Critica Sociale - Anno XXI - n. 9 - 1 maggio 1911
142 CRITICA SOCIALE Certo è che i sindacnlislì ne han fallo il ]oro filo– sofo. Sorel, nelle sue « Riflessioni sulla violenza», svolge la teoria del mito, eia non confondersi colla utopia, che è il prodotto del lavoro inLelleLLualc e che perciò può essere rovinala dalla critica: mehtre il mito è espressione della volontà e quindi inallacca– bilc. li mito dello sciopero gencrrde clù una cono– scenza intuitiva del socialismo, la conoscenza per– fetta di cu'i parla Bcrgson, pcrchè il linguaggio non può dire ciò che il mito riesce ad esprimere. Sorel prende da Bcrgson la intuizione della vita dello spi– rito, insieme ai conccLLi che ne derivano, durata reale, irnprevcclibililà del futuro, ccc., e dà alla sua fìlo– sona un nuovo contenuto: la coscienza di classe del proletnrialo. Si potrebbe - osserva Goldslein - carallerizzare, da un punto di vista filosofìco, il sindacalismo, in contrapposto al marxismo discendente da Hcgel, così: il marxismo trasporta le categorie logiche dell'idea hcgelianu nel processo economico. _La necessità logica viene trasportata nell'economia. Le convinzioni e i sentimenti degli uomini sono scconchu·ì; gli uomini possono essere solo gli ostetrici ciel nuovo, che deve avvenire. Questo « deve avvenire)) ha dato al socia– li~mo il suo slancio religioso fatalista. Intanto il socialismo è diventalo parlamentare; il mieacdlo non è avvenuto. In nuova formn deve essere risvegliala ancora a nuova vita la vecchia fede cala– slrofìca. NlO ciò non è più possibile nella vecchia for– ma rnzionalisla. t venuta una nuova epoca e con essa la coscienza della insuffìcienza di ogni ra7.ionalismo. Una psicologia più profonda ha moslrnlo l'intellello e la teoria nella massima dipendenza dalla vita, e ha portalo con sè unn migliore comprensione dell'impor- 1.:mza delle forze irrazionali della slOL'ia. Le forze motrici, che portano al socialismo, slanno meno nelle condizioni estrinseche che non negli uomini. Sono gli uomini che possono costringere qui il nuovo mera– viglioso futuro. Uomini con una fede che riempia lulla l'anima hann·J sempre prodoll.o le grandi rivo– luzioni clella storia. E ciò che ha messo in molo c,ue– !Sti uomini non sono state teorie, non fredde conside– razioni pratiche, mn bensì quadri fiamm:rnli e ineb– bl'ianti, grandi affetti slimolalor-i della fanlnsia. Questi uomini eon orizzonte spirituale ben derì– nilo, con fìni e speranze pl'eoise, sono gli operai con coscienza di classe. Questa coscienza di classe deve essere riempila di immngini che spingano all'azione e nelle quali si esprimano In sua volonlù e la sua spe– ranza più profonde. A ciò si presta il mito dello sciopero generale. Sciopero generale e azione diretta servono a m::tnl.enere pura la coscienza di clnsse dalle innuenzc delle ideologie borghesi e degli intellet– tuali. Ciò che Bergson dice dell'io superficiale, pieno di opinioni altrui, e dell'io creatore, più profondo, Sorel lo applica alla coscienza proletnria cli classe. Egli lolla contro l'aulornatismo sociale; vuole ricac– ciare l'uomo in se stesso; esige uomini nuovi., liberi, che agiscano per proprie esperienze. Lo sciopero ge– nerale è l'azione idcomolrice della massa. Ciò che per gli uomini ciel passalo furono dio, il regno di dio, la chiesa, deve essere, per i prolelart a coscienza di clnssc, lo sciopero generale. Nessuna sconfìlta riesce a scuotere la fede nella vil.Loria fìnale in una coscienza che vive nel mito. Lo sciopero generale, come mii.o, inoltre, non ha bisogno di dir nulla sulle partìcolaritò clell'orclina– rnento futuro. Perchè il futuro non è calcolabile a priori e non può, come ha mostl'alo Bergson, ve– nir costruito coi frammenti del passalo. « La portala (lella deduzione, osserva Bergson, è debole nelle scienze psicologiche e morali. .. ; lu dedu7.ione non riesce nelle cose morali, per così dire, che melafo– ;·icarnentc ». li Goldstein, in poche note critiche al bel'gsonia– nismo soreliano, rileva che si può consentire col Sorel, che il mito, corno espressione di una data direzione del volere, è inallaccabile; eppure ritenere tulla la sua argomentnzione come errnl.n. Gli uomini dei tempi andali, presi da idee religiose, non avevano h coscienza cli agire sollo lo sprone di un mito. Sorel nvrebbe potuto imparare da Bergson, quanto la ri– flessione scompong,1 e dissolva il contenuto origina- 1·io della nost.1·a vita dello spirito. I seguaci del Gl'i– stianesimo primitivo e della Rifot"rna credevano ve- Biblioteca Gino Bianco ramenle all'adempimento delle loro speranze.. Solo ad un'epoca posteriore, dominala d·1 altri interessi. le loro .idee e le loro speranze apparvel'o come mili. Se avessel'O avuto qJJesla consapevolezza, ef:ìsi avreb– bero avuto forse idee più esatte della vila storica, ma no.n avrebbero potuto nè creare nè foggiare que– sta vita storica. In questa critica, il Goldst.cin si accorcia col Prez– zolini, il quale, già nel 1909, ha dedicalo i due ca– pitoli più interessanti elci suo volume sulla teoria sindacalista (1), alla filosofia bergsoniana e nlla in– fluenza di Bergson sui sindacalisti e particolarmente su « nolre maìtre Sorel :o. Il nostro riassunto dell'nr– ticolo del Golclstein non mira, infatti, che a richia– mare l'allenzione dei nostri lettori sull'originale fìlo– sofo frnncese. Sull'influenza dell::i_fìlosofìa di Be!'gson hn inizialo un'inchiesta il Afouvcmenl socialislc. Nell'ultimo nu– mero, di aprile, sono pubblicale le risposte di De– volvé, Fouillée e Palante. Devolvé pensa che l'opera del Bergson tiene un gran poslo nella fìlosofìa ciel nostro tempo. « Nelle sue opere la potente rìnessione vii.aie d'uno spirito a giorno della scie nza c ontempo– ranea ci aiuta a non essere schincciati sol.lo la m:i.ssn del progre~so scient.ifìco e a rit.rovarc, nel le condi– zioni present.i delh conoscenzn ::rn::ililica, i! senso in– tegrale della vita. La mol'ale, la dottrina e l'azione sociale sono certamente interessate al ristabilimento. cli un equilibrio che ci manca, alla restaurnzione, non solo presso i fìlosofì, ma anche presso gli educntori e presso i teorici e p1·alici dell'azione sociale, cli una forma di pensie1·0 capace di approfìllare dell'analisi astralln senza perdere il fenso del reale nella vita)). Fouilléc, invece, « malgrado gli al.tacchi delle val'ie scuole contro l'intelligenza mediante le armi fucin::it.e dnll'intelligenza », resta « indivisibilmente volont.nri– sla e intellellualisln, senza consentire a mellere a parte dal pensiero il senlimento che l'implica o l'a– zione che, quando non è tutta corporale e brutnlc implica non meno necessariamente il pensiero». ' Polante pcns~, che « il fatto che ,~1nli scrilt.ori. e di lendenzc così diverse, fanno professione di berg– sonianismo non è un buon segno». Quanto a Sol'el « il suo caso è particolare e sorprendente. Non h~ capilo come mai questo spirito incisivo e positivo , si sia innnmoral.o di questa fìlosofìa nebulosa. Come m;1,i il teorico marxista, la cui teoria consiste preci– samente nel farsi beffe delle leor·ie e nel preferir loro il ricorso brutale all'azione, ha potuto sentire il bisogno di ·invocnre, in appoggio ciel suo positivi– smo e realismo sociale, la più nura delle melafìsichc e che sta D mille cubiti sopra il reDle, in regioni so– pral.errestri e sopraspazinli! ». Pe1· il Palante, ciò che c'è di solido .nella opposizione bergsonian:1, trn mondo dello soaz1O e mondo della durala pura, « è slnto espJ'csso in termini infìnitamente più chinri nel– l'incomparabile capitolo di Schooenhauer sulla op– posizione lrn l'iutuiliuo e l'aslraifo - e ciò senzn l'_aggi~intn delle mel.afìsiche vccchiot.Le, verso le quali e, oi-renla Be,·gson v. Il bcrgsonismo non sarù un bluff, ma è certo un cnr1ouemc11I. /. p. * ** Una ,,uwva R·ivista d·i storia del socialisnw e del 1u.ovinwnto opm•aio. Alla fine dell'anno scorso ha cominciato ]e pubblica– zioni una nuova Rivista di. storia del socialismo e del movimento operaio, l'Archiv fii1· die Geschichte des Sozialism:us uncl cle1· .A1·beilerbewer1ung ( 2 ), diretta dal Dr. Carl GrUnberg 1 professore all'Università di Vienna. La Rivista, che esce in 3 ~rossi fascicoli all'anno, conta una eletta schiera di collaboratori e offre un prezioso e abbondante materiale di studio, come si può vedere dal sommario dei due numeri glà pubblicati. Il primo fascicolo contiene, infatti, un primo articolo di Bortkiewitrt: su Ja teoria ricardiana della rendita e la teoria mal'xista della rendita assoluta; un pregevole studio storico-critico di Hammacher (l'autore di un vasto e importante lavoro sul marxismo(')), sul" vero n ( 1) O. PUEZZOLINI: l,a teori,ci sh1clacallstct. - NflJ>Oll, l'crrella edi– tore, 1009. (t) Vcrlag c. L. HlrsehfCld; Lelpzlg. -Abbon. t\lllltlO, 12 )faroh\. ( 3) IIAMMAc111m: Das phtlosop/1.isch-Uk:onomische System aes J\fai•xis• mus. - Lelpzlg, Dunclcer e llumUI t; 1909; 17 :Mie
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