Critica Sociale - Anno XXI - n. 8 - 16 aprile 1911
126 CRITICA SOCIALE cortese: ha,rc ucniam peti,ruts damusquc vicissim ... Perchè, se la formula della coincidenza degl'int.eressi ope1·ala dallo Stato) esposta sic cl si111plicilcf', può fal' 1iascere l'on0slo sospcllo che dietro di essa si ·ccli, per chi la enuncia, una vaga illusione ·di .. concilia– zione sociale, la formula del!a collaborazione ·esclude ulfallo tuie dubbio. La collaborazione di classe non è teoria, ma è p1·assi: è tattica cli battaglia politica; « è la transa– zione imposta dall'azione )l, è l'avYcdimcnlo dei corn– ballenli· esperti. Non confonde, ma distingue; o con– fonde un istante, per meglio distinguere poi. È il principio del minimo rnczzo, mosso in pratica nella azione slrcllarncnle politica, o, mcgl·io, pul'iamcnl.urc, del prolelarialo. Qu;:-ileche .sia il giudizio che cli essa possa darsi, la coll:.i.borazionc cli classe. rislrella in tali çonfini, non ·appa1T:\ mai - come invece il Ferri moslra •cli credere - la rinuncia lolalc e definitiva alla \oli.a di classe, al ,·asi.o e p1·ofondo conflitto eco– nomico. La vila sociale non può essere schcrnut izzala (' semplicizznla: le sue diverse situ:Jzioni e coni.in •• genze offrono cb se .':.ilésse il modo, pcrchè possano vcnirn meglio sfruttate a beneficio elci proletariato; e far ciò, sfrutt.arlc, non significa rinunciare alla lotta cli classe, ma semplicemente avc1· compreso che si può con:iballcrla, e coniball.erla meglio, anche colla– borando .. Aci ogni modo, !a collaborazione cli classe non si diparte mai dalla re~1ltiJ, come pare invece faccia la formula del Ferri, la quale crea una fìgura de-Ilo Stato e le attribuisce funzioni tali, che un seguace del principio della !ottn di classe - quale il Ferri si mostra - non che giusl ifìc.are, non comprende– rebbe neppure. Da lui.lo ciò deriva che la coincidenza degli inte– ressi non può, a rigore, essere consiclernla come fìnc , oluto dallo Slnlo, ma hu bisogno, per l'assoluzione, di ryolte- attenuanti ed anche -di molla -indulgenza: altrimenti, il concet.lo e lei funzione dello Stato ven– gono aclclirillura s,,isati, e la Goinci<len,.~ stessa - Yoluta e quasi coalla - rischia cli apparil'e un tenta– tivo di conciliaziune, invece che una semplice ccl c,·entu;1lc inlegr:izi')nc del normale equilibl'io soci~1lc. Ma questa impressione.. idilliaca diviene più gr:wc e più insi.':.ilenle, allol'chè il prof. Ferri, dopo aver c.onvinlo lo Stato ad operare la coincidenza, sì ri– Yolgc agli individui e alle classi sociali, pct· indurli allo stesso fine uma11iku'io. :Mentre, nei raf:)porli clello SI.alo, il Ferri era mosso dal fallo di averlo concepito come l'organo della giustizia soci:1le; nel terreno slreltarncnle economico della lotta di classe, egli è spinto da alt.ri motivi, non prnpriamenle teorici, rna pr~tlici. Il prof. Ferri ha giustamente nolalo che la lolla di clas'se, da forme incomposte e lurbolenli, si eleva verso forme civili, inlelleLluali e giuridiche, e tende sempre più a purificarsi in un'alrnosfera di onestà, nella quale lulti i grandi inLeres~i collettivi, dei varì celi e delle varie classi· socini i, possano esplicarsi ed affermarsi, a seconda della loro potenzialità e delle loro energie sociali. Anzi, nel. Congresso mantovano che tulli ricordano, egli ha rilevalo ecl additalo l'esi– slenza e l'antitesi di. due borghesie: l'una, vecchia e ferocemente reazionaria; l':1\lr:1, nuova, illuminala, de– mocratica, la quale, avendo compreso la necessilà - ecl il bene anche - dell'organizzazione operaia, le consente 1 oltre che la- vita, l'omaggio della pro1~r~~ Bib.liotecaGino Bianco benevolenza e dalla .propria buona disposizione a scendere, senza rancori e con fiducia, sino al limite d'una ben inlesa coincidenza d'inLeressi. Siamo. dun– que, in piena « democrazia rurale». La quale, com'è intuitivo, segue, e domand:1, l'uso dei guanti gi·alli. Queslione di cerimoniale. C'è chi ne ha terrore; ma l'on.: ferri· pare se ne sia la.sciato ammaliare; ceri.o se n'è entusiasmalo, ed ha veduto quasi una· tregua dove nòn era che una coincidenza in clichelta .. Or che è cli vero in Lutto ciò? Che può voler signi– fìcare, pe-r le due classi in lolla, pel capit~le e pc\ lnvoro; l'avere co..mc fine pratico la coincidenza dei proprì interessi'? Questa fol'mula, co.5l come appare, non dice nulla di nuovo. È vero che la lolla cli classe diventa som– pi·c più civile. Ed è vero pure che una certa momcn– tnnea conlcmperanza cl'inle!'cssi si manifcsl;:i scrnrre più come la cons:i.pula ricerco. cl.elio rAassi· in lolla. Ma tale 1'icerca non equivale, nè può ad altro equiva– lere, che al perseverante ulilit.ario intcnclirnonlo di effclluare, poi 1noprì fini egoistici, la legge del mi– nimo. mezzo: la quaìe si attua ::ipp1111!.o perseguendo, r:el\a lolt:i-, la vin più piana e più facile, pra1 icaAclo l'uso di conlr;:illi collellivi, di accordi paoifìci e di t:-int.e altre misure ((economiche iJ, evitando pericoli e 1·iclucendo i danni. È dunque la vecchia schermaglia del combattimento, a cui tanto più si ricorre, quanto più il prolel:1rialo si educa e ~i rende civile, e che riesce, ·infine, all'equilibrio, rnercè una minore disper– sione di enel'gie, e una maggiore consapevolezza e lealtà. Mula la forma della lotta, ma l'anl~gonisrno rimane quello. Anzi, se i melodi Diù civili di compc– li,.ione importano di .c;olito nbililà e scaltrezza· inlen– sifìcale, è dir cosa conlrari::t al vero affermare .che scemi per ciò la sensibilità ulilitarislica, che diventi meno acuto il senso degli interessi, più tenue l'oppo– sizione delle due classi in conllitlo. Tullo ciò è chiaro dunque, cd è risaputo. Ma non voleva dir altro che questo il prof Ferri, allorchè, esaltando e procurando la fornrnzione d'una « demo– crazia rurale J), sosteneva .la necessità, per le classi sociali, di volere e di alluare 1-acoincidenza dei pro– prì interessi, mediante stabili accordi e durevoli com– . promessi, perchè tanto il capitale che il lavoro po– lessero reslal'!le rispettivamente soddisfalli? Qui non è più la ·obbielliva constatazione scientifìca, ma non è più neppure la conside1•a7,ione della lolla di. classe dal punto cli vista proletario. t q1ialé0Sa cli 1~uovo e di diverso, che lien conto di un nuovo e strano ele– mento: la dovuta soddisfazione al capila le. Perchè allro è dil'C che, attraverso la lotta, si stabilisce, di solito, ed utilmente, una coincidenza d'interessi: al– tro è dire che scopo della lolla dev'essere quello appunto di raggiungere tale coincidenza, cli procu– rarsi tale reciproca soddisfazione. Ot· che cosa di– venta, in lai caso, la formula novis.'3ima, se non lo. teoria della immobilità sociale? Peggio ancora: non si trasforma essa in una dottrina cli pacificazione e cli conciliazione? Sappiamo benis.sirno: il prof. Ferri non concl\1de così: ma non per_ altro, forse, che per difetto di con– clusione. E non è, certo, il suo ottimismo che gli impedisca di trarla: perchè egli •è molto, troppo· fa– vorevolmente suggestionalo dalla formazione di un capitale moderno ·e democratico. Che esista, in\'.ero, un capitale « democratico JJ, è mia constatazione di fall.o che, se riuscila e sicura,. potrà far molto pia– çere. Ma tutto s.la .ad inl.endersi sulla paro.le « gemo,
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