Critica Sociale - Anno XXI - n. 8 - 16 aprile 1911
122 ètìt'I'iCA SOCIALE delle nozze, o la prima settimana, è feconda; o il prjmo, o i primissimi mesi. Si chiude il viaggio di nozze e la malcrnilà è già dischiusa. Ecco, tosto, nove mesi di allarmi, di disturbi nervosi, di pre– occupazioni incalzanti; l'abbandono delle occupa– zioni consuclc, materiali e inlcllcLLuali; la renitenza fisiOlogica all'amplesso, Ja quale pone a dura pro– va lo sposo, lanlo più se la professione lo trallenga fra le pareli dornesliche o non si senta corazzalo da una fedeltà ùnpcccabilc, da una·eccczionalc vir– ll1 di rinunzie. Forse la metà dei maLrirnonì infelici si deve a questo distacco, fisico e nioralç, che, nell'esordio della vita a due, la con\·crle, per lo sposo, in una delusione. La gravidan'l,a, coincidendo col subiLnnco mutar di abitudini) con le. responsabilità del go,·erno del– Ja casa) con LuLto un rivolgimento profondo nella vita della donna, le niega quel raccoglimento che permellerebbc l'adallamcnlo gTacluale. 1l corredo per l'atteso, le assorbenti cure cli geslanLe, parto– riente, balia, bambinaia, infermiera, defraudano il giovine spo_so di quanto più egli cercawt, iq quegli inizi, nella compagna, _nell'amica, nella prediletta; - nessuna. !unga convivenza lo rifarù di quella perdila. Nella spQsa non ritrova ciò clie più amò 11ella fidanzata. Sludenlessa, ha· inlerrollo :sii slu– clì; clollorcssa, Ja professione. Quanlc, superalo il turbine della prima maLerniLà, ritrovano lena a ri– pigliaee? La madre assorbì la sogiiata compagna intellettuale; la massaia sembra aver ucciso - se ~sisteva - !a donna: la donna-individuo, che vive una sua propria vita. * * * Si propone, come antidoto, lu cnstilù nel matri– monio. Dopo i prin1i marmocchi, quanti bastano al bisogno effettivo e comportano le forze econo– miche, si chiude il volume e non si legge avante. Il precetto, superfluo a coloro cui è afono J'af– fettu0so grido elci sensi (le donne non sono rare, che provano, dalla vita sessuale, una vera soffe– re1na), è utopistico per i più e pci normali, che, a clispcllo della vellcilù poligamica che si appialla nel fondo della noslra natura, sentono l'altralliva reciproca rafforzata dalla consucludine sessuale. Ma, se avesse efficacia, sarebbe peggio: seque– strerebbe dalla vita un elernelllo prezioso. L'omore fisico, che le varie ortodossie cristiane, di consen– so coi vecchi moralisti e coi nuovi vegetariani, tollerano, al più, come un mezzo inevitabile al mulliplicamini, si è fatto, nel corso dtilla evoluzione umana, scopo a se medesimo. S'ha da avere l'o– nesto coraggio di riconoscere che noi amiamo l'a– more e le sue estasi per loro stessi, per la esalta– zione e la gioia onde ubbelliscono e invigoriscono la vila. Hiflèllere, nell'amplesso, alla occulta fina– lilù della propa,pzione della specie, non è neppure morale, <lacchè la proèreazionc s: :i.na e robusta vuo– le abbandono assoluto nei sensi, sciolti da ogni preoccupazione teleologica. La letizia suprema di amore ha diritto di esistere per sè, e la squisiLezza erotica è, in questo senso, anche squisitezza mo– rale. • * * Ma, se non nell'atto culminante, se non•corne sco– po e giustificazione e mc;,r~lità dell'amore, è debi– to, .tuttavia, pei:isare, anzi, 'aver prima pensato, al– Je. sorti_ del bimbo. l':: iril"umc generare progenie de– stinata al soffrire. Dovesse l'impiego di mezzi pre– ventivi affiochire la volutlù, niuno ha il diritto di procreare cui non possa assicurare jl pane. J.... 'esislenza umana è inviolabile: questa è la leg– ge. In nome di queslo principio, la schiavitù fu BibliotecaGino Bianco abolita; per esso la democrazia ·francese, nel se 0 concio Impero, oppugnò il plebiscito, che pretende vincolare a una dinastia i figli e i nepoti; per esso Tolstoi e gli antimilitaristi deprecano la guerra e la servitù militare, che· sforza cbi non odia a sacri– ficare la propria vila e. l'altrui. Salvo eccezioni che appartengono alla clinica, In legge delle leg-gi è il rispetto alla vita. Alla vila altrui, ben s'intende; la nostra riguarda noi stessi e pochi strettamente con– (riunli 0 .Ma ·il figlio potenziale, il germoglio che potrebbe sbocciare, non è ancora una vita: è qn fantasma speculativo, un inesistente; tralasciare di evocai-lo non lede nessuno. Ncll'otluale legislazione, che, pur rcs11ltanclo dal cozzo di forze brutali e cli, rap– porti economici, reca traccie di influenze clich'e, e nelle odierne cOJ1dizioni dei popoli, i ge~1itori han perduto il jus vitae et necis sui nati; ma, a dispello di certo moralismo bigotto e bislacco, sew1,a radici nè in nàtura nè in eConomt."1, serbcran sempre il dirillo - insito nella stessa loro libcrlit - di amare senza generare, in ossequio a esigenze fisiologiche, o a, doveri ec9nomicii o.. al loro proprio capri e-, cio. 11 lettore timorato è pregalo di scundolezzars); la frnse ultima non è un errore cli stampa. Ln si– gnol'a che, pel piacer proprio, ufficia il frullo ciel suo ventre a nutrici mercenarie o ·alla mammella nr-tiflciule, manca a un dovere preciso e faceva as– sai meglio a non generare. Non nieritn biasimo, ma lode) se della sua gretta cg-oistica natura,· ne– gat~ al senso pieno e generoso della vita, spezza e disperde lo slam po. . . ?\'.la, nel più dei casi, il ritegno ho. motivi ben più scrì: nella salute, nel bisogno economico, nella ritrosia naturale e legittima :i uno sperpero sover– chio cli energie vitali. • * * Ciò sollo l'aspello soggettivo e dell'economia pri– vata. V'è un lato oggettivo del JJroblem';:t, non me– no serio. Lasciamo i famosi motivi economici << mondiali >L Ciò che fa cliiarnarsi sovrapopolazionc - ogg·i e per gran tempo ancora -· non è e non sarà che artificiale sproporzione fra la forza lav0ratricc e 1a sua concreta utilizzabilità in un dato luogo e momento; un volontario aumento di forze produt– tive, o, nel peggior caso, una ben disciplinala emi– grazione in lerre meno affollale, baste,,ebbe ad eliminarla. Restiamo nei confini dell'economia nazionale. Oui i nemici più fieri del neomalthusionismo sono-· il rnilito.rismo e il nazionalismo. La pralicn neomallhusiana lcndc, infatti, a mo– derare la natalitù, in un tal quale rapporto coi mezzi economici. E, poichè la forza guerriera di una nazione si fonda sul numero dei nrnschì. il ncornalthusinnisrno è denun'l_iato come antipatrioL– lico. Nei coffè-concerlo di Francia un affisso lacri– moso scongiura le donne a fornire un meno avaro sloc/r di reclute alla patria. Per scarsa simpatia che ci inspi,·i cotesla sobil– lazione alla fecondità come approvvigionatrice di carne da cannone (ben più alto valore civile rav– visiamo in taluni effetli del neomallhusianismo, quale, ad esempio, nella stessa Francia, la diffusa tendenza pacifista degli ultimi decenni}, còncedia– mo che unn stazionaria o decrescente natalità tar– pa le ali all'espansione demog-,-aucn coloniale. Con essa, nè Albione avrebbe creato il nuovo (< Impero llomano >>, imprimendo su metà della terr.1 la sua civillit e la sua lin~ua; nè l'Olanda del secolo XVlll avrebbe popolato il Sud-Africa; nè l'inlclligenlc npe-· rosi Là dei càfonl italici· scoverebbe i· tesori nasco~;ti ciel continente sud-americ0no.
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