Critica Sociale - Anno XXI - n. 7 - 1 aprile 1911

CRITICA SOCIALE 111 tono inadatti, o non durano! Convien dunque allargare il campo di reclutamento; ma l'offerta non adegua i bisogni. Anche per difetto di fondi. A parte i compensi mo– destissimi, le trasferte, massime fuori delle ferrovie e delle linee trnmviarie:, sono un onere non indifferente. :F'in che non si radichi il convincimento che ristru– zione è uno dègli strumenti più poderosi che la classe lavoratrice dee foggiarsi con gli sforzi propri 1 queste istituzioni non avranno base salda e definitiva. La pie. cola borghesia, nelle campagnf', è scarsa e poco inte– ressata allo sviluppo della coltura. Se il contributo viene dagli Enti pubblici, la classe lavoratrice, che nulla ha fatto per averlo, che è passiva al benefizio piovutole dalFalto, non lo apprezza o non ne usufruisce. Mancano le aule adatte. Ad Albuzzano, dopo il gran rifiuto, si dovette prima rifugiarci in uno stambugio della Cooper~tiva, quindi si andò all'aria aperta. Per gente affaticata voglionsi a~bienti comodi, caldi, 1u– m(uosf, ,c)9,n irqpJ~nti ~W,¾lt·ici, p~isib.ilmeptf., ~~}~~~ •.praie.: zion.i. Finora il "Comi·tato cènfrale ;; soÌ)pen con trè macchinette portatiÌi, giacchè solo Cremona, Soresina e Casalmaggiore ne hanno di stabili; ma, se ogni sede possedesse impianto proprio (sussidio prezioso anche alle scuole elementari), ri.'5olverebbe il problema della sorgente di luce, che per le macchine portatili non sempre si trova, e risparmierebbe la spesa di uno spe– ciale macchinista. VII. Il funzionamento della t, Università viaggiante ,,. Come fu organizzata la nostra? Il pl'imo anno gli imiegnanti, costituenti il" Comitato autonomo ,,, tennero lezioni nei vari rioni cittadini. Il secondo anno, avuta dal Comune la sede attuale, ~i organizzarono i corsi, e si cercò di tener conto delle presenz;e ad ogni lezione. Non si costituì un vero or– ganismo: tutto si concentrava nel " Comitato n· J?oi si uscì in campagna, e fu un passo felice e riu– scitissimo. Si chiese ai Siodaci l'uso dell'aula scolastica, e si la– vorò gratuitamente. Sussidi, Jargiti da Enti pubblic.i della città e da alcuni Comuni di campagna, permisero, poi, nel 1906-1907, di assicurarsi, con compenso, gli in– segnanti, e una più diretta influenza su la scelta e trat– tazione dei temi. Per mantenere unità d'indirizzo e di re.~ponsabi!ità, ogni potere rimase nel "Comitato 11 • L'allargarsi delle richieste, il bisogno di USLlfruire tutte le fol"ze amiche, indussero a modificare l'istitu– zione, che assunse il titolo di .t Università Popolare Viaggiante ,,. Lo schema si adattò alle condizioni e ai bisogni della regioni. Nelle città !a Sede ceptrale, in provinciale Se– zioni. Per quella e per queste, due distinte Società, con a1,ioni a -fondo perduto di L. 1, e con un Comitato diret– tivo ciascuna. Ogni Sezione provvede alle spese necessarfo per le proprie lezioni. Dove però troppo vivo è il cozzo delle correnti politiche, amministrazione e direzione sono riservate al Co.1J1itato Centrale. La Società Cf'n– tra\e1 con le azioni individuali e i contribnti degli Euti pubblici, provvede ai corsi di città, a diffondere l'opera nei paesi dimenticati della provincia, e alle spese ge– nerali, tra cui le trasferte. La direzione tecnico-didat– tica· spetta al Comi.tata Centrale, che sceglie i temi e gli insegnanti, crea Sezioni nuove, distribuisce le le– zioni, vigila sul metodo, ecc .. Nel Comitato, provalgonv gli insegnanti delle Scuole medie. · Stabilite dal centro le lezio_ni ~er tutte le. Sezioni, Biblioteca Gino Bianco i Sotto-comitati locali provvedono ai manifesti e al resto. Onde, per tutta la settimana - in parecchi paesi -la sera, in altri la domenica - è un incrociarsi di in– segnanti dalla città alla campagna, da un paf'se all'altro. .Alle Seziooi più importanti o più lontane è data una certa autonomia. L'istituzione irradiò nelle vicine pro: viocie di Brescia e· di Pavia, e fra breve penetrerà iJ?. quella di Piacenza. Riconosciuta ormai l'importanza sociale dell'opera, flCCO i principali sussidii: dal Comune (oltre l'aula e Filluminazione) L. 640, dalla Provincia L. 1000, dalla Cassa di Risparmio di Milano L 500, dalla Ban0a Po– polare L. 150, dalla Congregazione di Carità L. 100, dalla Camera di Commercio L. 300, dalla Federazione commercianti L. 25, dalla Società Operaia I,. 25. Le spese, nel 1909, ammontarono-a L. 2522)50; nel 1910 a L. 4469,68. Le Sezioni, oltre alle poche azioni individuali, si gio– vano dei snssidì del Municipio, talora delle Società operaie, delle Congregazioni di Carità, delle succursali di Banche, deÌte iéghe dei contadini e delle Coopef·ative: Ormai - e questo è notevole - sono le organj.zza~ zioni economiche proletarie che dànno esse stesse con– tributi, o li sollecitano dalle Amministrazioni popolari dei loro paesi. Chi scorresse i verbali delle sedute, le discussioni, vivacissime, sulle direttive, sui metodi, sui corsi, e i resoconti annuali, assisterebbe, via via, alle fasi mol– teplici e faticose dell'istitnzione. Periodi di alto e ba~so corrispondono, nel vari anni e nei vari paesi, all'interesse suscitato dalla novità, alla difficoltà di trovare insegnanti, fl.l!'entnsiasmo e al disinteresse dei prirni propagandisti, alla carestia di nuovi docenti e di nuovi argomenti, alla resistenza delle correnti ne– miche, alle maggiori o minori risorse, alla stanchezza, al misoneismo, alle pretese del pubblico, ecc. Ma il progresso e il consolidamento sono evidenti e continui. In città, per es.i si va, da una serie di 11 eorsi con 27 lezioni e 1920 uditori nel 1902-1903, a corsi 17 con lezioni G2 e 4821 uditori nel 1903-1904, a corsi 13 con lezioni 38 e 4372 uditori nel 1904-1905, a corsi 13 co·n lezioni 45 e circa 3680 uditori nel 1905-190G, a corsi 13 con lezioni 51 e circa 6100 uditori nel 1906-1907, a corsi 17 con lezioni 50 e circa 7070 tlditori, per l'u~o. delle proiezioni, nel 1907-1908, a cor.si e conferenze 22 con Jezioni 43 e circa 3G90 uditori nel 1908-1909, a corsi e conferenze 23 con le;r,ioni 51 e circa 4325 uditori nel 1D09-19LO, con una media approssimativa di 95 udi– tori per lezione (lezioni 3ò7 e uditori 36.578; la città ha 37.693 abitanti), tra i quali però, ahimè! la classe operaia di solito non è rappresentata che da un ter½o al massimo. Nella campagna, si va da 17 paesi con 48 lezioni nel 1903-1904, a 19 con lezioni 120 nel l905-190G, per scendere a D paesi ma con 142 lezioni nel 1906-1D07, l'anno in cnl si dovette dare nn compenso agli inse– gnanti, e per risalire poi, via via, a paesi 23 con 20± le– zioni nel 1909-1910. Se poi si fa il ragguaglio tra abitanti e frequentatori,, si nota che, mentre la città, con 37.000 abitanti circfl, dà 95 frequentatori in media per le1,ione, Sore.sina, ad esempio, con 8258 abitanti, ne-,dà, in media, 200; Ostiano, con 3193, ne dà 180; Isola Dovarese 1 con 1195, circa 200. Il che - pur trattandosi di medie, i cni estremi però non son molto lontani - djmoStra quanto sia maggiore la frequenza in campagna, e come ivi si vada sve- gliando il bisÒguo della coltura. E, in gònere, q-uan

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