Critica Sociale - Anno XXI - n. 7 - 1 aprile 1911
ORTTICA SOC[ALE 107 ha ignominiosamente messo a nudo la propria va– nità.. 11 l:ivoratore, ch'era «]ibero)>, diventa, dopo il contralto di lavoro, l'umile accessorio dello gtru– nicnlo di produzione, sia questo la macchina, sia la gleba. 11 mostruoso conlalto col capitnli~La gli lia bruciatò le ali. Accorso in libertà all'Eden del mcrcalo, egl.i_ne viene espulso poco dopo, nngclo drcaduto ed rncatcnalo. i\la la sua condizione di ('altivitù proprio non ir1comincia eia qui. 11 padrone è sempre padrone, è padrone in ogni luogo. E il mcrcnLo non sa re– sistergli. Gli si abbandona. Così il confliuo ccono– inico dell'officir~a si allarga, come una macchia di S(Hlgue, al «libero>> mercato; il contrallo di Jnvoro subisce l'impronta i)sicologica e l'indirizzo pratico <lcll'cllcttivo cd unico dom,inu.s negolii, elci capi– talista. Così tutti i campi dell'economia son battuti e conquistali dal solo c<lonisla che si conosca. Ogni cosa questi coordina e disciplina per lo scopo del proprio arricchimento: faltori impersonali e fattori personali ~della produzi,one. « La for,.n invero - scrive Schultzc-Cacvernitz (1) - cli quella prima ge– nerazione di gr::ind~ 1 indushciaH inglesi 'C@nsislellc appunto in ciò, che essi applicarono senza alcun ri– guardo il principio dell'economia. La massima: <(_soddisfaai Luoi bisogni col più piccolo costo pos– sibile; produci con Ja minima spesa di proJuzio– ne » avava per essi Lanlo valore, che il coro degli ec~momislii che accompagnava il dramma, la di– cluarò legge eterna della vita umana>>. li l..1voratore è uno dei passivi clementi di questo calcolo utili– tario. La sua cfrcolazione ininLc1Totla dal mercato all'ofricina e dall'ofncina al mercato è una necessità slcssa dell"cclonismo padronale. li doppio movi- 111ento fa_ parlo elci medesimo processo. Con que– s~a rotazione continua, il capitalismo impedirebbe flt proprì strume.1ti coscienti di sfuggirgli, se la loro anima, la loro vita stessa non gli rosse per ciò le– gata clnlla esubcr..1nza cli una profonda ricono– s1,;cnzn ... « Il lavoro - dice ~lnr, (2)- apporlirnc in rcal– lù nlla classe cnpitalisla, prima ancol'a che venga venduto ad un cnpitalista individuale n. Lu sua servitù economica gli viene dunque dalla nascita. Perciò il proletariato fu istintivnmcnlc !ratto. clni primi. orrori _cl_cll.elù _capitalisticn, a paragom1rc la proprw cond1z10nc d1 uomo libero con quella dello schiavo, scnzn che in ullimo ricscisse a convincersi della propria .supcriorilù. e ad inorgoglirsi clegll spezzati v111col1. « Le cons,dernzioni economiche. ~ scrive ancora ~lar, (3) - che, fino ad un certo punto, pot.rebbci-o assicur;)re nllo schinvo un lral– lamcnto umano, se la sua conservazione e rinte– l'C~s.eciel padrone fo:,scro identici, eungi..1nsi per lui rn allrellantc I ngioni cli assoluta rovinn qunndo il co"mmercio degli schiavi è permesso»'. Invece d1 commercio cli schiavi, leggcl.e rnercnto del la– voro: mu.lalo nonii11e, de te fabula 11a1Tatw'. L'nurora ciel capitalismo non comporL;1va che ta– le ling~nggio: ginrnmai una pili sanguigna ne co– nobbe il mondo .. La fortunosa storia, narrata da Marx, ciel regolnrncnlo delln giornata cli lavoro in lnghillerrn, illuminn in tulla la sua nudità il fe– nomeno doloroso. 11 lavoralore isolnto. il lavorato– re, libero vendiloro della propria forza cli lavoro. soc9ornbc sc_nzapo~sibila rcsistcn'l.a, non appena il cap1t_alcabbi_a raggiunto \tn· certo grado di svilup– po. Ln creaz10nc cli una g1ornntn cli lavoro normale è ç1uindi il risullato di una guerra civile, lunga ed (1) SCIIULTZE-GAE\'ERNIT7.: La grande industria,. 1111.)lloteca del– J'Ecunomtsta, serie ,a, voi. 4, pag. 42. (2) MARX: il CapUale. IJ\l>lloteca dell'Economlst&, aa serie, vol. 9, pllg. 4S8, \8J 10\dem, pag. 209, BibliotecaGino Bianco ostinata, fra clnssc e classe. E come la gioi-nota di lnvoro, così Lullc le allrc utilità prolcta,~ic. 11 rncr– c~tlo si trasforma in campo di IJalln,c;lia. La comune legge del valore non ha senso per la merce lavoro. La sua espressione econornicn è per c1ucsta merce una semplice espressione analogica. li .contenuto economico viene soslil.uilo drd contenuto sociale . .I rapporti di scambio sono soppiantati da rapporti cli tlnssc. li c::1pitnlismo 1 con l'appropriazione e ln soggezione degli elementi produttivi, pone il lavo– ratore nella condi,.ionc di clii altro non può, $e non subire un patto leonino. Così, jn nome della libcrl.i1, clii l'ultimo colpo olla libcrlà. Moclnmc dc l\olancl può cantarle l'epicedio. l delitti della li– bcrtù sono il suo fìore più delicato. 1,: la su;1 prova del fuoco. • * * « Per difendersi dal serpente elci loro tormenti, - dice Marx, usando una frase ciel llcinc (1) - bi– sogna che gll operai non siano plù che una test.a ccl un cuore; che, con un gr..1nclesforzo collettivo, con un;:i r,rcs;;.ione cli cl~$SC,essi innalzi110 un,u,bar– riera insuperabile, un ostacolo sociafé, che impe– disca loro di vendersi al capitale con << libero con– tratto, essi e la loro progenie, fino alla schiavitù ccl alla morte,,. Fu, ce1toi un brullo giorno per la Dea L1bcrlù. quello in cui vide la luce la prima associazione d~ lavoratori. 1 suoi lcmpli ne parvero scossi, i suoi alLari infrnnti, il suo culto superalo. El'a In ban– carotta della fede. L'onestà e l'cquili) del contratto di_ lavoro m_iseramcntc _travolte; il « _piede d'egua– glwnzo )> elci pe1·mulant1, mandalo in frantumi: il magico equilibrio del mercato, ignobilmente spez– zalo. l teorici dell'Economia pura ne clolòrano an– corn, e ancora scornùnicano. L'antico idillio fra ca.pitale e lavoro s'è convcrlilo nella brutale intimi– dat.i_on: del maggi<?r. nu1~1cro; i primitivi rapporti pacifici ccl << armor11c1 » s1 co11vert1rono in rnpporLi prcdatorì. J~ il regime della violenza che s'è insla11- r;1to, un nuovo regno del terrore. Ma, se quello della grande rivoluzione nvea potuto giovare nlla società intera, qucslo non s'inscena,·a che per al– terare, ad esdusivo vanlaggio della classe lavo– ratrice, In bilancia clelt·uguaglinnza. li tristo i\tedio Evo riagilava i suoi tentacoli. L'Eldorado della li– bcrlà non era che un l'icordo. E, infatLi, l'associazione operaia non aveva che lo scopo cli ferire o morie la libcrtù di sfrullomen– to. Essn rnpprcscnla scm:nllro un'integrazione del– J"cclonismo ciel lavoratore, della sun libcrl,ì. Essa tende ad equip:nnrc - senza mai ricscirvi - lr po– sizioni iniziali dri due contraenti, divcnlnndo sl1·u– Tnento di battaglia e mezzo di resistenza nelle mani ciel lavoratore. Quest'ultimo, presidiai.o clall"asso– ~inzione,. può aspirare a riprendere, s11I mercato, 1l propi-JO valore. li suo oUonismo riacquisL:i sa– lute. L'associazione, concedendogli Lui.I.ase strssa. gli rifà l'nnima e le fol"l.P,lo restituisce rinato nllc competizioni dello scambio. Sicché, cli fronte nl ca– pilalistn, l'operaio sindncato è edonista non im– medintarnente, ma solo mediatamente, allraverso la propria nssocia,.ione. La quale, con i mca.i cli cui dispon e, e clic costituiscono la sua stessa ragion di essere, abbai.le le banierc, che la imrnobilit.J nativa e il fo lle b'isog no avevano opposto ad una rclaÌ.ivn– mcntc libéra al.l.ivilù del lavoro, e lu facilita, 'te dà un'nLmosfera Lii vita, la· guida· al successo. i../asso– ciazi?ne divenln, i~ apparenzn, il soggetto d'un. edonismo suo proprio; ma non ·è, in realtà, che un mezzo dell'edonismo dei lavoratori sindacalisti: mezzo, che ha tutta una gamma di usi varY, e che, . (1) OJ), ctt., pag. 1143.
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