempre che essa deve essere accompagnala dal lume dell'idea, se non vuol riusci1·e ad un'azione simile a quella di mo– sche privale della lesta, o di un branco di pecore impaurite} Lo scopo, che mi muove a seri v0re queste righe, è un po' diverso, un po' pili allo, forse un po' pre– suntuoso; Lult.avia penso, che, se il revisionismo è ben lungi dall'aver compiuto la sua opera di critica e dall'aver csnurilo il còmpito suo; se il pnrtito so– cialista - che vuole ipotecare per sè il futuro pros– simo e remoto - non può essere condannalo a l'ipe– lere conLinuamcnLe le 1.rnrlizionali formule, logol'::ite dall'uso e inadeguate ad esprimel'e la realtà; penso pure che queste ospitali colonne, sulle quali pcl' l'ad– dietro si è riversala un po' della mia clerodossio, siano le più ndatte per accogliere alcune mie osser– va7,ioni cri't.iche, tanto al concel.lo della lotta di clas– se, così come esso viene generalmente inteso, anche dalla maggioranzo. elci 1·ifo1·misti, quanto alla conce– zione fondamentale su cui poggia il pnrtito ~ocinlistn. Queste mie osservazioni, che non hanno la p1·elesa di essere nè profondissime nè originalissime, io in– clil'izzo sopratutto a quei pochi socialisti italiani i qunli, in questi ultimi tempi, hanno ·sentilo tutta In falsità e ristrettezza ciel naturalismo materinlist.ico e hanno pl'ovato il bisogno di rinnovare la loro cullura fìlosolìca, attingendo specialmente alle fonti inesau– ste della classica filosolìa tedesco., da cui sono scn- 1.uri\.i i mille rigagnoli del pensiero lìlosofìco contem– poraneo. Da costoro spero sarà npprczzalo, per quel poco che vale, questo mio scritto; cd :tpprczzato, così per quel che dice, come per quanto forzatnmente sottintende; valutalo non lanto nei particolari,. quan– to nel suo complesso. A coloro, che non hanno avuto nè tempo nè modo cli comprendere che cos'è l'idealismo critico - da non confondere nè collo spiritualismo clogmntico, nè coll'immaterialismo, nè coll'idealismo assoluto cli Hc– gel e compagni - dirò solo che, nel mio revisionismo radicale ed estremo, non credo di compiere una involuzione confusionaria, nè di mettermi contro al movimento socialistico. Potrò forse errare e peccare di soverchia illusione intelleUunlistica; tuttavia penso che, se nel socialismo internazionale sorgessero forti e geniali individualità, che sapessero utilizzo.re nei loro particolari lìni la sana concezione idealistica ciel mondo, come al loro tempo hnnno snputo fare Marx e Engcls pel materialismo di Fcuerbnch, i partiti so– cialistici uscirebbel'o ben presto dall'attuale crisi che li travaglia, e, col super::imenlo e nella fusione di tull.e le piccole e oscure correnti teoriche d'oggigior– no, si aprirebbe una nuova èra d'intensa diffusione dell'ideale socialistico. E gli ·idenli sono una gran forza cli prop1ilsione nella società umnna. * ** Senz'allri pre,:irnboli, dirò che è genernlmente ri– saputo come la lolla di classe, intesa quale stru– mento d'azione politico., cioè cli quella parlicolare azione, che hn cli mira i rapporti di diritto pubblico, inlercecle11t.i tl'a i cittadini e gli Enti pubblici, nelb sua applicazione p1'alica ha un presupposto teorico, BibliotecaGino Bianco che serve cli base. Questa base, la quale n·on è che un-a priori logico, cli cui non si può fare a meno, è di nalura p1·eU.amenl.e marxistica, ed è la seguente: la società capitalistica è ròsa clnl principio cli con– traddizione, è condannala all'autofagia. Vi è in essa un germe di dissolvimento, che la porlerù alla tomhn. E questo germe non è che il prnletariato. Qui la parola « gcl'me » è qualcosa pi1'1 di una fì– gurn retorica: corrisponde perfe1.tnrnenLe a un q11icl, che cresce e si sviluppa. Appunto nel concet.l.o mar– xiano, il pl'oletaJ'iato non è pensnto in forma sfatica, sibbene dinamica. Esso non è una quantilù lìssa e delerminntn, mn destinata nel numenlnre sempre più. li proletariato è chiamato nel assorbire nel suo seno tutti i ceti, che non sono borghesi. Date queste premesse, il partilo socialista ha ra– gione cli arrerrnarsi il pari.ilo della so!U clnsse lavor:1- lrice: il metodo della lotta cli clnsse è l'unico possi– bile ed opportuno; basta attenersi ad esso, perchè yenga nffrellato (non clel.erminat.o) il crollo della so– cietà borghese, archi\.eUonicamente concepita come un eclilìcio. Dalle fumanti macerie sorger;) poi la so– cietà comunistica. Non è il caso di spendere neppure una parola per la confutazione cli lutto ciò: lutti sappiamo a qunli risullati sia giunto il revisionismo circa la cosiclel.ln Vuelendungs-lhcorie e circa la persistenza dei medì ccl.i, anche nelle nm.ioni più industrializzate (1). Se– non chè, a mc sembra che non si sia npprei,zala al suo giusto valore tutta l'impor1.nnzH, che il mancalo avve– ramento del fenomeno proletarizzalore doveva e deve avere rispetto alla concezione teorica e alln tattica della lolla cli classe. Più su ho eletto che la lotta cli classe - non come cùnone d'interp1·etazione storica, bensì come stru– mento cli lotta politica e cli trasformazione sociole -· è la conseguen7,a di uno. premessa. teo1·iça di carat– tere marxi.-;tico; orbene, caduta la premessa, che re– sta della conseguenza? A pari.e la· verità clotlrino.le , che più o meno incorpora in sè, il metodo è ancora opporluno, a.clo.ll, o allo scopo, :weckmiissiq? In genernle, io credo che la rispostn non possa essere affermativa. (Dico « in generale » perchè, si sa, nelle materie politico-sociali, bisogna accon– tentarsi cli affermazioni mollo approssimative). La lolla di clnsse è un'espressione elittica di un feno– meno molto più complesso e vario di quel che vo– glia signilìcare. Non solo la lotta si frantuma in mille forme diverse, che h::urno una coloritura e un contenuto loro particolari; ma vediamo s01·gere mi– nacciose e inquietanti le lotte cli categorie, gli egoi– smi cli gn1ppo, nel seno dello stesso proletariato; vedinmo capitalisti e operni, stretti in soliclnriet;J d'interessi contro lutti gli altri lavoratori e consu– matdri. Qunnclo poi si tratta di ngire sugli organi– elci potere pubblico (che è il campo eia mc ora te– nuto specialmente cli mira), di conquisl::irc qualche riforma politico-soci,:ile, il metodo della lotta cli. classe, qunlora fosse rìgoros::iment.e ndopcr~ìlo, sa– rebbe spesso ancora più inefficace. Senza bisogno cli minuta dimostrazione, b::isln pcnsnre a lui.te le riforme, che vengono più o meno apcrlnmente richieslc clnl pnrl.ilo socitilista (d::illa ri-· (t) uno studioso tedesco, 11dot.t. wernlcke, mediante accuratissime Indagini statlsf.lche, è riuscito ad accertare che, in Oernrnnin, oggi, l mcdli ceti rapprnsentano il 45 % della. popo\az!o110 eomplesslvn. I~, se s1 può stnb\l1re una te11denza, questa. è verso l'aumento, an– zlchè verso In. dhninuzlone.
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