Critica Sociale - Anno XXI - n. 8 - 16 aprile 1911

i20 èl'\ITICA SOCIAL1' mo volume del , Capitale,, di Marx e da altri scritti dei socialisti tedeschi, e la teoria marxista del valore era la pietra angolare della dottrina socialista. I Fabiani pensavano, invece, che Marx non fosse superiore ad ogni critica e che il socialismo non di– pendesse da una analisi economica del valore; e alla teoria marxista del valore preferivano quella di Je– vons. Nel 1887, essi pubblicavano, infatti, un opu– scolo intitolato: « Fatti per socialisti» (li'acls for so– ciafists), in cui si esponeva, sulla falsariga di econo– misti e statisti ortodossi, l'ammontare del reddito na– zionale e la sua distribuzione tra capitalisti, operai e imprenditori. Lo scritto ebbe un enorme successo. lnollre, i Fabiani pensavano che nuocesse al socia– lismo il suo met0do rivoluzionario; che, in un paese libero, la rivoluzione non è che una inutile compli•– cazione; che, se il socialismo non è un ordinamento sociale da attuarsi solo l'indomani di una rivoluzione vittoriosa, esso possa attuarsi mediante la legislazio– ne; che il socialismo, d'altra parte, è, in certo senso: strettamente nazionale e che, perciò, ogni nazione deve crearsi il suo proprio socialismo: che il socia– lismo è già in parte attuato nelle imprese di Stato e in quelle municipali, di cui i Fabiani propugna– vano l'estensione come un .avviamento al socialismo. Mentre riconoscevano che il socialismo rivoluziona– rio non poteva trovare favore fra le masse operaie, piene di istinti conservatori e misoneisti, essi ritene– vano, anche, che fosse troppo vasto il còmpito di creare un partito socialista e che, anzi, ogni partilo potesse essere indotto a fare opera socialista. Per cui essi non cercarono di mutare tutti gli uomini in al– lreltanli Fabiani, bensì di infondere nelle organizza– zioni sociali e politiche esistenti idee fabiano, e in– vitarono i loro soci ad aderire ai vecchi partili poli– tici, a entrare nei clubs politici, nelle organizzazioni cli mestiere, nelle cooperative, in tulle le organizza– zioni che potessero servire a diffondere le loro idee. Essi avevano, intanto, sopratutto per opera di Sidney \~ 1 ebb, sviluppato un sistema di idee comuni, che erano il risultalo della discussione e della critica dei soci, e venivano pubblicale quasi sempre in nome cleltu Società·. Il più importante frullo di questa azione collettiva fu un ciclo cli conferenze, tenute nell'autunno del 1888, dai selle lcadcrs della Società, che contava uo– mini diventati poi illustri, come Sidney \.Vebb {I), Ber• nnrd Shaw, \Villiam ì\'Iorris, Annie Besanl, divenuta poi papessa dei teosofi. Le conferenze, approvale da lutto il Gruppo, vennero pubblicale sollo il titolo di « Saggi /abiani di socialismo» (J?abian Essaus in Socialism ), che inaugurarono la serie dei famosi lracls e ebbero un enorme successo. Ancora l'anno scorso una nuova edizione di 10.000 copie venne esau– rita in pochi giorni. L'ellello della pubblicazione fu immediato. La So– cietà, 1·istrella fino allora a Londra, trovò terreno fa. vo1·evole nei distretti operai settentrionali, e i suoi più notevoli 01·alori tennero conferenze in Coopera– tive, clubs operai e altre Società del Lancashire e dello Yorkshire. Società fabiane sorsero nelle prin– cipali città di provincia; ma, a differenza della So- (1) Del classico libro di SIDNEYe BEATRICEWrnn: 11istory of Trade U11io11hm (London; Longmans, Oreen & C. 1 19JI), è uscita or ora una nuova edizione (10° migliaio), con una Introduzione che riassume la storia del movimento operato lngle11e nei 16 anni dalla prima edi• zlone (aprile 189-l). Biblioteca Gino Bianco cietà madre, composta cli clementi delle classi medie, esse erano composte di operai, e furono le pioniere del « Partito indipendente ciel lavoro» (lndependent Labour Party), sorto nel 1894 ad opera di Keir Ifar– die, e che assorbì tosto le Società fabiano provinciali. Anche il « Partilo indipendente del lavoro» non co– nosceva le dottrine marxiste, rigettava ogni --rivolu– zione violenta e si proponeva di far penetrare idee socialiste nelle organizzazioni operaie esistenti; si distingueva dai Fabiani solo in quanto, composto di operai, intendeva fondare un nuovo partito politico. Del resto gli stessi Fabiani, nel 1896, visto che i liberali, saliti al potere nel 1892, non sapevano attuare il programmn di Newcaslle, formulato, in certo senso, sollo la loro influenza, invitarono, in un Manifesto, gli operai a negnre il loro appoggio ai liberali e a dar vita, coll'aiuto delle loro organizzazioni sinda– cali, ad un nuovo partito. L'idea non trovò subito attuazione; ma fu accellatn dal Congresso sindacale del 1899 e attuala dalla Conferenza del 1900, a cui par– teciparono 117 delegali di organizzazioni di mestiere e 12 delegati delle tre organizzazioni socialiste, e che delle vita al « Comitato per la rappresentanza del la– voro» (Labou,· Represenlalion Commillee). Il nuovo Comitato, crealo su basi federative, era composto dei delegati delle tre organizzazioni socialiste e delle or– ganizzazioni operaie; ma, dopo pochi anni, la Fede– razione socialista si staccò dal Comitato. Nel 1904 ne vehne modificata la costituzione, nel sensò che il Gruppo si trasformò in un Partito, col còmpito di attuare la sua completa autonomin da lutti gli altri partiti politici. Nelle elezioni del 1906, contro i conservatori, il socialismo, dopo 20 anni di propaganda, aveva tro– valo non più ostile la massa. Dei 50 candidali operai, 29 vennero eletti, e il Comitalo, dopo le elezioni, prese il nome di « Pnrlilo ciel Lavoro» (Labour· Paf'!u). An– che la Società dei Fabiani cambiò la sua lattica e decise di prendere parte collegialmente alla politica parlamentare; e, da allora in poi. i Fabiani hanno por– tato il loro contributo alla presentazione e all'appog– gio nnanziario di candidali parlamentari, sempre però soci del « Pal'lito del Lavoro». li quale, come è noto, è una federazione di Tracie Unions e di due Società socialiste: la Società dei Fabiani e il Partilo indipendente del lavoro, che conta 30.000 soci. li « Partito del Lavoro» ha circa l.400.000 soci, raccoglie tulle le più rorli organizzazioni ·operaie inglesi e, do– po te elezioni del 1910, conta 40 deputali. Solo un piccolo Gruppo, i soci delle due Società socialiste. sono socialisti dichiarali; ma, in realtà, la maggior parte dei dirigenti delle TrYtcle Unions sono soci del « Partilo indipendente del lavoro», o della Società dei Fabiani, o di entrambi, e il Partilo del Lavoro, per quanto non socialista di nome, è di fallo, secondo il Pease, il più pole_nle slrurnento, crealo Onora in In– ghilterra, per la diffusione del socialismo. L'azione della Società dei Fabiani è stata prevalen– temente azione educativ::i. Coi suoi famosi opuscoli, coi suoi cicli di confe!'enze, colla sua libreria ambu– lante, prestala, dietro modico compenso, alle Società socialiste, alle organizzazioni sindacali, ai Circoli ope– rai e ad altre istituzioni, essa ha contribuilo potente– mente a diffondere la teoria di un socialismo mode– ralo, con una ininterrotta applicazione ai problemi sociali attuali. 11 socialismo è, infatti, per i Fabiani, non già un sistema dogmatico, bensì, come dice il_

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