Critica Sociale - Anno XXI - n. 10 - 16 maggio 1911
CRITICA SOCIALE 157 operaie cristiane interconfessionali tedesche, le quali) iniziate, nel 1894, co111Unione dei minatorl cristiani di Dortmund - che si proponeva di ostacolaJ'e la marcia ai socialisti e conservare g1i operai al Centro cattolico - contavan?, alla fine del 1909, 280.061 operai orga– nizzati, contro 1.832.667 organizzati nei Sindacati operai "liberi,,, che sono sulla direttiva socialista. Augusto Erdmann, a cui si deve un vasto e impor– tante lavoro sul "movimento operaio cristiano in Ger– mania ,, (1), pubblica nei Sozialistische lvlonatshefte due articoli appunto sui rapporti tra il movimento operaio cristiano e la Chiesa romana (2). Nel primo articolo egli ricorda come, fin claffinizio, si sia senti~o nei circoli clericali come fosse cosa de– licata orgauizzare professionalmente gli operai cattolici, cacciandoli, così, in mezzo alle lotte sbciali e espo– nendoli alPinfluenza dei compagni di classe di fede diversa. Originariamente tra g.li orgrmizzatori clericali si intendeva non abbal1donare la base confessionale; furono necessarie lunghe e dure lotte prima che le or– ganizzazioni operaie interconfessionali, propugnate dagli uomini di Milnchen-G-ladbach, riuscissero ad essere accettate. Ma, appena ammessa la interconfessionalità, si iniziò una forte resistenza dei cattolici rigidi, sotto l'influenz.a dei quali i vescovi pubblicarono la )oro pa– stora)e del 1900, che condannava le organizzazioni cri– stiane e raccomandava, invece, agli operai cattolici la creazione di Sezioni professionali (Fachabteilungen) nelle Società operaie cattoliche. Siccome le organizzazioni cristiane non potevano chiuder bottega d'ordine dei vescovi, cominciò Ja guer– ra, che dura ancora oggi, tra la corrente berlinese che propugna le sezioni professionali cattoliche in ar~ monia colla pastorale di :Fulda, e Ja corrente cli Mi.in– chen-G-ladbach, che difende Ie organizzazioni cristiane. Entrambi i partiti cercarono di guadagnare alla propria causa i vescovi e, mediante deputazioni, pellegrinaggi, offerte alFobolo di S. Pietro e altre simili prove di de– vozione, anche il papa. La guerra tra le due parti fu condotta con tutti i mezzi della violenza e dell'odio e non ha diminuito di asprezza nemmeno dopo che le organizza~ioni cristiane si sono obbligate di fare entrare i loro soci cattolici nelle Società operaie cattoHche. AJie organizzazioni cristiane la Chiesa ha tre colpe da rimproverare: 1 ° che esse vogliono attuare il loro còmpito ecollomico indipendentemente dal controllo dell'autorità della Chiesa; 2° che esso esercitano in pra– tica,. mediante lo sciopero, la lotta di classe, pur con– dannandola in teoria; 3° che esse, pel loro carattere interconfessionale, espongono gl.i operai al contatto con operai di fede diversa e quindi al pericolo cli soffrire danno nella loro fede. Così in Olanda i vescovi hanno obbligato i soci delle Leghe interconfessionali a uscirne e a entrare nelle Unioni professionali cattoliche, cosa che gli operai hanno fatto; in Italia il papa si è messo contro la democrazia cristiana, per la pretesa degli operai ad una più grande autonomia e attività nel perseguire i loro interessi eco– nomi.ci ; in }'rancia è stato soppresso il Sillonismo, perchè c'erano in esso germi u che non traevano la loro ( 1) A. ERDi'llANN: Dte chrlstttclle Arbeite1·beweg1rnu ·tn Deutschla11d. - Stuttgartj Dletz Nachr.; 1903. N'è uscita ora una seoondn ed!• zlone. (ti A. EnDMANN: Dle mschiifii ,ma dlt ch1•istUchen Gewerkschaften, In Sozlell. _Jfo11alshefte; 1910, 25 lleft. Idem: Uom und di.e chl'MlHclle1t Gewe,.kschaften 1 !n Sozlat. ìlfo11ats– hefle; 1911, 4 Hcft. Biblioteca Gino Bianco forza dallo spiTito della Chiesa ,,. Per la Germania, in– vece, la Oh:iesa non ha ancora avuto il coraggio di una decisione, perchè una parte influente del Centro cat– tolico, a cui molto deve la Chiesa, sta colle organjzza– zioni cristiane. Recentemeri.te - osserva l'Erdmann nel secondo ar– ticolo - l'arcivescovo di Colonia, cardinale Fischer, ha fatto un viaggio a Roma, di cui dà conto in una pa– storale del 4 dicembre 1910. Secondo quanto riferisce il lf 1 ischer, il papa non pensa a condannare nessuna delle organizzazioni dei catto.!ici tedeschi, e nella qne - stione sindacale è ancora dell'opinione di prima, cioè egli resta egualment,e neutrnle di fronte alle due cor– renti che esistono in Germania: Sindacati cristiani e Sezionj professionali cattoliche. Già nel gennaio del 1006 l'0sservalo1'e 1·omano dichiara.va ., per incarico superiore, 11 che il papa, con eguale benevolen,r,a, lodava e inco– raggiava le due correnti, perchè egli sapeva benissimo che i particolari bisogni delle singole diocesi. e pro– vincie della Germania potevano portare a preferire le organiizazioni cristiane alJe Sezioni professionali cat– tollChe ,,. Il giudicare se esistono 11 bisogni speciaLI ,, spetta ai vescovi. Però la Chiesa 1 tutte le volte che ha espresso il suo parere sulla questione socioJe, ha sempre affermato che la sua soluzione non può esser effettuata se non sulla base degli. insegnamenti def ci·istianesimo e in stretto accordo con essa Chiesa; e quando si è occupata di organfazazioni operaie l'ha fatto sempre, sostenendo che la religione dovesse esserne la base e che la loro azione dovesse restare sotto la vigflanza e la direzione della Chiesa. Così si legge nella enciclica Re1"1,mi novarum, dal 1891, di Leone XIII; ma pai.'ticolare importanza ba l'enciclica G1·aves de cmnm,uni del 1001, pure di Leone XIII, su11n.democrazia cristiana italiana, che ha comune collo organizzazioni cristiane tedesche la pre– tesa che la Chiesa non hbbia diritto di vigilanza e di intervento nelìe iniziative economiche delle organizza– zioni cattolico-sociali. Su questa questione l'enciclica dice: i, Noi abbiamo intenzionalmente ricordato il doveroso esercizio della virtù e della religione. Si segue da più parti l 1 opinione, che ha trovato diffusione, che ]a co– sidetta questione sociale non abbia che un'importamrn, economica; mentre è certo, al contrario) che essa è di natura precipuamente morale e religiosa e deve perciò esser risolta secondo la logge morale e le norme della religione..... Perciò non abbiamo mai indotto uomini cattolici a dar vita ad associazioni per l'elevamento del popolo e ad altre istitu~ioni simili, senza pretendere nello stesso tempo cbe ciò avvenisse secondo lo spi– rito della religione, sotto la sua guida e col suo aiuto,,. Pio X ha riconfermato poi tut-.telé encicliche relative alla qu1;1stionesociale nel Moltt p1·oprio del 18 'dicem– bre 1903, nel quale dichiara la sua volontà u che questi tanto savi principi abbiano intera e piena osservanza e nessuno osi allontanarsi menomamenle da essi.,, Nelle norme ivi indicate si dice, della u azione popolare cri– stiarrn 11 o della 1 ' democrazia cristiana ,i, che essa " deve avere per base i priucipl' della fede o della morale cattolica, i quali respingono ogni offesa al di– ritto intangibile della proprietà pdvata ... Nell'esercizio della sua attività la democrazia cristiana ha lo stretto dovere di sottomettersi alle autorità ecclesiastiche, mo– strando piena sottomissione e ubbidienza ai vescovi e ai loro rappresentanti. Non é prova di meritevole z.elo e di vera pietà l'intraprendere cose buone e belle in sè, nari approvate dai propl'l pastori 1 ,.
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