Critica Sociale - Anno XXI - n. 8 - 16 aprile 1911

CRITICA SOCIALE 119 créazion·e e sul cootdinamen·to di tante l~ederazioni nazionali, mestiere per mestiere, l'esistenza di una Federazione unica per categorie diverse rappresenta una anomalia, e una anomalia tanto più gr~ve, in quanto applicata proprio a. quelle categorie che of. frono tra loro I~ differenze massime. Quali dovrebbero essere l forme diuna sana oiganizzazione. Dopo quanto osservammo, è intuitivo che si do– vrebbero creare tre Federazioni distinte: una per i bracèianti, una per i mezzadri ed una per i piccoli proprietari lavoratori. Ognuno, di queste Jì'edcra;,,ioni dovrebbe difendere i particolari interessi delif1 l'i– spett.iva categoria, adottando gli speciali mezzi che risultassero pili confacenti allo scopo. ]Jer coordi,rnre, poi, il movimento delle tre categorie prin('.ip1:1li in una superiore ed indispensabile unità di classe, le tre ]!'ederazioni dovrebbero essere confederate tra loro in una Confederazione nazionale dei lavoratori della terra, diretta da un Comitato i II cui fossero equamente rappresentate le tre categorie. Questa Confederar,iope, infìne, dovrebbe essere collegata colla. Confederazione generale del lavoro. Noi crediamo che so\tfrnto una organizzaz.ione, basata sul sistema federale o confederale a,d un tempo, potrebbe conci– liare due necessità che sono opposte solo flpparente– mente: la necessità di una netta divisione delle funzioni, e la necessità del loro sviluppo ~nnonico in un coordinamento superiore. le difese delle alluali ederronee forme. Da quando le idee soprn esposte furono per la prima volta enunciate in alcuni articoli sull'Avanti I ciel maggio e del giugno 1908, vhri sofismi vennero adoperati per combatterle. · Notiamo anzitutto cbe coloro, i quali le oppu– gnano, cadono in contraddizione con se stessi. Qua.udo si voglia che i bl'accianti ed i mezzadri coabitino in un'unica Federazione, si deve allorn tutelare equa– mente gli int~ressi e degli uni e degli altri. Invece -- per non citare che l'ultimo episodio - il modo erl il tempo 1 con cui ed in cui dai principali orga– niz1.atori della Federazione fu impostata la nota questione delle macchine trebbiatrici, dovevano ·por– tare uecessariamente ad un conflitto gravissimo fra le due cfl.tegorie, e quindi alla uscita dalla Federa– iione di quella,· tra le due, che aveva visti indi– fesi, o meno difesi, i propri particolari interessi. Non è senza un'a.rnara ironia deJ\e cose che, proprio co– loro. i quali hanno sempre combattuto il concetto di una distinta Federazione dei mezzadri, si sia.110tro– , ,a.ti poi n.d espellere 1lalla l!.,edcrazione 1rn.zionale dei lavoratori della terrn Ja grande maggioranza dei mezzadri di Ravenna: cioè il nucleo µiì.L numeroso e più f'orle che vi fosse iscritto. Infatti, tale espul– sione, non solo ha ra ppresentat.o per i repubblicani l'occasione di fonda.re , prima a Raven1rn, e poi a l!.,orlì, due altre Cani ere del L avoro; ma ha dato una. grande spinta al costituirsi in F 1 orlì di una ] 11 ederazione au– tonoma di tutti i mezzadri romagnoli che si trorano sotto la influenza dei repubblicani. Si sostiene che, ·per mantenere l'·uait.à della. classe, è indispensabile che i mezzadri non si costituiscano in una categoria troppo netta e non creino una Fe– derazione propria. Ma si dimentica che l'unità, non impone l'uniformità, nè la solidarietà importa con– fusione. Quando d11c o più categorie pt'esentano dif– fcrenz...: profondt> e cause gravi e fre4uenti di dis– senso, Punico mezzo, per preparare intese sincere e clurature, sta propl'io nel dar loro. anzitutto il rnodo di tutelare i propri particolari interessi, garantendolo che non saranno sacrificate all'opposto interesse nl– trui. La formazione di tre .li.,ederazioni autonome per le tre grandi categorie diverse, anzichè rappresen- Biblioteca Gino Bianco tare la ·negazione de·IJ'unità della 'ùlast!E! dei lavora– tori della terra, costituirebbe così .la premessa ·ad una unità di tipo superiore. Coloro, c_hecombattono l'autonomia, asseriscono arhitrariamente che essa implica l'assoluta negazione di ogni accordo per un movimento di insieme. Ma dimenticano cbe, nel no– stro campo, i difensori di una leale e ragionevole autonomia hanno sempre ~astenuto contemporanea– mente l'assoluta necessità ·che Je tre eventuali Fede– razioni, siano confederate fra loro. Del resto, l'espe– rienz::l, anche in Italia., ha g-ià dinrnstrato che le forme federative e confederative, p!·oprie della Confedera– zione generale del Laroro, hanno servito, ~rnzichè ad indebolire, a rendere sompre pili effettivo il su– periore vincolo unitario del movimento operaio. (Conli11ua). ANTONIO GRAZIADET. ' LA SOCIETÀ DBI JfABIANI La scoria della società dei Fabiani (Fabian Societu) cli Londra è un po' la storia ciel socialismo inglese, ù non è forse privo cli interesse ricorda.ria brevemen– te, ria~sume11do un interessante nrLicolo ciel suo sc– g1·etario, Edwnrcl H. Pcago, pubblic:ilo in una nuo,·a « Hi,risla di storia del socinlismo e del morimenlo operaio" (I). Ln Sociclù dei Fabiani, crcdla, il 4 gennaio 1884 1 segn:i, secondo il Pcasc, l'inizio del socialismo mo– derno in Tnghillerra, ciel tutto indipendente dal mo– ,,imenlo ulopistico di Owen e eia quello elci socialisti cris1iani (1850-1870), che aveva chiuso il primo pe– riodo elci socialismo in'glcsc, di cui, per un decen– nio, scoh1parc persino il nome d,lli;1 sl.oria della scien- 1.a sociale inglese. L:i Societù, che r•rcsc per moli.o una sentenza su Fabius Cunctator, il l.cinporeggiatore, venne fondala da un gruppo di giovani oscuri, i quali, consci della loro ignoranza nelle questioni economiche e sociali, decisero, anzitutto, cli imparare, cli studiare· e, sòlo dopo, di agi1·e. Fin dall'inizio, però, la Società fu dichiaralament~ socialisla, quantunque non sia facile dire i:la quali font.i provenissero le sue idee sul soci:1- lisrno. Una delle prime clelibernzioni della 11110,n 'Società fu di nomin:irc una Commissione per lo studio dell~l. .Fedc1·nzionc ùcmocralica (l)e111ocralic Federalion), errala due anni prima 11:d mnrxif--ln. llynclrn:1n e cliven– tatn, nel 1884, per oper:1 cli qucslo, la Federazione Socialisla (Socialdemocralic Fecleration). Non minor irnporlanza 1)c1· la clctcrminazionc degli scopi della Societf1 ebbe il libro fnmoso ciel Gcorgc: « Pl'o(J1'<'sso e povel'!à ». I.a Socirlù dei Fabi::rni partecipò nllc ngilazioni della FcclGrnzionc .soçialisla e dcll;:-i Lega socialista (Soclrilisf l,N1g11e), - sL1cc:it::isi da quella. sollo In guid;1 di \Villiam l\'lorris e cli A\"cling, - per la con– quisla elci cliriilo cli Lcncr assemblee nelle strade_ e pc1· In organizzazione degli operai non qunlifìcali, che porlò a colossali scioperi, come quello famoso elci dockPrs, clircl!o da Tom l\fonn e Jo!i.n 13urns. • Però In Soc1ctft era in conlrnsto colle idee. a cu, quei movimenli erano inspirai.i. Per la Federazione sociHlisl,a, ·il sociali~mo dcrivnva di!'Otlarnent..c dctl.,pri- (1) t--:owA1rn H. l'E.\Sf::hJJf~ l•'(lbtaii Sociefy.-,. In À1'clii1n fiir die, Gesc/Hcl1.le des So;:i(lli.s11111s ima t:Ue A1·betlerbewtgw1g. - J Jahrg 1 • 2 110ft. -·· Lc!p :t.lg; Vorlag von HlrS<'hrel<I, !!Hl.

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