Critica Sociale - Anno XXI - n. 10 - 16 maggio 1911

CRITICA SOCIALE 149 generale all'ullimo courtier cl' Agenzia, è la prov– vigione. li personale produttore viene assunlo senza lrop– po badare ai requisiti intelletluali, lalvolta anche morali, e si rinnova di continuo; gli esauriti ce– dono il poslo alle energie fresche e vive. Non bi– sogna aver troppi scrupoli; la concorrenza è fe– roce. Sono quasi 60 in Italia le Compagnie che eser– ciscono il ramo-vita! Qui si affaccia il problema del reclutamenlo e · della retribuzione del personale. Conviene ben di– stinguere i [unzionarì amministrativi (Direttori ge– nerali, impiegali amministrativi, ispettori regio– nali, ecc.) dai produttivi. Dei primi, anche valorosi, non è penuria oggi in Italia; accertatene le atti– tudini, dovrebbero diventare stabili dopo un breve periodo di prova; ma la retribuzione dovrebbe sempre e principalmente misurarsi sugli utili. In queste industrie, lullo dipende dalla ricerca affan– nosa dell'affare. Impiegali di Stalo, a slipendi fissi, mtrniti di inamovibilità, ecc. significherebbero l'in– successo complelo del monopolio. Per il reclutamenle dei secondi, vere colonne clcll'inclustria assicurativa, conviene Stabilire norme fisse, ma che sieno come il regolo di piombo, che si adalla a lulle le sinuosità della pielra. Se, ad esempio, si assegnassero le rappresentanze .locali con la procedura adollala per le esahlorie delle im– poste dirette, stabilendo, cioè, per ciascuna circo– scrizione assicurativa, una provvigione e indicendo una gara fra gli aspiranti, si otterrebbero un largo concorso di candidali e notevoli ribassi sulla prov– vigione promessa. Gli Istituti privali largheggiano nelle mercedi per animare i propri agenli nella lolla della concorrenza. Col monopolio, quesla man– cando, il vincilore dell'appallo creerà la sua or– ganizzazione interna, mobiliterà un esercito cli pro– duttori speciali, di esattori, di incaricali, per rag– giungere, con la grande produzione, il massimo prorttlo, e compensare cosi il ribasso che ha do– vuto concedere sulla provvigione governativa. La nomina di cotesti agenti cd incaricati dev'essere sempre temporanea. 2° ConHETTEZZAE souun,\. - La primn e più spinosa diffìcollà per l'assicuratore è la sfiducia, lCtlvolla fondala, lal'allra dovuta a prevenzioni ciel pubblico. Dopo il fallimenlo della Mutuai fleserue, in certi paesi della Puglia, gli assicurati di mode– ste Compagnie, invasi da panico, ricusavano i pre– mi. La diffidenza è vinla o dall'autorità inl.ellelluale e morale del rappresenlnnle, o dalle grosse cifre dei bilanci annuali, o dalla data antica cli fonda– zione dell'lslilulo; sempre poi, e radicalmente, dal– la sua notoria correttezza. La sfiducia aumenterebbe, invece, se lo Stato adotlasse i melodi faragginosi della burocrazia, se indugiasse per mesi e mesi i risarcimenti, se fìsca– loggiasse e vessasse nel riscuotere, apparendo uf– ficiale giudiziario piuttosto che assicuratore. Non per nulla lalune Compagnie si creano l'alibi della serietà e della correttezza, pubblicando le lodi e i ringraziamenti dei clienti prontamente soddisfalli. La solidit.'1, in· questo campo, si risolve nella solvibilità, nella certezza che gli impegni siano man– tenuti. Ora lo Stato - e non a torlo - è ritenuto un pessimo debitore, per le sue lungaggini tradi– zionali. Convien dunque che alla sicurezza del pa– gamenlo - posizione iniziale di vanlag-gio sul!'in– duslria privala - esso aggiunga la rapidità, anzi la immediatezza dei pagamenti. 3° CoNDit.lONT LlBEnALr DI CONTnATTO E TARIFFE MODERATE. - Quasi sempre le proposle di assicu- BibliotecaGino Bianco razione sono sottoscritte dall'assicuralo in piena buona fede. Pochi si danno la pena di leggere le condizioni generali ciel contratto: i più o hanno fiducia in chi propone l'affare, o seguono il con– siglio o l'esempio di un amico o di un congiunto. Chi tenta di raccapezzarsi nel labirinto dei termini tecnici, finisce per dover ricorrere al rappresen– tanle; allora casca bene! E son poi dolori, quando una condizione di polizza, nascosta in un micoscro– pico inciso, procura d'improvviso una disillusione. Allora si slrepila conlro la mala fede della Compa– gnia e si pensa di contrapporre la frode alla frode. lo so di una Societù-inforlunì, che, or son due anni, non voleva lavorare nel i.\Jfezzogiorno d'ltalia, temendo si mellessero d'accordo agenti, industriali, infortunati e medici. Lo Stalo dovrà avere polizze chiare, liberali, che escludano frodi e malintesi e diano al pubblico la certezza che la sua previdc:nza non sarù frustrata. Nel mondo degli affari, sono messe fuori concor– renza le Compagnie che hanno lariffe alle. U-pub– blico segue il buon mercalo. Tullavia, fra le varie Compa·gnie, non v'è gran divario nei premì, e la previdenza è assai cara. Quali i motivi? L'attuario, che organizza le tariffe per la indu– stria privata, deve aggiungere al premio puro di– versi pesi (sislemi d1 caricamenlo) per far lronle a quesle clifferenli uscile: a) p,-ovvigione d'acquisto d'una polizza; b) dir-itto d'incasso dei premi; e) interessi al capitale azionari.o; cl) spese di amministrazione e slrao,,di.narie: e) compenso ai probabili « scarti " delle ta- vole di mortalità. a) Pnovv1GTONE o'ACQUJSTO o'uNA POLlZZA. - Tutta la prima annualità di premio è impiegata per l'acquisto di una polizza. Ciò che paga l'assicurato il primo anno viene semplicemente divorato dal personale proclullivo e dil'ettivo, e con quale ap– petito! Quesla spesa è an~mortiuata in un certo periodo di anni. 1~ il _primo peso, di cui ticn conto l'attuario; cd è proporzionale alla misura della prov– vigione. Col proposto sistema delle gare per il conferimenlo delle rapprescnlanzc locali, lo Slalo otterrebbe qui rilevanti economie, che potrebbe convertire in diminuzione di tariffe. b) Dm,rro D'INCAsso. - Allualmente va dall'l e mezzo al 3 per cenlo; spesa costante per tulla la durala del conlrallo. Le Compagnie cli assicurazione acquistano in so– liditù, se it loro portafoglio non subisce brusche oscillazioni; se ~li assicurati, cioè, non abbando– nano facilmenle 1 loro conlratli. Perciò esse curano attentamente gli incassi, largheggiando col rappre– sent.anle. Col monopolio, o lo Stato riscalla i contralli esi– stenti, e il rappresentante potrà contentarsi di un diritto d'incasso minore, sia poi margine che gli darà l'imporlanza delle riscossioni, sia perché ma– terialmente esse saran falle eia allri; o lo Stalo non h riscalla e quel dirillo dovrà essere egualmenle diminuito, sia poi· evitare il pericolo che qualcuno assuma la rappresentanza in vista di quel solo gua– dagno, sia per spingere il rappresenlanle a pro– durre intensamente e a formare un forte portafo– glio, dall'incasso del quale lrarrà gli ulili negli anni venturi. e) INTERESSI AL CAPITÀLC AZIONARIO. -- Qvesto capitale serve alle Compagnie per l'impianto, la organizzazione, l'arredamento, ecc. e gli interessi relativi cosliluiscono una spesa costante. Lo Stalo dovrà pure impiegarvi un capilale iniziale, e o lo

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