Critica Sociale - Anno XXI - n. 5 - 1 marzo 1911

CRt'l'ICA SOClALln 73 della gleba, maestri capi delle arti e artigiani addetti alla compagnia, capitalisti e salariati. In ciascuno di questi aggregati la similarità di condizioni crea si• milarità di bisogni e d'interessi: sicchè la classe nppare come l'unione e Ja sintesi di questa diffusa eguaglianza di vita e di aspirazioni. Ma questa constatazione, in apparenza così sem– plice, cela dentro di sè un problema di grave im– portanza, la soluzione del quale giova a chiarire la funzione rivoluzionaria, che ?l[arx ha assegnata. al proletariato. ]~' davvero sufficiente la omogeneità di condizioni e cl 1 interessi, perchè vi sia la t, classe "? Non occorre niente altro, fuor che questa esistenza obbietti va di uguaglianze, perchè esista .la vera e propria " classe ,, ? Marx, dicendo che la lotta di classe è oggi diven– tata consapevole, ha, in modo implicito, affermato che, un tempo, quella lotta s'è combattuta inconsa– pevolmente; e che, quindi, se oggi la classe è con– sapevole, un tempo essa potè esistere senza saperlo. Ma chi seguisse questo processo logico, che Marx non svolse i utero, e volesse concludere, sarebbe ine– vitabilmente tras~inato in errore .. ·Una classe, infa~U, che sia inconsapevole, non può ammettersi che come puro dato teorico. La omogeneità obhiettiva di attri• buti economici in un vasto gruppo d'individui non basta affatto perchè il concetto di classe sorga e s'atfermi: altrimenti, tra classe sociale e, ad esempio, clnsse mineralogica, botanica, zoologica, antropolo– gica, ecc., la somiglianza nou sarebbe piiì soltanto nominale. La classe, invero, che oµera neJl'Economia e nella Storià, non è la semplice somma aritmetica d'individui accomunati pet· identità di determinazioni, i quali· continuino, nondimeno, a vivere ed operare, ignorandosi e trascurandosi a vicenda; non è il risul– tato deJla semplice constatazione esteriore, mecca– nica, infeconda di eguaglianze· economiche esistenti frn. individui d'una data società: ma è il sentimento " interno ,, - ossia di questa folla medesima e di ciascuno de' suoi componenti - delle affinità della propria esistenza, è la nozione interiore de' propri caratteri comuni, è la collettiva e diffusa consapevo– lezza della propria comune destinazione: sentimento, nozione, consapevolezza, che nc.l.scono nel momento stesso in cui balèna la prima sengazione di quella similarità di vita. Non c'è vera " classe,, di schiavi, ma vi sono soltflnto " schiavi "' fino e quando, in ciascuno d'essi, e in tutti, non si sia venuto for– mando, con la prima nozione, il sentimento del pl'oprio essere, il ~ sentimento di classe ,,. E, infatti, quello che a noi più interessa non ò l'accertamento scientifico, non è la numerazione statistica degli in– dividui soggett.i a schiavitù; ma è qualcosa di più e, insieme, di diverso: è il contenuto psicologico e l'efficienza sociale di questa formazione storico-eco– nomica, ch'è •a classe. Che esistano tanti individui, i quali vivono nelle medesime condizioni, e ch'essi perciò possano chiamarsi, in blocco, col nome di "classe,,, a noi non importa che molto relativa– mente. A noi, invece, sopra tutto importa l'esistenza aµpunto di questa "classe,, d'individui, in sè presa e di se stessa consapevole, e la sua vita, la sua vi– talità, la sua forza, la sua volontà, la sua opera: tutto, insomma, il valore economico•sociale di questa superiore formazione psicologica, di questa derivata e immensa soprastruttura umana. Ebbene, ogni classe, in quanto tale, possiede, in realtà e comunque, anche in grado impercettibile, tutti questi attributi; i quali, meglio che imprimerle il carattere. cli essa costituiscono J"essenza stessa. Poichè la c'lasse non è certo un corpo fisicamente organizzato, dotato d'apparati sensorii, di ce1·vello e di appetizioni, bens\ appartiene a quelle speciali for– mazioni psicologiche, a quei singolari prodotti del– l'unione simpatica della individualità distinte, i quali BibliotecaGino Bianco• pare abbiano un'esistenza. solo metaforica: a chi non consideri che, nel campo della. psicologia collettiva, la metafora è la necessità stessa della nozione, del prncesso logico deJla scienza. E la classe, in sostanza, non è che nna folla: una folla creata da identitll cli condiz,ioni economiche individuali, e elle, come o~ni altra folla, alimenta la propria vita della vita de' proprì componenti, ed ha un'anima, possiede una volontil., ò capace d'azione. Al pari dell'organismo fisico, e con la medesima utilità, essa ha Ja virtù di sentire se stessa, la virtù della propria cenestesi, ed ha, quindi, Ja possibilità di avvertire il bisogno: ciQè la consa– pevoler,za del dolore e la conoscenza della disponi– bilità di mezzi, atti, realmente o illusoriamente, arl eliminarlo. L 1 homo mconomicus è tutto qui : nell'atto in cui si soddisfa un bisogno col minimo mezzo. Ora, la classe, in quanto agisce in tal senso, è appunto un individuo economico. ]TIla sua attivitft non è che la sua lotta, molteplice, complessa, faticosa, di distru– zione e di costruzione; e, come nella lotta si fa ni– tida e sicura la propria cenestesi, così nella lotta fermentano e si sviluppano i migliori germi d 1 ogni sua forza di volontà e vigoria ò'azione. Anzi, trat– tandosi d'un insieme di elementi jnfluenzantisi a vi– cenda, può dirsi che tutti i carattel'l e le funzioni della classe, e la classe medesima, nascano non gra– dualmente, mii in modo simultaneo, rivelandosi solo .in quanto e nel momento in cui avviene l'azione: sicchè consapevolezza ed azione, che sembrano primo ed uHimo stadio di sviluppo della classe, sono in realfa strettamente fra loro compenetrate, fuse in inscindibile nesso. Di qui deriva che il dissidio economico, o la lotta di classe, è la condizione medesima della classe; che, quindi, l'esistenza d'una classe è relativa all'esi– stenza dell'altra o delle altre contrarie ed opposte; che la clnsse, anc6ra, non è se non un mern dato della teoria, dove manca un'altra classe che le stia di fronte, e manca perciò il conflitto, la dilacerazione sociale, il solco profondo e sanguinante. l~ deriva pure che la classe è la sintesi psicologica, oltre che di similarità strettamente economiche, di omogeneità nel piì.1 largo senso sociali, intessute di fattori scn– tirnentali, ideali, morali, dal cui frémito quella, in tutte le sue fibre, è, a volta a volta, percorsa e scossa; ciò che non può avvenire, e di solito non avviene, nelle particolari organizzazioni' 'in cui si scinde, nelle quali prevale la forza unificatrice degli .interessi economici. . Quan.ti appaiouo, per tal modo, gli attributi estrin-' seci e contingenti della classe costituiscono i suoi stessi elementi di vita, la ragione necessaria del suo essere medesimo. li dato economico-sociale, obbiet• tivo, non è generatore di classe, qua.udo non sia in– tegrato dal dato psicologico, -·subhietti vo: e, solo in quanto e nel momento che avviene questa integrn.– zione, questo impresciudihile atto di concepimento, solo allora nasce la classe, la ~lasse viva e vitale, senziente 1 volente ed opera.ate, la classe homo (PCO– noniicus. Dalla chiara percezione di tutto ciò, :Marx dovè trarre il convincimento espresso neJla frase: " ogo,i lotta di olasse è lotta politica ,, : frase, la quale, anzichè ridurre ed inf'renare il vasto conflitto delle classi ne' limiti di chiusi e grevi ambienti, lo contempla com'è, immenso e gagliardo, nell'atmo– sfera pura de' liberi orizzonti: gnerl'a guet'l'eggiatn. e feconcla 1 su tutti i campi sociali, in ogni sfera, ma• teriale e morale, ~lella compagine umana. Se, dunque, non è possibile scindere, nella classe, l'obbiettivo dal subbiettivo, l'estrinseco dall'intrin– seco, occorre però soggiungere che la misura dei s·uoi elementi costitutivi può esser varia, poichè essi corrono da un minimo di evanescenza a un massimo

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