Critica Sociale - Anno XXI - n. 5 - 1 marzo 1911
68 CLUT!CA SOCIALg • * * due milioni di elettori lavoratori, che si attendevano dall'on. Luzzatti, non sarcllbero forse bastati al Con– gresso di :Milano ad assicurare la maggioranza ai rifor• misti ufficiali, se ll'ilippo '!'urati non avesse anche preso l'impegno a nome dei vincitori, di esaminare la nuova legge elettorale dal punto cli vista del1 1 iutera classe la– voratrice, e se non avesse introdotto nel suo ordine del giorno un intero capoverso, in cui si afferma che " la difesa degli interessi di gruppi, di categorie e di inte– r·oasi proletari regionali vuol essere sempre coordinata alla politica socialista generale, per modo che essa non danneggi nè ritardi le maggiori rlvendicazioni necessarie al risveglio politico ed ,economico delle energie di classe do! proletariato rurale e meridionale,,. 1~ fu quest'inciso, che indusse parecchi riformisti dissidenti, per es. quelli di :Milano. e poco mancò 1100 inducesse anche me, a votare l'ordine del giorno Turati ('). Allora l°on, Uonomi tacque: era, al solito, contento. Viene poi la riforma Luzzatli, che oramai è ma– tematicamente dimostrato servirà solo a quelle zone della classe lavoratrice, che godono del privilegio della istruzione e della organizzazione e che sono concentrate specialmente nell'ltalia settentrionale (salvo ad annul– lare anche qui questi vantaggi con la iscrizione d'uffizio rlegii elettori delle classi medie e col voto obbligatorio). Ed ecco l'on. Uonomi, che si dichiara, al solito, soddi– sratto, con qualche correzione ortopedica secondaria, perchè è bene che il diritto elettorale sia concesso ai sol,~ lavoratori organizzati (A·v'lntil, 24 gennaio 1911). E un Yero peccato che questo ragionamento l'on. Bonomi non l'abbia fatto al Cougresso di :Milano, invece di tener– selo in corpo 1 per metterlo fuori solo quattro mesi dopo. La votazione del Congresso sarebbe riescitu piì1 chiara: forse avrebbe dato diveTsi risultati. Ma forse, durante il Congresso, l'on. Bonomi non pen– sava nemmeno a questa nuova teoria del diritto eletto– rale. Allora, probabilmente, alimentava ancora In sè lo speranze del 30 aprile e del 19 luglio, che cioè Fouo– revole Luzzatti avrebbe esteso il voto anche nell'Italia meridionale, e che i deputati meridionali non si sa– rebbero opposti, percbè essi sono degl'imbecilli, e la u plebe 11 meridionale è imbecille per lo meno quanto i deputati. · La teoria che il diritto elettorale sia riservata ai soli '1l'Oletari organizzati e coscienti, l'ou. Bonomi l'ha esco– gitata JJOst factum, tanto per avere un motivo plausibile per dicbiararsi soddisfatto 1 e per sostenere che l'ou. Luz. zatii, anche dopo la ritirata non preveduta - e che ri– tirata! - non merita proprio d'essere u divorato,.,. ln fondo, l'on. Bonomi, per es~ere felice e contento come i principi e le principesse, che si sposano nelle favole dei bambini, ha bisogno cli una sola cosa: che si eviti l'amaro calice del suffragio uuiver:mle. Qualunque riforma elettorale è buona, purchè non sia il suffragio universale. Qualunque allargamento lo ac– co11teuta1 sia quello sperato il 30 aprile, sia questo del– l'on. Luzzatti, sia qualunque altro, purchè non sia il suffragio universale. {1) na notn1·s1 pci- l'o1mttcaa: 10 1:1tosi:10 concetto 01·n 1a1·i,:-n111onto sostenuto e ripetuto noi lit Hclazlonc Turntl i e uon JJIU'ovn i\l relatore 11otosso formare oi:gctto di dissidio. Fu Introdotto anche nelle con• elusioni unicamente 11c1·chè, n\·cudo ronn!\tO tema di disputa, Il sot– t.tccrlo nr-lln. dell!Jernzlone 11011 desse luogo ad cqu!\'Oeo. (Nota dtlfa CJtlTICA). Biblioteca Gino Bianco Perchè la conquista del sulfrogio uuiversale ò cliflicilc. E l'on. Bonomi ama solo le riforme facili. Eppoi il suffragio universale darebbe il voto ai con– tadini meridionali! Ora - tino a quando l'on. Donami poteva sperare dall'on. Luzzatti una riforma elettorale, che estendesse il voto ancho nel Mezr.ogiorno - ai con– bHlini meridionali si sarebbe potuto concedere uno straccio di voto, visto e considerato che dopo tutto sono del buoni a niente. Ma dopo che la riforma lu: r.zattia.na ha lasciato senza voto i contadini meridionali, ecco l'ono– revole Bouomi ad applaudire ed a portare in giro la propria felicità. ]Hfatii i contadini meridionali essendo disorganizzati, potrebl.Jero manilaro nlla Camera, come deputato, nientemeno, Fra Diavolo. Veramente, la piccola borghesia meridionale manrla alla Camera De :Bellis, Squitti, Cirmeni, Peppuccio Ro– mano e generi simili. O che forse nll'on. Uonomi pare che si JlO&sa. andare più facilmente d'accordo con questi egregi amici ed ottimi galantuomini, che con deputati nuovi i quali dovessero preoccuparsi dei bisogni dei contadini, meridionali? Quo;ti, iufatti, nou potrebbero essere che altrettanti l!'ra Dia.voli. Nel 1882, quando la democrazia italiana - tanto più generosa del riformismo di trent'anni dopo - chiedeva il suffragio universale, nella grande vallata del Po non esiste\•ano che scarse e 11elJoliorganizzazioni di classe; la coscienza politica della classe lavoratrice, anche al Nord, era appena agli albori. l!~, per molti anni, la mag. giornnza dei lavoratori, diventati elettori con la riforma del 1882, coucesse servilmente il suo voto al padrone, o lo vendette per un piatto di busecca o per un foglio di cinque lire. l~ tuttora, nel Nortl 1 sono moltissimi i •Collegi 1 in cui le elezioni sì fa.uno a suon di denaro. Se l'on. Bonomi fosse stato deputato socialista nel 1882, avrebbe certo combattuto, come lo combatte oggi, il suffragio universale, o,d avrebbe esteso il voto ai soli proletari organizznti, cioè non lo avrebbe esteso nfftttto, dal momentb che i proletari organizzati non c'erano an– cora. l~ oggi, se volesse esser logico, doYrebbe chiedere che fosrn tolto il diritto di Yoto anche nl Nord, a tutti i la,·oratori che non sono organizzati! Ma non bisogoa confondere la " plel.Je II del Sud col u proletariato ,, clol Nord. Al Nord nascono tutti, orga– nizzati e clisorganizzati, con la scienza infusa. Al Sud son tutti inetti e incapaci. Alla felicità <lell'on. Bonomi è assolutamente necessaria questa convinzione, cbo gli eleLtori del Mantovano, i quali eleggono lui, sono tutti esseri superiori, di gui:11t che un deputato eletto da essi non può non essere un deputato di marca superiore. E, in questo ragionamento, i contadini meridionali hanno l'obbligo di fare la parte della ~,plebe n inferiore, appunto affinchè gli elettori dell'on. Bonomi possano ejorcitare le funzioni di "pro– letariato n superiore. *** '.l'ra gl 1 infìuiti motivi, di cui l'on. Donami dispone per _essere soddisfatto, il fondamentale è questo: che la legge Daneo-Creclaro farà in breve sparire l'analfabetismo, e, con la scomparsa dell'analfabetismo, porterà seco il suf• fragio uni \'ersale. E sapete, o rispettabile pubblico, pcrchè la legge Da11eo– Credaro farà. sparire l'analfabetismo? Perchè da ora in poi lo Stato spenderà, per le scuole serali e restivo per gli adulti analfabeti, non più 750 mila lire all'anno, ma J.700.000 lire. Quest'aumento senirà quasi tutto ad elevare le retl'i• buzioui dei maegtri delle scuole serali o fe.9tive oggi esi·
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