Critica Sociale - Anno XXI - n. 9 - 1 maggio 1911

136 CRITICA SOCIALE lento è nelle imperfezioni stesse della lenlala ricerca; le quali sono da imputarsi alla negligenza o al tor– pore delle associazioni, che spesso non hanno nep– pure la forza di formulare quel giudizio, che i vec– chi filosofi credevano p~imigenio e fondamentale nel– l'uomo: Ego s1.1m, Nel che i vecchi filosofi sbaglia– vano cerlomenle: perchè vi sono molti enti, che non solo non saprebbero dire che esistono, ma ai quali manca il preliminare cancello dell'io individuo. Ego è già un soggetto «cosciente» e perciò molto rispet– tabile, anche se non vi aggiungiamo il fraterno ag– gcllivo di «evoluto>). Non voglio levar la mia critica troppo in alto; ma, lraltenendomi nel proteiforme ceto delle associazioni, nnzi pur in quello accolto nelle pagine dell'Ufficio del Lavoro, non è difficile riconoscere che alcune or– g::mizzazioni non hanno il sentimento della loro col– lettività individua: si sbandano, si raggruppano, si di sperdono, come un branco di formiche. intorno al mucchietto di grano, che, in s~nso prop1·io, sarebbe l'aumento di stipendio. Forse di queste si lagna ilJ,compilalore, accennando olle difficoltà della inchiesta: son quelle che, inter– rogate, non risposero. Ma alt.re , che risposero, non ebbero di vivo che la voce. \leggo parecchie pagine dedicate alla « Associazione dei Professori Universi– tari»; che non è oramai più che un ricordo, un fallo ~torico. E di quante altre si potrebbe ridire il mede– !':-imo!Vero è che anche la presente, come ogni sta– tistica, è un po' cieca: ode, ma non vede. Come l'or– bato Polifemo contava le pecore che uscivano dall'an– tro. ma non sapeva se dentro le pelli ci fossero le pingui bestie o i greci fallaci; così essa non sa se, sollo il nome di « organizzazione », le passi tra mano qualche cosa di vero e di organico - come vorrebbe il nome - o non piullosto una maschera, un camuf– fnmento degli intraprendenti A e B, che, un bel giorno, raccolgono firme, fanno paura o solletico al deputato o al ministro, ottengono l'organicuccio, la promozione, l'aumento, chiamandosi « Associazione tra ... », e poi sparendo nel nulla. Sarebbe, dunque, necessario sceverare assai nel materiale raccolto; e non affiiggersi del non raccolto: chi non sa di esi– ~tere, come dissi sopra, è come se non esistesse; chi si stanca di vivere, non era meritevole di vivere. * ** La breve Introduzione del compilatore rivela un esperto dei problemi ass?ciazionistici: ne tocca i 1nrnti salienti, ne rivela l'interiore natura. l'esteriore atleggiamento; ma non ci può, o non ci v'uole, fare la storia - l'umile storia - della vita associativa degli impiegati ilali&ni. È questo un còmpito (vera– mente per ora disinteressato e di puro lusso erudito) che potremmo assumerci noi, scribacchiatori di tanti altri articoli, i quali non hanno sempre il carattere di urgente e immediata utilità; nè ci mancherebbero gli elementi, ·a rintracciarli con cura nelle notizie che accompagnano la particolare elencazione delle singole associazioni. Sono, queste notizie, evidente trascrizione di quanto i segretari o i presidenti stessi ebbero a rispondere all'Ufficio del Lavoro; e per ciò cons•3rvano quasi tulle un particolare e interessante carattere soggettivo: ogni azione, ogni costituzione, ogni storia è rappresentata dal punto di vista degli attori, e l'insieme offre, della coscienza associativa di classe, un'immagine, per questa parte, fedelissima, anche se non molto degna di ammirazione. Biblioteca Gino Bianco Pc1· le più di quelle piccole ed erfìmere associa– zioni, che meglio dovrebbero dirsi « Comitati di agi– tazione», la breve storia è sintetizzala nei quadri, che dagli informatori sono posti in accurata evidenzn.· Primo quadro: gli stipendi di innaTlzi l'aqilazionc; secÒndo quadro: gli stipendì di dopo l'aqilazione. Non vogliamo essere crudeli e ricordare i pupazzi della China Migone, prima e dopo la cura; non vo– gliamo neppure essere troppo idealisti, e disprezzare quello che è un essenziale e fondamentale dovere delle associazioni di classe, il miglioramento econo– mico. Ci doliamo solo che· la frammentarietà dei pro– grammi, la esilità delle schiere, la particolarità della. aggregazione tolgano troppo spesso la possibilità di fa,·e altro e di meglio. E la riprova sta nella storia delle grandi associa– zioni nazionali. Ho rilelto quasi con commozione {dove va a ficcarsi il pathos!) la OJ·mai lunga cronaca della mia Federazione dei Professori .secondarì: ogni pnrola era evocatrice d'una folla d'immagini; ogni data di Congressi era un rapido ritorno a più· verdi .. anni, /ie,ti di battaglie e di, fede., QuL veramente' il quadro si. disegna, la vita palpita, le- figure. si muo– vono. Anche troppo, forse .. Ancor più istruttiva, nel senso storico che vado ora esaminando. è la Rela– zione sulla Postale-Telegrafica-Telefonica. l~ una sto– ria, che risale addirittura alla preistoria! « Nel 1865. volendo il Governo assestare stabilmente il servizio postale in Italia ... ». Non ci sentii.e una gravitò Li– viana, in questo iniziale gerundio cosl remotamente da lato? Ancora: « Il primo tentativo di organizzazione si ebbe ad Alessandria (la città che « diè a !'aure prima il tricolor ») colla costituzione di un'Unione cli Pre– videnza fra il personale postale e telegrafico cli oqni grado, avvenuta il primo maggio 1893 ». Oggi ne sarebbe, dunque, l'anniversario: e gioverebbe ripen– sare al cammino. JI promo.tore di quell'associazione, dal titolo così blando, benchè lunghetto, venne te– legraficamente trasferito, e altre persecuzioni accom– pagnarono il lento e assiduo lavoro, di quasi un ,,entennio (grande spazio d'età, per associazioni di battaglia), della veterana, e naturalmente gloriosa, Federazione. Non voglio si creda che io dica cosl per far piacere al padrone di casa, ma veramente la organizzazione interna, l'azione varia e via via allar– gantesi in un armonico disegno, la forza conquistata, la saldezza rivelata contro le percosse di fuori (che non sono pericolose) e i disgregamenti di dentro - che sono quasi irreparabili - ne fanno un p:aradig– ma di quello che può diventare un'associazione pro– fessionale: cioè un valido ed utile strumento sociale. * ** li compilatore, inoltre, addita, con molta acutezza. una difTerenza sostanziale che esiste fra le formazioni associative della classe operaia e quella degli impie– gati: dacchè nella prima le aggregazioni locali pre– Yalgono sulle Federazioni nazionali, cui manca, per la varietà dei mercati regionali, quella unità di con– dizioni, che forma la compattezza degli organismi sociali; invece, f.ra gli impiegali, specialmente se di– pendenti dallo Stato, hanno fin qui vigoreggiato ap– punto 1~ Federazioni nazionali professionali, perchè gli impiegati della medesima amministrazione si tro– vano anche in condizioni medesime per ogni parte d'Italia. Mo questo innegabile sviluppo di forme rispon-

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