Critica Sociale - Anno XXI - n. 7 - 1 aprile 1911

CRITICA SOCIALE più i ·cenhi son piccoli, tanto più cresce la pro~orzione degli ascoltatori. Q~1est1opera rnodei;ta, paziente, di estensione e pene– trazione fu comp:uta in silenzio, con tenacin, e tutto fa sperare che presto avrà conquistalo anche i più lontani comunelli della provincia. ETT01rn GALLI. LADELINQUENZA MfNORILE Nella 'l'ribuna, 15 marzo, Scipio Sighele esaminò, da par suo - intendo con delicatezza ed acume - il Me– moriale del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane alla Commissione per lo studio della delinquenza. mi– norile. E io consento. pienamente con lui - pur rico– noscendo valore alle proposte del Memoriale - che -le cause determinanti il triste e impress:onante fenomeno, e quindi i rimedii efficaci, debbano ricercarsi ben al di fuori e al di là delle imperfei1io11i dei Codici: nelle odierne con<lizioni sociali e delle famiglie, dove lo spa• ventoso crescendo della delinquenia minorenne appro– fonda le sue radici. Si osserverà. che, poichè, su questo ·terreno, per uu groviglio di difficoltà, è impossibile far molto e rapi– damente, val meglio contentarsi del poco, ~~ugurando che sia profittevole. Accetto - per necessità - tale conclusione, ma a patto che, almeno, la sincerità pill cruda ci guidi nella diagnosi. Se è f'orza rassegnar.-;i oggi all'inevitabile, rur procurando, con l'opera diu– turna di affretlare il giorno, in cui riforme più pro– fonde e più vaste ce;Sseranno di es::iere un pio desiderio, non il:udiamoci almeno di avere, con piccoli rimedì, provveduto a grandi malanlli, il cui soffio avvelenato ci riscuoterebbe ben tosto dal sogno lusingatore. · Certo, la Commi;S:-doneavrà studiato il problema sotto tuLti i suoi svariatissimi aspetti, e ad essa io non po– trei che richie 1 lere un'autorevole !:latlZione alle mie ve– dute. Ma al pubblico non !-ii é mai parlato con tenniui precisi e, :sebbene tutti indovini110 le vere ba.si su cui dovrebbe impo•tarsi la questione, i giornali e i com– petenti si limitano a dotte dldcus~ioui di codici, di leggi, di riforme di procedura. Giova quindi, cun un franco pensiero, tentar di interessare il sentimento pub– blico all'esame e alla soluzione del vitale probl_ema. Quali le ven, determinanti della delinquenza mino– rile? Anzitutto - per fermarci alle più ovvie - atavi:-;mo, miseria, corrnz.ione ed alcoolismo <lei genitori; è il gn1ppo delle canse fisiologiche. Scarsa educazione del senso morale, cattivi esempi, impreparazione dei coniugi all'utficio di genitori; ecco Je cause morali prime e più evidenti. La scienza ci prospetta spesso il delitto come una erèdità morbosa di i~tinti malvagi, a estirpare i quali occorre un lungo sforzo degli educatori. Ci insegna, altresì, che le imperfezioni e le malattie fisiche sono troppo spPSSO - specie nella delinquenza mino 1 rile ~ le compagno indivisibili delle deficienze morali. I figli di padri viziosi e alcoolizzati e di madri corrotte son portati natnralmente alla violenza e alla colpa. Il mal– sano ambiente fa il resto. Nella. psiche, poi 1 del fanciu\10 1 incoerente, multiforme, complessa, si agita in embrione Fanima adulta. Stu– diarne e favorirne gli impulsi utili, reprimerne, con in– telletto d 1 amore, le perverse tendenze, è còmpito ardno anche al più e~perto e p~ziente degli .educatori. E quanti educatori son tali? Biblioteca Gino Bianco Nelle cla..,si popolRri, ove più la delinriuenza mino• ri_!e folteggia, le difflcoltà della vita, ftgg-iunge1ido.si àl difetto di educazione, creano spe:-:so nei genitori Un abito di violenza e di asprezza che, rillettendosi im– prime un solco indelebile nel carattere infantile. ri fan. ciul!o, che una lieve sofferenza o un desiderio insod– disfatto fa rompere in pianto convulso, e, scambio di trovare nella madre appoggio e confortO, vien~ brutal– mente redarguito o percosso, riporterà un'impressione di diffidenza verso i suoi uaturali protettori e di odio verso tutti i pi"4 forti; un 1 altra volta - erudito dal– Fesperienza - piangerà meno, ma procurerà di farsi giustizia da sè, imitando, è naturale, i metodi adottati verso di lui. Più tardi, se non possieda ecceziona!i virtù redentrici, vendicherà, su altri deboli incolpevoli, le offesP, onde fu irritala la sua sensibiliià infantile. Allora si griderà all'orrore, al misfatto, nl pericolo so• ciale 1 e i giurati e i gindici, siano pure specializzati, siano uomini o donne, si ingegner~nnp di trovare le cause del!~ degenerazione; forse sa.ran miti al colpevole; forse puniranno nei genitori, che ne3suno educò, come nes– suno protesse il bimbo indifeso, quella che è colpa della società tutta intera. Quali, allora, i rimedi veri? Che potranno, contro cause siffatte, i piccoli ritocchi legislativi? Il problema è ben altrimenti largo e ponderoso. Esso reclama l'istrnzione e l'educazione sparse a larghissima mano; la prepara– zione della coscienza indivi<lnale e collettiva alle gravi responsabilità, che incombono ai procreatori. I lenti e faticosi miglioramenti economici, che allontanano lo spettro della fame, non .-.urrogano, da soli; questa co– scienza che manca; mal provvede, da solo, l'obbligo dell'istruzione fino alla terza elementare, che non educa nè prepara alle battaglie della vita Scuole, ci vogliono, certo; ma che formino le coscienze e sveglino in esse il sentimento e la comprensione dei doveri sociali 1 pre– supposto all'esel'cizio e alla dife.-.a del diritto. E scuole, anche, e cicli di cnnferenze educative, che in.;;;egnjno ~Il~ madri future (e alle madri e a.i padri _già fatti), 111s1emecon l'igiene infantile, l'arte di fornure le anime. Dovrebbero, queste scuole, essere obbligatorie, e se– rali, a!finchè le potes.-;ero freqnentare coloro che lavo– rano. E si dovrebbero a.u!11entarn 1 snssidiare, le Ur:i– versità popolari, le BilJ\ioteche circolanti, ventilabri di coltura diffu~a; che (lt•sta~sero nelle menti degli umili Fardore di comprendere, le snebbiassero dai pre– giudizi, preparassero uomini e donne alle grandi e so– lenni responsabilità della vita. Vasti asili, maS:-ìime nelle grandi città retti da menti illuminate, dovrebbero raccogliere tutti:' i fanciulli ab– bandonati; i figli di genitori o inè.egni 1 od anche, senza colpa, impediti di occup~rsi delle loro creature. E ad– dosso, con tutte le armi, all'alcoolismo; questo mostro, che prepara dei mostri, d~i. degenerati, delle vittime! Solo quando la legislazione sociale avrà dato a tutti le condizioni elementari di una vita civile, e protetto il fanciullo dalla pesante atmosfera della strada e della taverna, solo allora il delinquente minorenne diverrà un 1 eccezione, un caso di morbo sporadico, e allora venga pure il Codice 00n procedimenti e con Giuri speciali. Prima di ciò, le disquisizioni dei giuristi, i suggeri– me,nti delle buone dame, a nulla approderan di concreto. E da sperare? È da disperare? La generazione futura darà la risposta. GIULIA. BECClANJ. ___ O~U~EPP~ R1~~~0NTI, gerente re:1po1tl'JfJOllt. Milano, 5."41911 • Cooperativa Tlpogrnfta Opel'at • Via Spartaco, 6.

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