Critica Sociale - Anno XXI - n. 8 - 16 aprile 1911
118 CRITICA SOCIALE coltura. E ciò, non solo perchè è bracciante, ma al– tresì perchè, non volendo emigrare: ha dovuto in– trodurre ed esagerare iJ sistema dei turni. Quanto maggiore è .il numero dei braccianti in confronto del fabbisogno, tanto più breve e più raro è il tempo che ciascun bracciante impiega nel medesimo genere di lavorn. Sistema, questo, che è la negazione di ogni progresso nella specializzazione e di ogni au– mento nella efficienza del lavoro individuale. Se, dunque, il bracciante, cioè il salariato avven– tizio, è tecnicamente inadatto peL' l'agricoltura, si deve concludere che J'agricoltura è possibile soltanto con due sistemi: o col salariato fisso, o colla parte– cipazione al prodotto. U primo sistema è caratteristico per certi rami più industrializzati dell'agricoltura, o per quei rami che, pul' essendo connessi coll'agricoltura, rappre– sentano industrie vere e proprie. Un esempio del secondo caso potrebbe essere dalo dall'allevamento del bestiame e dal caseificio; un esempio del primo, dall'agricoltura irrigua e con prevalenza di prato, che si riscontra in certe zone dell'alta valle del Po. Il secondo sistema, la partecipazione al prodotto, è invece il più indicato per l'agricoltura in cui pre– valgono le coltivazioni così dette asciutte, e quindi anche per il tipo cli agricoltura che occupa la mas– sima parte della superficie della Romagna .. Per Un'altra via, ed anzi pel' la più importante, giacchè si fonda su ragioni tecniche essenziali, siamo così condotti a riconoscere che, sul terreno agricolo, il bracciantato, non solo non potrà mai assorbire le altre categorie di lavoratori; ma dovrà esserne as– sorbita, in quanto è la meno adatta fra tutte. In questo processo di assorbimento, la diffusione dei contratti a partecipazione andrà sempre aumen– tando ( 1 ). (1) Una s!ngoh\\'e manlfesta,1\one delle enonee credenze che coi·· rono Intorno alla mezzadl'lft e, ptì1 lu generale, 1nto1·no al contrntt1 a parteclpazlono, è data dalhi guerra che taluni organlzzntort muo• voho contro la mezzadria cosldctta "d1 rappresaglia ,,. In varie re– gioni, ad esempio nel i\lantovano e nel Bolognese, per effetto <lcl progi·esso economlco-:igrarlo, e per le l'f\glon1 tecniche sopra accen– nate, si va cllff'ondencto la rnezzad1·1a, cos1crllè molti, che pl'lma el'ano braccla11t.1 1 diventano mczzn(\rl. Non si ha più l1 corngglo di com– battere npertamentc la mezzndl'!a che già esiste, ma si tende In tal modo a combattere ogni suo ulteriore auniento. ·n c11e ò superflclale e contradd1tto1·to. Super!lclille, pcrrllè ilmmcUe che l'espanslo11c della mezia(l1'ltt 1iossa dipendel'e esclusivamente clill bencph1clfo <le! v1·0- prletart, mcnit'O Il fe11omeno deriva dalla stessa causa poi' cul la mez;r.ad1·la è rlnrnsta vitale 9.nche Jà dove esiste da lungll! ann1, e sl rlallace!a alle medesime l'O.g\011\per le quali le stesse Cooperative ag!'lcole - come -ve(lemmo - non possono prospeni.1·c " col s1sten1a <lel salarlo ad 01·a od a giornata ~· Ino \t.re , coutradàittorlo. rnve,·o, o si crede che !a partcclpnzlonc al prodotto non abtila rng1onc di esse1·c e che l'agricoltura sia no,·nwtmente posslblle col Uracctantato, ed rt.llora sl de-.-e lottare contro la mezzac11·!aunchc là dove esiste da tempo. Oppure si rlco11oscc la necessità tecnlCll della partecipa– ~none al prodotto, o allora non cl si può oppor1·e a che essa si nllarghl a11c11e a nuovi territori. 'l'altrnl oppugnano queat.a famosa ~ mezzaclrta cl! rappresaglia ,,, perchè dicono che crea una magglon c\\soccupnztone nei b1·11cc!antl che restano tali. Ma, se cl si mette dal punto di vista esclusivo della d!soccnµazione momentanea che ogni trasrol'mazione dctcrm\nn In qualc!rn gruppo o categoria, bisognerebbe lmpedlrn anche J'introdu– z!oue della macchl11a, cd, In genere, ognl progresso eco11ornlco. f,'u11lco terreno su etti cl si possa ragionevolmente colloCill'e è piuttosto questo. Dato ohe la pal'tec!paz1onc al prodotto è, per moli.I rami di una agricoltura progredita, urnt neoess1ti1,si devouo pl'aferlre le sne torme Individuali o le suo forme lu:1soc1ate? La risposta non può essere dll.ta che ln base a crltéri ct! economl~!tà, e tenuto conto così <!elle eondiztonl generali, come ct11J\apreparililone Intellettuale, monile e tecnica ciel mezzadri e del b;·acclantt. Per esempio, se questi ultimi sono In grndo dl far ftrnzlo11a1·e bene le afllttanze collettive, Utsognel'à optare pe1· tale soluzione. )la, se n<)n so110ancorn flttl a ctò, sarebbe antlcconom1co, a11tlnmano cd antisociale obbllginll a 1·\mancre b1·acc1ant1, 11nz!chè permettere loro di diventare, !)Cl'in– tanto, mezzadri. Flnchè restano IH<llvlduaUstl, è già m1 elevamento per loro passare dallo stato di bra.cclantl a q_uello cli mezzadri. BibliotecaGino Bianco E però l'opera degli Organizzatori, degr:ii di tat nome, non deve essere diretta contro il principio– della partecipazione al prodotto, ma piuttosto - lo ripetiamo ancora una volta •-- a favorire Ja evolu– zione, della partecipazione stessa, da forme indivi– dualistiche a _forme associate. IV.· LE formE dell'organizmionE. Il prin[ipio della spe[ificazione nellforme diorganizzazio e nei ,mezzi d miglroramen In materia di tecnica delle organizzazioni, un cri– terio fondamentale, un criterio che, se venisse sem– pre rispettato,. risparmierebbe molti. e fatali errori, è questo:- che, dove esistono profonde differenze nelle condizioni economiche, iv.i devono esistere differenzoJ corrispondenti nei sistemi di organizzazione e neì metodl di lotta. In ciò si riassume quello; che chia– meremo il principio dellfl. specificazione ne11e forme di. organizzazione e nei mezzi di migliòramento. 'J;a1e principio è ormai ammesso e praticato anche in ,Italia da tutte le organirizazioni megl-io dirette. E per esso che si sono costituite le grandi Fede– razioni nazionali, mestiere per mestiere; che si è ri– conosciuto come l'azione di resistenza non debba. più essere compiuta normalmente dalle Camere del la– voro, ma dalle singole e specifiche organizza– zioni ; 0he si è proclamato lo sciopero non poter costituire un'a.rme ordinaria per gli irnpiega_ti dello Stato;. che, per questi ultimi, si è creata una ~rga– nizzaz1one nettamente distinta dall~ ·organizzazione dei salariati della libera industria; e così via. D'altra parte, abbiamo visto quali profonde ·diffe– renze economiche (oltrechè psicologiche) e quali gravi e quanto frequenti ragioni di conftitto·esistano fra mezzadri e hraccianti. Si· può, ·senza timore. di esagerazione., affermare che, nel mondo dei lavora– tori Rgricoli od industl'lali, nessuna altra .coppia di categorie presenta tante e così serie cause di dis– senso. le attuali ederronee forme diorganizzazio Parrebbe dunque che il criterio della specifica– zione avesse dovuto h1trodursi anche, e particofar. mente, nel caso dei mezzadri e dei braccianU. In– vece, niente di tutto questo. Lo statuto della Fede– razione nazionale dei la.voratori della terra, appro– vato a Reggio Emilia nel marzo 1.908, reca nel suo articolo 2: " Fanno parte della 'Federazione: .... le Leghe fra braccianti, giornalieri .. , e salarjati in genere; le Leghe cli coloni e mezzadri; ]e Leghe f i di· fittabili e pie.coli proprietarì, distinte dalle Léthe mezzadn . . ,,, ecc. Cos), in una stessa ed unitaria Federazione, stanno coloro che devono fa.re la resistenza (braccianti) e coloro che non saprebbero contro chi farla (piccoli proprietari); coloro che possono praticare lo sciopero (braccianti) e coloro che non possono praticarlo, in quanto colpirnhbero anche se stessi (mezzadri); co-· loro che sono prenditori di lavoro (mezzadri) e. co-· loro che sono salariati dei primi (braccianti), ecc. Quando si riflett;i a questo: che il semplice fatto, che gli impiegati dello Stato non• possono normai-. mente adoperare lo sciopero, ha costituito ,ilna delle cause principali per cui g-li iinpiegat.i ste$si hanllo fonnato organizzazioni ben distinte da quelle dei– salariati della industria privnta; riesce facile o:orn– prendere come l'attun:Ie· forma della Federazione ila• ziouale-dei lavoratori della terra sia contraria alle nonne più comuni di una sana tecnica sil1clacaJe. Poichè la Confederazione generale del: lavor.o - la massima ist.ituzione operaia jtaliana - si ..basa sulla
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