Critica Sociale - Anno XXI - n. 7 - 1 aprile 1911

102 CRITlCA SOClAtE INTERMEZZO POLE!\IJCO. Le obbiezioni cloltrinali ed autoritarie, per cui Cigni appoggio dei socialisti a un Governo borghese è contraddizione in termini, è nbdicazione e quasi t.radimcnto, sono eia tempo sfai.ate. Sono sfalule le obbiezioni dottrinali; pérchè esse riposano sul concello, sloricamcnltt superato, che il socialismo avverrà uniformemente, quasi di colpo, pel' lo sparire rapido e progressivo della media e piccola proprietà, per la prolelarizz::-t7.ione ad ollranza. tal– chè, in breve volgere di anni, debba il numero dei proletari crescere a dismisura, e cli allreltanlo dimi– nuire quello dei cupitalisli, e quindi la rivoluzione avverarsi per l'impelo della disperazione degli innu– merevoli che null'altro più avrebbero da perdere « fuorchè le loro catene», e travolgere lo Stato bor• ghese, monopolizzato da un piccolissimo e sempre decrescente numero di privilegiali, che soli avreb• bero interesse e fol'za di difenderlo. Oggi si riconosce generalmente che la grande oper& di sacrincio, di pro.pagando, di organizzazione per la resistenza e peJ' lti. cooperazione, compiuta, giorno per giorno, dal pro• lelariato, non solo gli impedì di diventare più po– vero, ma elevò il suo tenore di vita; di guisa che, con le guarentigie e le assicurazioni che ha già con– quistalo o sta per conquistare, esso, nel gioco cieco della rivoluzione, avrebbe da perdere ben più che le sue catene. Nella concezione rigidamente rivoluziona– ria, giustamente si deprecavano le riforme, le quali o erano palliativi impotenti, o inciampi paralizzalori della grande azione esproprialrice nell'interno della socielà capitalistica, e, di riflesso, ritardavano il giorno della grande azione espl'opriatrice dall'esterno, ad opera del prolelarialo trionfante. Ora nessuno più nega la bonlù e il valore delle ri– forme, sia pe1· se stesse, sia conie 1nezzo di alluazionc di riforme ulteriori, più va,;le e più profonde. Corre• lati\'amenle, si deve uccellare ogni azione, che valga ad aJfrettare l'efTeUuazione delle designale riforme, e così anche la l.atlica ministerialista, se questa, in de– terminati periodi, sembri la più piana, la più pratica e la più feconda. Volere il lìne e negare i mezzi più ovvi è contraddizione cieca, contro cui protesta la legge di noturn. Lli\LITI, CASI E CONDIZIONI. li problema non è se si possa dare appoggio :--ocia• lisla a un Governo borghese; il l)roblema è di darlo 4Lilmente, cioè a dire, non per qualunque rirrillura cli piccoli vantaggi o di fìlantropici quanto microsco– pici sfonziamenti cli fondi per il.. palronnto socin• lista; ma cli dnl'lo in considerazione di un obbiettivo così alto, così irnportunle, e che rnuli così profonda– mente i rnpporti politici, economici e sociali tra la classe dominante e la classe sfrullala, da costituire un obhietlivo storico. Tale fu, certo, la conqu!'!ta del- 1'.ltabeas corpus del proletariato, nel quadro dei di– ritti statutari della borghe_sia. Tale potrà essere la conquista del suffragio universale, sia pur essa grn– duale, cominciando con quell'allnrgamento del suf– fragio, che, duplicando o triplicando, nel prolelarialo, il numero degli elettori, gli consenta quella decisiva in0uenza nella composizione dei Parlamenti, che giu– stizia gli assegna, di cui possa far leva per imprime• re carattere radicalmente diverso alla politica del Paese. Tale ancora una innovazione che rovesciasse le inique proporzioni attuali del carico delle imposte ha prolel:.wiat.o e borghesia, oppm·e gellasse le basi BibliotecaGino Bianco cli tali gual'entigie economiche pel proletariato, da ·einanciparlo dalle onguslie più penose e paralizzalrici delln sua indipendenza, dovute alla disoccupazione, nlla vecchinia, nlla invalidità, alla malattia comune o professionale. Ognuna di queste grandi questioni, che ardono le lìbre del tempo nùstro, può suscitare l'opporlunilà e la necessità socialista cli sostenere quel Governo, che, raccogliendo i voti della piazzn, agi– tala e commossa od anche fremente e minncciosa. li faccia proprì con sincerità di convinzioni. Ufficio e rcsponsabilitù dei rnppresenl:rnt.i ciel, Partilo è giudi– cnre se, dato il complesso connettersi dei falli e delle idee, quel momento, quella riforma, quel Go– verno siano proprio tali, da reclamare la deflessione dalla lattica pili normale cli opposizione. Questione di pl'udenza, non cli principio - e il dubbio si risolverà con tanto minore probabilità di enol'e, quanto più intensa, tra la massa ciel Partilo e i suoi eletti. sarà la congiunzione spirituale, che sgombri cln questi Io scrupqlo ·c1i sacrifìcarc irnpruclént.emcntc sensibilì van– laggi1Per il J)folelarf-hlo Conr1.lna còhclotla troppo ne– gativa. Ma, quando, sulle grandi questioni, tra la mas– sa educnt3, cosciente, attiva, volbnlaria e i suoi rap– l)resentanti, è pieno l'accordo; quando l'impulso di conquisln, salendo dal di fuori, penetra nell'aula par– lamentare, sconcerlando i l)artiti conservatori e in– clucençlo i Governi a clnrgli ascolto e i depulati socia– listi ad irnporloi allora non c'è prevenzione teorica che tenga: tutti sono ministeriali - penhè, allora, il ministerialismo non è se non In sanzione formale della villoria del Partilo socialista. f L M INISTERIAUI I..ISi\10. Ma, con lale logica, voi consentireste - si domanda - anche alla partecipazione dei socialisti nl potere? Evidentemente, se un obbiellivo prossimo di più ,,nste conqui,;tc, cli più decisivi progressi, per il pro· lctariato, può indurre i suoi 1·appresenlanli a confon– dere i loro voli con quelli cli una frazione borghese governativa: un'identica ragione, quando si estenda conYenientemenle, legillimerà altresì la partecipazio– ne al Governo. In dritta e pura logica, noi non neghiamo. Consen• tiamo che il rninisleriabilismo non fn che differenza di grado (non cli natura) col ministerialismo. Raggiunto uno svolto della storin, nel quale la collaborazione del proletariato e della borghesia dcmocrnlica sia rccla- 111ulaobbiettivnmcnle per snlvare la società dalla rea– zione, come quando, in 1.ìt. ..'lnci~1, fu il dilemma o di lasciar perire la Repubblica o cli liberarla da ogni ingerenz1 della Chiesa, o come può accadere prossi– mamente nel Belgio cli dover scegliere fra abbando- 1iare il Governo ai clericali - nelle cui mani è da 2:"1 anni - benchè ormai diventati minoranza, o unir~ si ai radicali, incapaci da soli a governare, per fon• dare un .regime dcmocratico-socialisla, vincoblo a un ben deteéminnto programma - oppure, anc;rn, come si annunzia in alcuni Stati mel'iclionali della Germania, dove il proletariato gode cli tulli i diritti politici e le avverse frazioni liberali e clericali non possono più unirsi e ciascuna per sè è inelta a reg– gere la cosa pubblica; affacciandosi, nella maturità dei tempi, un Lai momento storico, noi non neghia– mo la opportunità e la saggezza di cotesta estrema concessione: la partecipazione dei socialisti al Go– verno. Ma ognun vede che tale estremo ha un carallere, a così dire, riroluzionario di destra, ed è proprio cli

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